Per la prima volta il Comune di Bologna introduce il criterio di tutela dei contesti di pregio come elemento centrale per la modifica della disciplina dei Progetti d’area, a partire dalle aree via Righi-Moline e via Belvedere-San Gervasio.
In una delibera, approvata dalla Giunta, vengono rivisti i Progetti d’area alla luce delle nuove esigenze e criticità emerse durante la pandemia, e si decide di rivalutare l’equilibrio degli spazi e degli usi nel centro storico, in modo da tutelare nelle aree di pregio il decoro dei complessi monumentali e di tutti gli immobili demaniali. L’aumento importante della frequentazione non solo turistica, sia di giorno che di notte, richiede infatti una più approfondita progettazione dell’uso degli spazi che garantisca la tutela dei contesti storici e la qualità urbana di cui devono poter godere sia i cittadini sia i visitatori.
Dal 2019 la Giunta aveva adottato per alcune aree del centro delle linee di indirizzo per individuare le porzioni di suolo disponibili per i dehors dei pubblici esercizi, in modo da preservare il decoro urbano e al tempo stesso garantire lo sviluppo commerciale.
Oggi l’accento si sposta sull’interesse pubblico e sul bene primario della preservazione dei contesti di pregio storico e artistico e questo comporta una ridefinizione più puntuale dei progetti d’area, per individuare con esattezza le aree per i dehors, definendo dimensioni, tempi, modi dell’occupazione, senza tralasciare restrizioni specifiche dovute alle primarie esigenze sia di tutela dei contesti storico-architettonici, sia delle principali funzioni della gestione urbana, tra cui la mobilità e la raccolta rifiuti, sia quelle dei cittadini residenti.
Si parte dalle aree via Righi-Moline e via Belvedere-San Gervasio, e di via delle Moline e via San Gervasio per proseguire con Piazza Santo Stefano.
Contestualmente la Giunta ha approvato una delibera con la quale verranno prorogati per due anni i dehors quinquennali in scadenza, anche in questo caso “salvo revoche o modifiche possibili in base al nuovo principio della preservazione dei contesti di pregio storico e cittadino”. La proroga tiene conto del periodo pandemico che ha comportato periodi di chiusura delle attività, ma in una logica di riequilibrio degli usi dello spazio pubblico.