Renzo raggiunge l’Adda
 (I Promessi Sposi, cap. XVII)

Dopo la negativa esperienza milanese (che tuttavia gli ha insegnato ad essere più cauto ed avveduto), dopo una necessaria sosta all’osteria di Gorgonzola, Renzo si incammina per strade secondarie in direzione dell’Adda, che segna il confine tra Venezia e Milano. L’espatrio è necessario perché nel capoluogo lombardo egli viene considerato dalla giustizia come un sovversivo. Man mano che cammina si avvicina al bosco, le cui ombre suscitano in lui un orrore infinito. Il giovane è in preda all’angoscia e sta per tornare sui suoi passi, quando sente il suono familiare dell’Adda: è la salvezza!

A un certo punto, quell’uggia, quell’orrore indefinito con cui l’animo combatteva da qualche tempo, parve che a un tratto lo soverchiasse. Era per perdersi affatto; ma atterrito, più d’ogni altra cosa, del suo terrore, richiamò al cuore gli antichi spiriti, e gli comandò che reggesse.

Così rinfrancato un momento, si fermò su due piedi a deliberare; e risolveva d’uscir subito di lì per la strada già fatta, d’andar dritto all’ultimo paese per cui era passato, di tornare tra gli uomini, e di cercare un ricovero, anche all’osteria.

E stando così fermo, sospeso il fruscio de’ piedi nel fogliame, tutto tacendo d’intorno a lui, cominciò a sentire un rumore, un mormorio, un mormorio d’acqua corrente.

Sta in orecchi; n’è certo; esclama:”è l’Adda!”. Fu il ritrovamento d’un amico, d’un fratello, d’un salvatore. La stanchezza quasi scomparve, gli tornò il polso, sentì il sangue scorrere libero e tepido per tutte le vene, sentì crescere la fiducia de’ pensieri, e svanire in gran parte quell’incertezza e gravità delle cose; e non esitò a internarsi sempre più nel bosco, dietro all’amico rumore

Si può dire che le vicende del giovane si configurano in una specie di romanzo di formazione; l’esperienza provoca in lui una maturazione profonda sul piano intellettuale, morale e religioso: Renzo conquista la maturità e la coscienza adulta.

(Rossella Mazzotti, 5^S2)