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George Gordon lord Byron

George Gordon lord Byron, Letters and Journals of Lord Byron with a Notice of his life, 1831

“I have been picture-gazing this morning at the famous Domenichino and Guido, both of which are superlative. I afterwards went to the beautiful cemetery of Bologna, beyond the walls ; and found, besides the superb burial-ground, an original of a custode, who reminded one of the grave-digger in Hamlet. He has a collection of capuchins' sculls, labelled on the forehead; and taking down one of them, said, This was Brother Desiderio Berro, who died at forty  one of my best friends. I begged his head of his brethren after his decease, and they gave it me. I put it in lime, and then boiled it. Here it is, teeth and all, in excellent preservation. He was the merriest, cleverest fellow I ever knew. Wherever he went, he brought joy; and whenever anyone was melancholy, the sight of him was enough to make him cheerful again. He walked so actively, you might have taken him for a dancer  he joked  he laughed   Oh!  he was such a Frate as I never saw before, nor ever shall again! He told me that he had himself planted all the cypresses in the cemetery; that he had the greatest attachment to them and to his dead people; that since 1801 they had buried fifty-three thousand persons. In showing some older monuments, there was that of a Roman girl of twenty, with a bust by Bernini. She was a Princess Barlorini, dead two centuries ago: he said, that on opening her grave, they had found her hair complete, and as yellow as gold.”

[Mi sono dato alle pitture questa mattina, al famoso Domenichino e a Guido, entrambi superlativi. Poi mi sono recato nel bel cimitero di Bologna, oltre le mura, dove mi sono imbattuto, accanto al bel prato per le sepolture, in un becchino davvero originale che mi ha fatto venire in mente quello dell’Amleto. Ha una collezione di teschi di cappuccini con tanto di etichetta sulla fronte. Tiratone giù uno ha detto: «Questo era frate Desiderio Berro, morto a quarant’anni, il mio migliore amico. Dopo la sua morte, ne chiesi il teschio ai suoi confratelli che me lo dettero. Lo gettai nella calce viva, poi lo feci bollire. Eccolo, denti e tutto, in eccellente stato di conservazione. Era l’individuo più allegro e più bravo che abbia conosciuto. Ovunque andava era messaggero di gioia e bastava la sua presenza per rallegrare anche l’individuo più malinconico. Camminava con tale leggerezza che l’avresti preso per un ballerino, scherzava, rideva… era una tale sagoma di frate di cui non ho mai visto il simile prima, né vedrò di nuovo!». Mi disse che aveva piantato con le proprie mani tutti i cipressi del cimitero; che era profondamente attaccato ad essi e ai suoi morti; che dal 1801 avevano sepolto cinquantatre mila persone. Mostrandomi alcuni dei monumenti più antichi, mi indicò quello di una fanciulla romana di vent’anni, con un busto del Bernini. Era una principessa Barberini morta due secoli fa. Mi disse che, quando aprirono la sua tomba, trovarono che aveva ancora i capelli folti e gialli come l’oro.  traduzione tratta da A. Brilli, 2005]

Ultimo aggiornamento: martedì 21 giugno 2011