Il 5 ottobre 2017 si è svolto il primo incontro di Insieme per il lavoro: insieme a 130 rappresentanti di imprese, associazioni di categoria e terzo settore, prima con una sessione frontale e poi con 11 tavoli di lavoro, sono state delineate buone pratiche e punti fermi sui temi dell’inserimento lavorativo, accompagnamento, formazione, relazione scuole-aziende.
Insieme per il lavoro è un’alleanza tra Comune di Bologna, Città metropolitana e Arcidiocesi di Bologna per il sostegno dell’inserimento nel mondo del lavoro dipendente o imprenditoriale di persone in condizione di fragilità. Utilizzando le risorse e le reti di competenze già esistenti il progetto crea percorsi che abbiano effettivi sbocchi lavorativi, attuando quindi nuove pratiche di cooperazione orizzontale con l’obiettivo di massimizzare il reinserimento delle persone fragili nel mondo lavorativo. La modalità di lavoro e i soggetti coinvolti sono espressione della volontà nel protocollo di costituire un board di imprese, expertise con cui co-progettare bandi a sostegno dell’imprenditorialità e strumento di coinvolgimento delle realtà economiche che, con diverse modalità e a diversi livelli, intendono diventare parte attiva della comunità di Insieme per il lavoro.
Il testo del Protocollo è disponibile sul sito www.insiemeperillavoro.it
Qui le foto dell’evento, il cui report è scaricabile qui.
Queste le conclusioni dell’incontro:
Questo primo incontro del progetto Insieme per il lavoro ha visto la partecipazione di imprese per la maggior parte di grandi dimensioni, principalmente attive nel settore dei servizi e della manifattura, facenti parte di un’associazione di categoria.
Più della metà delle realtà presenti ha dichiarato di avere la necessità nel breve e medio periodo di reperire risorse umane e in particolare di ricercare profili impiegati nei servizi.
Le imprese, per la maggior parte, hanno attivato percorsi lavorativi con le categorie di persone in situazione di svantaggio ma affermano di non essere convenzionate con enti pubblici per il reperimento di soggetti socialmente fragili.
La formazione viene svolta internamente dalla maggior parte delle aziende, anche quella da rivolgere ai neo assunti. Con le scuole ci sono numerose collaborazioni, soprattutto per quanto riguarda percorsi di alternanza scuola-lavoro.
Le imprese dichiarano però che i ragazzi usciti dalla scuola non hanno una formazione adeguata per essere coinvolti in azienda, vedono nello stage uno strumento utile per l’inserimento lavorativo, sia per i giovani che per gli adulti.
Dalla lettura delle risposte ai questionari si possono evidenziare alcuni trend di comportamento e alcune questioni ritenute chiave, che si inseriscono in un quadro più generale in cui il tema principale è lo scollamento tra offerta di lavoro e le necessità del mercato e del territorio.
La formazione, sia dei giovani che degli adulti, spesso non è efficace perché crea profili che non sempre sono adatti alle richieste del mondo del lavoro. Un primo step per affrontare questo mismatching è fare un lavoro di analisi e mappare più chiaramente le risorse e i bisogni, formare profili adeguati e allinearsi sulle aspettative. Nei percorsi formativi è necessario dedicare attenzione non solo alle conoscenze, che comunque devono essere maggiormente mirate, specifiche e più attuali, ma anche alle competenze che negli anni vengono acquisite.
Si parla di competenze trasversali, linguistiche, tecnologiche, di problem solving, creatività e intraprendenza, di soft skills, di collaborazione, di cooperazione, di lavoro per obiettivi, gestione e pianificazione del tempo (gestione priorità). Ma anche di competenze tecniche e un aggiornamento delle stesse nell’ottica dei nuovi scenari che si sviluppano, come ad esempio l’industria 4.0 e il digital manufacturing.
E’ importante anche far sviluppare il senso di responsabilità, e valutare l’appeal che il lavoratore sente per un settore come fattore di accrescimento e coinvolgimento nel proprio lavoro. Parallelamente bisogna far emergere i talenti ed evidenziare le competenze dei soggetti. Bisogna puntare anche sullo strumento dell’autovalutazione e dell’orientamento per far accrescere consapevolezza.
Per andare in questa direzione, la maggior parte degli intervistati, condivide l’idea che sia fondamentale creare maggiori occasioni di scambio tra Scuola/Imprese/Terzo settore/Enti di formazione.
Si riconosce l’utilità dei percorsi che già esistono ma è necessario che questi siano potenziati,meno episodici e più a misura di ogni soggetto. Le scuole e le imprese devono conoscersi meglio, i docenti devono essere formati anche dagli imprenditori o gli imprenditori devono loro stessi entrare nei momenti di formazione.
L’azienda deve garantire una formazione continuativa e deve monitorare i percorsi di inserimento lavorativo. È necessaria una maggiore sensibilizzazione e un maggior supporto per le imprese che gestiscono persone ritenute fragili; in questo senso, la collaborazione con altre imprese o enti, può essere uno strumento utile.
I percorsi professionalizzanti, devono avere un impatto economico contenuto per permettere a più persone di potervi accedere. Altrettanto importante è aiutare a individuare la soluzione formativa più adatta agli obiettivi della persona. Bisogna persistere nel dare nuovi stimoli ai giovani, continuare a istituire tirocini formativi anche per adulti e strutturare meglio i percorsi di riqualificazione. È necessaria una regia di coordinamento, strumenti nuovi per accedere alle risorse e la co-progettazione dei bandi, in questo caso può essere utile nella costruzione di nuove partnership.
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