Maurizio Pincetti Nervi, "Del '68... e di altre bagattelle. Contributo alla comprensione del passato che sta per accogliere i giovani di domani", Colibrì edizioni, 2009, 124 pagine, 9 euro
 

Una lettura del '68 proposta attraverso la sua contestualizzazione e la ricerca di qualità e limiti, entro i quali si sono mossi tanti giovani, la maggioranza urbana di una generazione, che hanno creato e vissuto quel tentativo di insubordinazione e la scoperta di modalità comportamentali e relazionali, che continueranno a segnare non poche pieghe delle società contemporanee.
L'autore offre la sua verità di quell'esperienza e tenta di rivivere il tempo, coltivando la reminiscenza delle emozioni di quei giorni, filtrate attraverso uno sguardo razionale e un disincanto, frutto di una crescita personale innescata in quel modo e in quei giorni.
È evidente l'estraneità al protagonismo e alle interpretazioni degli opposti schieramenti: lontano dai partigiani strenui di immagini-ricordo, a cui trovare una posizione meno negletta, nella rappresentazione dello scenario storico disegnata dal progresso, e lontano dai denigratori professionisti, sempre impegnati a demonizzare ogni forma espressiva di quel contesto, nel disperato tentativo di non doverne mai più fare i conti.
Questo scritto, originale e in fuga dagli stereotipi, ricorda come il '68 non rappresenti il tempo e lo spazio di un anno, ma quello di una generazione, e come il '68 italiano sia stato altro da quel che si era annunciato, per la concomitanza di percorsi e di interessi sovrani, totalmente estranei alle speranze e ai desideri di gran parte di coloro che avevano sentito ed espresso il proprio anelito di liberazione.
Il determinismo, che emerge nel processo analitico, si riconferma nelle valenze prognostiche delle conclusioni e offre, a coloro che si affacciano alla scoperta della propria consapevolezza, alcune chiavi di lettura, per facilitare l'interpretazione del futuro che sta per dischiudersi, agevolandoli nel cautelarsi, attraverso la memoria, dalle insidie e dagli errori già affrontati in quella stagione. Gli errori sono indispensabili per conoscere, ma la conoscenza serve anche a non ripeterli.

Prefazione

La modalità di stesura di questo testo, per le caratteristiche di contestualizzazione culturale, geografica, storica, potrebbe limitare le potenzialità interpretative dei contenuti espressi.
Altro è il piacere della lettura, non necessariamente embricato alla totale comprensione degli elementi di razionalità della scrittura. Suggestioni, ritmi, struttura, poetica, autenticità, originalità, possono essere valutati anche prescindendo dalla comprensione particolareggiata o dalla condivisione dei contenuti.
Facilitare la comunicazione equivale a fornire gli strumenti minimi di conoscenza a coloro che non dispongano di un background adeguato, evitando cioè ostacoli di lettura anche per i più giovani, recettori così frequentemente impreparati di informazioni sulla storia recente del contesto che li accoglie.
Si è posto allora il quesito se valesse la pena corredare il testo di annotazioni, come chiavi di decriptazione transgenerazionale e transterritoriale. Giocava contro questa scelta la necessità di godere del testo, senza interruzioni e/o spiegazioni che potessero corromperne l'integrità, spezzarne la musicalità e incanalarne la lettura.
Ha prevalso il desiderio di ampliare la comunicazione e le note integrative sono state aggiunte. Proprio questa scelta sofferta m'induce a consigliare di non curarsi, in una prima lettura, delle note, che potranno essere prese in considerazione solo nel corso di una rilettura.
Le note costituiscono un secondo testo, con una funzione rievocativa e un duplice valore esplicativo: mentre tendono ad agevolare l'interpretazione delle affermazioni del primo testo, rappresentano contestualmente una modalità specifica autonoma di lettura dei tempi e degli spazi di cui si tratta. Le note non hanno infatti alcuna pretesa di esaustività o di oggettività, ma al contrario selezionano i dati, amplificando la soggettività dell'autore, così come gli esempi o le citazioni o i personaggi elencati sono quelli che hanno maggiormente segnato, nell'esperienza di chi scrive, la percezione di quegli avvenimenti o di quella cultura. Pertanto il percorso che traspare dal tessuto dei due testi offre una possibilità in più di comprensione della dimensione di ciò che è stato vissuto.

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indice del volume

Prefazione
contesti
proposte
risposte
epiloghi
indice dei nomi

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L'autore

Maurizio Pincetti Nervi nasce nel 1950 e vive nel corso del liceo l'inizio delle trasformazioni sociali. Ha partecipato alla "contestazione", in contiguità alle aree consiliare e libertaria, convinto della compatibilità fra le due radici, così come della complementarietà fra giustizia sociale e libertà individuali.
Non ha creduto ai benefici del politically correct, del bipartisan, della par condicio, della socialdemocrazia, della soluzione militare, della forza dello Stato, dei fondamentalismi, dell'economia come faro dell'agire umano, dell'efficienza delle società verticali, dei diritti concessi, della competizione senza regole, delle regole prive di uniformità sociale e di certezza di applicazione, del famigliarismo e dei suoi multipli corporativismo e mafia.
Così non ha creduto all'immaginario stereotipato di squadre che non pratichino squadrismo, del potere benevolo, di sudditi non complici, delle priorità universali, del buon senso, dei valori immutabili, della legge naturale, della compatibilità fra ragione e fede, del progresso, della vita anche senza qualità, di organizzazioni benefiche, di città da bere che non siano anche lassative e difficili da digerire, della follia come causa ineluttabile di pericolo sociale, di tante altre false e interessate comunicazioni. Non ha creduto.

scheda di presentazione a cura dell'editore