da "Il Carlone" aprile 1989
Mao e le guardie rosse avevano visto giusto quando destituirono Deng
Xiao Ping da ogni carica e lo additarono alla gente come "nemico del popolo"
e come colui che voleva restaurare il capitalismo e i suoi orrori in Cina.
L'occidente ha amato, ammirato, osannato quest'uomo, considerato come
il portatore della libertà e della democrazia in Cina.
Ma si sa che i nostri mass media e i nostri governi hanno sempre identificato
e scambiato la libertà con la libertà di profitto e sfruttamento.
Deng ha mostrato in questa occasione il suo vero volto ordinando all'esercito
di sparare sulla folla inerme di Pechino. Molte migliaia di studenti ed
operai sono stati trucidati dalla truppe di Deng e del Primo Ministro Li
Peng. Anche l'esercito ai tempi di Mao era diverso: senza gradi, inserito
nelle strutture sociali e produttive; oggi è ridotto a corpo professionale,
incapace di sconfiggere il Vietnam nella guerra di invasione tentata alcuni
anni fa, ma necessario per massacrare i propri concittadini. Siamo all'epilogo,
drammatico ma provvisorio, di una vicenda che ha visto prima gli studenti,
poi crescenti settori di operai, poi addirittura di contadini, mettere
in discussione, mobilitandosi a milioni, gli attuali assetti economici
e politici dello stato cinese. I giornali occidentali ci hanno sempre raccontato
che la "liberalizzazione", l'"arricchitevi", introdotte da Deng e soci,
dopo aver esautorato ed incarcerato gli eredi politici di Mao, corrispondeva
ad un aumentato benessere per la popolazione cinese, e questo si sarebbe
accompagnato prima o poi alla liberalizzazione in politica. Ma guardando
oltre le falsità e la cosciente disinformazione, scorrendo i dati
forniti dalle organizzazioni internazionali (Onu ed altre) si vedeva come:
1) il cosiddetto benessere riguardava alcune centinaia di migliaia
di persone su un totale di oltre un miliardo di cinesi.
2) queste persone,. Guarda caso, erano dirigenti del partito ed i loro
familiari.
3) il "benessere" non derivava che in minima parte da un aumento della
produzione, ma principalmente dalla penetrazione commerciale delle multinazionali
Usa, europee e giapponesi con conseguente aumento del debito con l'estero
e crescente asservimento dell'economia cinese a quella dei paesi capitalistici
avanzati.
4) Una grossa fetta della popolazione, specie nelle campagne, in realtà
si impoverivano ulteriormente (l'Onu parla di oltre 200 milioni di contadini
da espellere dalle campagne).
5) Che reincominciavano fenomeni tipici dei paesi poveri, quali l'inurbamento
selvaggio, la mendicità, la criminalità, la disoccupazione,
fenomeni prima sconosciuti.
Ai tempi del maoismo la Cina era una società povera, ma non
miserabile, orgaogliosa, rigidamente egualitaria, indipendente.
Oggi è un classico paese del terzo mondo, dominato dall'imperialismo
e dalla diseguaglianza sociale più profonda, da privilegi, corruzione
e miserie.
La rivolta studentesca ed operaia ci è stata presentata falsamente
come rivolta per la "libertà", ovviamente di tipo occidentale. Secondo
i cosiddetti esperti di casa nostra i giovani cinesi vogliono riprendere
la strada interrotta dallo stesso Deng, vogliono una libertà di
tipo occidentale insieme al sistema economico instaurato in Cina. Ci spieghino
allora perché alle manifestazioni viene cantata l'Internazionale
e vengono portati i ritratti di Mao. Certo gli studenti erano confusi,
il movimento composito, vaghi le esigenze e le ipotesi politiche. Ma la
richiesta è una: che a decidere torni ad essere il popolo e non
un pugno di burocrati privilegiati e asserviti agli interessi delle multinazionali
occidentali.
Sono costoro che hanno scatenato la repressione per mantenere il proprio
potere. Glis tudenti lottano per la libertà, certo, ma per la libertà
del popolo e per destituire gli ppressori, in questo senso sono dei rivoluzionari.
I governi occidentali nei loro ipocriti piagnistei, manifestano preoccupazione
non per il destino dei giovani in rivolta ma per quello dei propri investimenti.
A loro vanno benissimo Den Xiao Ping e Li Peng, autoritari o liberali non
ha importanza, l'unica cosa che importa è mantenere e garantire
i propri profitti.
Certo non è finita qui!
Oggi Dp non è solo solidale con il popolo cinese perché
è massacrato dalle bande di Deng, ma si riconosce e si identifica
politicamente con quel movimento di studenti e lavoratori.
Siamo dalla stessa parte, sono dei nostri, siamo dei loro.