In diretta Tv un premio intitolato al leader fascista
L'altra sera la televisione pubblica ha trasmesso in ora di grande ascolto,
sulla prima rete - l'ammiraglia della Rai - una trasmissione di straordinario
interesse: Il premio Almirante. Conduceva Clarissa Burt, ex subrette e
successivamente candidata per AN alle elezioni europee. Il primo premio
è andato a Raimondo D'Inzeo, ufficiale dei carabinieri a cavallo,
che nel 1960 - all'epoca del governo Tambroni e dell'alleanza tra Dc e
Msi - guidava le cariche contro i dimostranti antifascisti a Roma, a Porta
S. Paolo.
Il premio Almirante è assegnato dalla fondazione Almirante.
Siamo ormai al di là del revisionismo storico, siamo all'esaltazione
di persone nemiche della Costituzione. Almirante diviene un esempio da
indicare, da seguire. Forse si vuole che i giovani imparino da Almirante
l'organizzazione delle bande armate, cosa che egli fece non solo durante
gli anni della Repubblica di Salò, ma anche nel 1946 a guerra finita.
Agli storici il non difficile compito di ricordare che il "fascista in
doppiopetto" si oppose al moderato Michelini per affermare la continuità
con la Repubblica di Salò. Fu l'odio verso la Repubblica della Resistenza
che portò i sostenitori di Almirante a essere disponibili per tutte
le trame ordite per decenni dai "corpi separati" dello Stato, sono suoi
i figli che hanno dato vita allo squadrismo e alle "trame nere".
Il 27 aprile 1966, Stefano Delle Chiaie assalì con i suoi picchiatori
gli studenti davanti alla facoltà di lettere: Paolo Rossi, studente
socialista, 19 anni, morì. La polizia cercò di proteggere
i fascisti, sostenne che Paolo si era sentito male ed era precipitato dalle
scale. Decine di persone testimoniarono che era stato duramente colpito
dai fascisti e per questo era caduto. Tra i picchiatori Serafino Di Luia,
Flavio Campo, Mario Merlino.
E' Almirante che apre il Msi ai gruppi di squadristi; è Almirante
che ha un rapporto privilegiato con i colonnelli greci sostenitori delle
strategie golpiste. Dai colonnelli greci vanno a scuola i Delle Chiaie
e i Merlino.
Come tutti i fascisti, dominati dal culto maschilista del coraggio
fisico, Almirante non disdegnava la pratica diretta dell'azione violenta
e delle spedizioni punitive.
In una famosa foto è ritratto sulle scalinate della facoltà
di Lettere, a Roma, circondato dai suoi picchiatori. Era il 16 marzo 1968,
quel giorno i fascisti cercarono di rientrare nell'Università, che
un tempo era terra loro ma che avevano perduto con il '68.
La spedizione era guidata da Almirante, Caradonna, Anderson: decine
di picchiatori aggredirono gli studenti all'università di Roma.
Me lo ricordo bene quel giorno. Noi studenti prima ripiegammo verso Lettere
- qui viene fotografato Almirante - poi respingemmo l'attacco e i fascisti
si rifugiarono a Giurisprudenza: la facoltà venne circondata e dalle
finestre i fascisti tirarono giù mobili e suppellettili. Un banco,
lanciato dall'ultimo piano, ferì gravemente Oreste Scalzone alla
spina dorsale. Si salvò per miracolo. Questo era il Msi di Almirante.