Carosello
Carosello cominciò la sera del 3 febbraio 1957 ed ebbe termine nel 1977. Nei venti anni di vita trasmise migliaia di spot pubblicitari lunghi due minuti e mezzo e creò vari personaggi, macchiette e modi di dire che da allora sono rimasti nella storia della televisione italiana. Lesordio fu difficile, perché ogni scenetta veniva visionata da una speciale commissione della Sacis, doveva essere in bianco e nero e in 35 millimetri; inoltre i limiti pubblicitari imponevano che su due minuti e quindici secondi di ogni Carosello, la réclame del prodotto durasse al massimo trentacinque secondi e che il resto fosse una semplice "coda". Ciò caratterizzava le promozioni italiane rispetto a quelle del resto del mondo, ma imponeva ai pubblicitari una complicata fusione armonica tra scenetta e richiamo.
Il titolo del programma fu, probabilmente, scelto da Marcello Severati, ricordando un film musicale da poco uscito. La sigla fu inventata da Luciano Emmer e il teatrino, disegnato su bozzetti di Polidori, fu costruito su modello di quelli napoletani. La musica, infine, fu di Raffaele Gervasio e si ispirò ad una vecchia melodia popolare napoletana.
Carosello divenne in breve il programma più seguito della Televisione di Stato; la trasmissione interamente ideata, scritta e diretta da privati diventò per molti giovani una grande occasione per imparare il mestiere. Nel 1961, lascolto del Carosello, nonostante la nascita di altri programmi di intrattenimento, fu di oltre sette milioni di spettatori. Nel 1963, la vecchia sigla venne cambiata con disegni eseguiti a mano da Manfredo Manfredi, raffiguranti quattro celebri piazze di città italiane: Venezia, Napoli, Roma e Milano. Lascolto oltrepassò gli otto milioni di telespettatori.
Nel 1969, unico caso della sua lunga storia, Carosello venne sospeso per tre giorni, per la strage di Piazza Fontana. Il 5 settembre del 1971, una selezione di Carosello venne presentata, per iniziativa della Sipra, al Museo dArte Moderna di New York. Si ebbero così grandi nomi del cinema, come Mauro Bolognini, Giuseppe Patroni Griffi ed altri, impegnati per la prima volta nella pubblicità. Intanto Carosello cambiò sempre di più: nel 1974, ogni scenetta durava un minuto e quaranta secondi, mentre il costo per farlo andava dai tre ai cinque milioni.
Il primo gennaio 1976, andò in onda lultimo Carosello: Raffaella Carrà, commossa, diede laddio al programma, brindando con lo Stock e ringraziando tutti coloro che vi avevano lavorato. Andò in onda anche un Carosello per il Tè Ati, girato da Ermanno Olmi. Gli ultimi ascolti di Carosello furono di addirittura diciannove milioni di spettatori.
Ufficialmente, la decisione di sospendere il programma fu presa dalla Commissione Parlamentare di Vigilanza della RAI. La produzione di Carosello, nel complesso, mandò in onda oltre quarantadue mila scenette, mentre il giro daffari fu di circa novantacinque miliardi allanno.
Durante i ventanni di trasmissione, Carosello coinvolse tutto il mondo del cinema e dello spettacolo italiano, da attori e cantanti come Pippo Franco, Alberto Lionello, Gianfranco DAngelo, Gianni Boncompagni, si passò a giovani personaggi quali Diego Abatantuono, Teo Teocoli, Renzo Arbore, fino ad arrivare ai comici Nino Manfredi, Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman e a registi tra cui Leone Pompucci.
Tra gli spot pubblicitari più celebri ci furono quello di Calimero per il detersivo Ava, del Caballero e La Carmencita per la Lavazza, dellOmino coi baffi per le caffettiere Bialetti, della Linea per le pentole Lagostina,
(Benedetta Tugnoli, Federico Rossi, Giacomo Stanghellini - 4^S2)