Zulma, Armonia e Maria Emilia, dice Luisa Di Gaetano nella premessa,
"non hanno nulla in comune, se non la lingua, il genere femminile e il
luogo d'appartenenza".
Armonia Silvera, Maria Emilia Parola e Zulma Martinez sono tre donne
uruguayane costrette all'esilio in Svezia dalla violenza della dittatura
militare che fra il '73 e l'85 sprofondo' nell'orrore e nel sangue anche
quella che era conosciuta come "la Svizzera dell'America latina". Poi,
le vicende di una vita difficile - ma loro sono fra chi, come dice Armonia
verso la fine del suo racconto-testimonianza, ha "avuto fortuna" e sono
sopravvissute - le hanno portate a una condizione per molti versi angosciosa:
quella di persone scisse fra due mondi diversi. Non a caso Luisa Di Gaetano,
che ha raccolto le loro testimonianze, ha intitolato il suo libro Montevideo-Stoccolma
A/R (Editrice Filef, pp. 99). Andata e ritorno fra l'Uruguay e la Svezia,
perche', anche quando l'incubo e' finito e le donne sono potute tornare
in un Uruguay formalmente democratizzato prima (ma ridotto a una "Repubblica
delle banane", come dice Rodolfo Panfilio nella introduzione storica),
e ora con il governo progressista del presidente Tabare' Vazquez, non sono
piu' riuscite a staccarsi del tutto dalla Svezia che le aveva accolte (bene),
in cui i loro figli erano cresciuti e di cui loro stesse ormai si sentivano
parte. Una condizione di scissione e straniamento che tante migliaia di
esuli in fuga dall'Argentina, dal Cile, dal Brasile, dall'Uruguay e dagli
altri paesi dell'America latina negli anni delle dittature militari fasciste
(anche se erano filo-americane) hanno vissuto con esiti sempre traumatici
e a volte tragici.
Anche le tre madri coraggio uruguayane hanno sofferto a lungo gli effetti
della contraddizione e dello sradicamento. La loro storie, che idealmente
nella loro unicita' rappresentano quelle di migliaia e migliaia di esuli,
sono piccole e grandiose nello stesso tempo. Fatte di ideali e militanza
personale o per interposti figli (come nel caso di Zulma), di dedizione
alla causa e prezzi spaventosi: arresti, fughe, torture, anni di carcere,
l'angoscia per i figli, i mariti, i fratelli.
Per questo le loro storie sono storie personali ma anche generali,
e qui sta il senso vero del libro di Luisa Di Gaetano. Storie diverse che
poi diventano un'unica grande storia, anche se, ad esempio, Armonia e Maria
Emilia militavano nella lotta armata e nel caso di Zulma i militanti erano
i suoi quattro figli, i suoi generi e le nuore, suo marito.
Maurizio Matteuzzi, "Il manifesto", 27 settembre 2005