La temporanea chiusura del Centro di Identificazione ed Espulsione di Bologna da parte della Prefettura è stato un atto inevitabile e necessario date le condizioni del Centro, che evidenziavano un drammatico stato di fatiscenza ed incompatibilità con condizioni di vita rispettose dei diritti umani. Ieri Elisabetta Laganà, Garante per i diritti delle Persone private della libertà personale del Comune di Bologna, è andata in visita al Cie per verificare le condizioni delle persone trattenute che a seguito della chiusura saranno trasferite in altri Centri. In particolare, era pervenuta all'Ufficio una segnalazione relativa a due trattenuti, un uomo e una donna, che da sabato avevano messo in atto una protesta cucendosi la bocca come estremo tentativo di provocare l'attenzione di tutti sulla drammatica condizione determinata dal lungo trattenimento. Per le due persone è stato chiesto un immediato intervento sanitario. E' stata richiesta una particolare attenzione per le donne trattenute attualmente 27, soprattutto per quelle affette da HIV per le quali un trasferimento o un rimpatrio significherebbe venire meno all'accesso alle cure. Il profondo degrado che ha caratterizzato la struttura soprattutto negli ultimi mesi è la chiara risultante di gare effettuate al ribasso su questi centri, per i quali è inevitabile rivedere complessivamente la legislazione.
Elisabetta Laganà, Garante per i Diritti delle Persone private della Libertà personale del Comune di Bologna
Ultimo aggiornamento: mercoledì 06 marzo 2013