da "Il Carlone" gennaio/febbraio 1985
Il PCI sostiene di essere un partito rivoluzionario. E' su cosa sia
la rivoluzione che ha alcune incertezze. Un tempo credeva nella rivoluzione
proletaria, nella rivoluzione d'ottobre. Poi Togliatti scelse la "rivoluzione
democratica" e "nazionale", in seguito Berlinguer disse che "si era esaurita
la carica propulsiva della rivoluzione d'ottobre" e in una famosa intervista
dichiarò che il PCI era a un tempo "rivoluzionario e conservatore".
Infine, oggi, il giovane intellettuale ed enfant terrible "emergente" Occhetto
ha lanciato la "rivoluzione copernicana".
Molti si chiedono che cosa vuol dire.
Che raffinato intellettuale sarebbe Occhetto se non usasse definizioni
complesse ed ermetiche.
Copernico era un astronomo polacco della seconda metà del cinquecento.
Affermò essere la terra a girare attorno al sole e non il contrario,
come si credeva a quei tempi. Rivoluzione copernicana indica quindi, da
allora, un grande stravolgimento delle conoscenze e delle certezze avute
fino a quel momento. Un capovolgimento delle credenze.
La proposta di Occhetto, fatta propria dal Comitato Centrale del PCI,
dovrebbe essere quindi una grande pensata, per essere definita così
pomposamente.
Occhetto propone che il Pci, nella ricerca di alleanze nelle amministrazioni
locali, non faccia scelte di schieramento a priori, ma agisca a tutto campo.
Disponibilità quindi a governare con tutti, previo accordo programmatico.
Si dice che destra e sinistra sono concetti superati, che gli schieramenti
aprioristici sono da abbandonare.
Che vuol dire tutto ciò?
Prima di tutto vuol dire anche fine delle prospettive delle giunte
rosse. Esse erano già da tempo in crisi: nel passato erano strumento
di una politica di riforma, contrapposta alle scelte conservatrici del
governo centrale. Strumento di gestione del territorio e di organizzazione
dei servizi sociali al fine di redistribuire il reddito in maniera più
equa. Successivamente, con l'avanzata del Pci e le sue continue svolte
di linea erano sempre più diventate strumento di gestione dell'esistente
e di applicazione passiva delle scelte governative. Sempre più l'unica
"diversità" delle giunte rosse è diventata quella di un mitico
"buon governo" e quella delle "mani pulite". Ha ragione allora Natta a
dire nel CC che la "rivoluzione copernicana" è già stata
fatta. Oggi la si ratifica e si ratifica la fine di ogni prospettiva di
trasformazione, di ogni discriminante di classe.
Confrontarsi, sui programmi, con tutti?
Ma su che cosa ci si può confrontare con la Dc, verso quale
prospettiva di trasformazione? E con il Pri, espressione matura del capitale
monopolistico?
Non c'è più destra né sinistra?
Forse non c'è più la sinistra, visto che tutte le opinioni,
le analisi, le scelte che circolano in Italia sono quelle della destra,
spacciate come le uniche possibili. E dove sono finite le diversità
dopo che anche le giunte rosse non hanno più le mani pulitissime?
Certo le colpe principali sono del Psi, ma anche gli amministratori del
Pci non possono fingere di non sapere cosa succedeva negli uffici di fianco.
Forse il Pci, con questa proposta, vuole uscire dall'isolamento in cui
è stato messo dagli altri partiti. E fa così questa proposta
che poi è di nuovo di schieramento.
Dov'è il programma del Pci su cui confrontarsi? Ci indichi il
Pci almeno un punto programmatico, uno solo. Almeno una questione che lo
caratterizzi, su cui discutere.
Ma è una scelta sbagliata e patetica che ha come effetto solo
un ulteriore disorientamento dell'elettorato comunista, della gente di
sinistra. Si prefigura, infatti, un orizzonte da cui sono assenti discriminanti
di classe, cultura di sinistra, progetti di trasformazione. Meglio è,
in condizioni di impraticabilità di un progetto, la scelta di stare
all'opposizione, e di costruire l'alternativa.
Ma è anche vero che tra le tante scelte di linea, le tante parole
d'ordine del Pci di questi anni, una sola manca, è "l'alternativa
di sinistra". Il Pci non l'ha mai proposta e praticata. E questa ipotesi
si può costruire anche dall'opposizione.
Nella nuova "rivoluzione copernicana" non si capisce che cosa giri,
e attorno a chi. L'unica cosa certa è che il Pci è sempre
più dentro al sistema dei partiti (senza grossi vantaggi per la
verità) e sempre meno "diverso" dagli altri e che l'alternativa
di sinistra al regime democristiano è sempre più lontana.