La socialità degli anziani e il rapporto intergenerazionale a Bologna

Martedì 8 novembre si è tenuta la settima lezione del Corso Magistrale della Scuola Achille Ardigò “Progettare e co-progettare un Welfare di Comunità a Bologna con il PNRR. Salute, prossimità e famiglie”.

La lezione, con titolo “La socialità degli anziani e il rapporto intergenerazionale a Bologna”, ha visto la partecipazione dei relatori:

  • prof. Francesco Longo, Dipartimento Scienze Sociali e Politiche Università Luigi Bocconi;
  • prof. Marco Albertini, Dipartimento Scienze Politiche e Sociali Università di Bologna.

Il Presidente del CTS della Scuola Ardigò, prof. Mauro Moruzzi, ha presieduto l’incontro, che si è svolto in presenza nella Sala Conferenze del MAMbo (Museo d’Arte Moderna di Bologna – via Don Minzoni, 14) ed è stato trasmesso anche online tramite la piattaforma Google meet (qui il video https://www.youtube.com/watch?v=7rwJSa9OiyQ&t=6954s

La lezione, cui hanno partecipato circa 90 persone, ha visto gli interventi della dott.ssa Angela Zecchi, Responsabile del Servizio sociale di Comunità Porto Saragozza, della dott.ssa Maria Adele Mimmi, Direttore generale Asp Città di Bologna, e di altri discenti.

Di seguito un intervento a cura del prof. Mauro Moruzzi e una galleria di foto

«Socialità degli anziani e il rapporto intergenerazionale a Bologna.
Un appuntamento della Scuola Ardigò in cui i relatori, a partire da Francesco Longo, hanno riscritto i capisaldi del Welfare tradizionale per gli anziani con una straordinaria capacità innovativa e una crudezza (riferita ai dati reali della situazione, alla compatibilità economica delle scelte) che non ha pari nel confronto scientifico. Arriveremo ben presto – con assurde politiche fiscali, redistributive – ad avere un pensionato da mantenere a carico di ogni lavoratore attivo! E questo è assurdo. i dati demografici sono tali che senza una robusta immigrazione di lavoratori da altri paesi il welfare così impostato crollerà. Ma queste considerazioni ‘macro’ non hanno  impedito ai relatori e al dibattito – bellissimo l’intervento di Angela Zecchi – di entrare nel merito di una nuova organizzazione dei servizi che noi ritroviamo pienamente nell’impianto proposto dalla Scuola Ardigò con un lavoro di quasi un quinquennio: il welfare di comunità ispirato alle intuizioni e e al’impianto culturale del pensiero ardigoiano riassunto a inizio 2022 nel ‘Progetto culturale’ della stessa scuola. C’è una straordinaria assimetria tra queste idee innovative – ad esempio: le piattaforme pool per aggregare domanda e offerta di servizi per anziani – e le reti tecno-sociali ardigoiane proposte dalla Scuola e sperimentate fin dai tempi di Achille Ardigò con Cup, eCare e FSE».
Mauro Moruzzi

«Ridurre l’isolamento della silver age per chi è autonomo ma solo, in un’area cittadina contrassegnata da un buon livello culturale ed economico ma non sempre altrettanto ricco di coesione sociale. 
Questo l’obiettivo della ricerca e co-progettazione  didattico sperimentale sulla solitudine della terza età a cui il nostro servizio sociale di Comunità Porto Saragozza, la Scuola Achille Ardigò,  l’Università di Bologna, il Quartiere Porto Saragozza stanno lavorando. Si è creata una rete di collaborazione fra servizi del quartiere, Ufficio Reti, biblioteche, ognuno con le proprie risorse ideative e progettuali. 
Importante la dinamica innovativa dell’approccio che è  partito dalla esperienza del territorio; per questo sono stati invitati testimoni significativi del territorio che sono in rete sui progetti già esistenti per la terza età. La ricerca è finalizzata alla co progettazione e valorizza i progetti già esistenti che offrono alle persone l’opportunità di trascorrere tempo in luoghi comuni. Importante è pensare la terza età come soggetto protagonista di questo tempo di vita dove il tempo rappresenta una opportunità ma a volte anche un vuoto che è possibile riempire assieme ad altri. Vuoto che può essere spazio interiore abitato ma anche buio e disorientamento, non tanto cognitivo, ma emotivo.
I servizi sono presenti, in vario modo, sociale e sanitario nel momento della perdita della autonomia e del bisogno di orientamento nella rete dei servizi. È necessario adesso favorire un cambiamento culturale nel pensare “l’anziano”. Come negli anni ’70 nacquero importanti iniziative che vedevano l’anziano risorsa occuparsi di Centri Anziani, orti, vacanze in città, esperienze ancora presenti e cresciute con esperienze intergenerazionale importanti, anche adesso vanno generate situazioni, occasioni proposte per l’anziano di oggi. La popolazione anziana è in crescita esponenziale, attrezzata rispetto agli strumenti informatici e colta. È importante esplorare e promuovere reti, luoghi di diffusione di esperienze, che diventino luoghi e occasioni di appartenenza e di senso, fruibili da ciascuno secondo le proprie caratteristiche».
Angela Zecchi