BUONO SCUOLA: FORMIGONI GETTA LA MASCHERA
Articolo di Luciano Muhlbauer, pubblicato su il
Manifesto del 12 febbr. 2008 (pag. Milano)
Formigoni ha finalmente gettato la maschera e
quello che, di fatto, era un finanziamento pubblico della scuola privata, ora
lo diventa anche di nome. Ci riferiamo al cosiddetto “buono scuola”, mediante
il quale ogni anno, dal 2001 in poi, vengono
stanziati oltre 40 milioni di euro di fondi regionali per gli alunni che
frequentano gli istituti privati.
D’ora in poi, il sussidio si chiamerà “dote per la libertà di scelta” e,
dall’anno scolastico 2008-2009, non verrà più erogato a posteriori, in quanto
rimborso, bensì come “contributo preventivo”. La novità più significativa sta, però, nella definizione dei
beneficiari, dove è stata semplicemente eliminata la dizione “scuola statale”
rispetto alla normativa precedente.
Qualcuno potrà obiettare che tanto non cambia nulla, perché da quando il
buono scuola esiste le famiglie degli alunni delle scuole pubbliche, cioè del
91,45% degli studenti lombardi, non possono accedervi. Infatti, anche
nell’anno scolastico 2006-2007, come dimostra la nostra analisi che oggi
pubblichiamo, lo scandalo si è rinnovato e il 99,67% dei 45 milioni di euro assegnati è andato agli studenti delle private. E
non è nemmeno cambiato il fatto che buona parte dei
sussidi è stata assegnata a famiglie che non ne avrebbero alcun bisogno. Cioè, il 47% è stato erogato a favore di famiglie che
dichiarano al fisco un reddito annuo tra 47mila e 200mila euro.
Tuttavia, la novità della “dote” costituisce un’autentica bomba politica,
poiché il drenaggio di denaro pubblico verso le private veniva finora
garantito con un trucco. Infatti, nel 1999, ai tempi del dibattito
sull’introduzione del buono scuola, il governo
nazionale intervenne nei confronti della Regione, contestando come
costituzionalmente illegittimo il finanziamento esclusivo a favore degli
alunni delle private.
Si stabilì quindi, nel comma 121 dell’articolo 4 della legge regionale n. 1
del 2000, che il buono scuola era accessibile agli studenti sia della scuola
statale, che di quella non statale. Ma subito dopo, con un decreto
applicativo, si determinò un tetto di spesa per la retta scolastica, al di sotto del quale non si poteva fare domanda per il
sussidio. E, guarda a caso, quel tetto escludeva esattamente la quasi
totalità delle scuole pubbliche.
Ora sono passati diversi anni e nel frattempo è arrivata la pessima legge
regionale n. 19/2007 sull’istruzione, approvata con la benevola astensione
del Pd e attualmente
impugnata su molti punti davanti alla Corte Costituzionale. E quella legge ha abrogato, tra le altre cose, il comma
121 di cui sopra, rinviando la definizione dell’erogazione del sussidio ad
atti amministrativi del solo esecutivo regionale. Così, nel silenzio e senza
dover nemmeno più informare il Consiglio, il 12 dicembre scorso la Giunta Formigoni ha licenziato la delibera n. 6114,
dove appunto stabilisce in modo esplicito il principio illegittimo del
finanziamento esclusivo alle scuole private.
Tutto chiaro? Ormai l’arroganza del potere ciellino
in Lombardia sembra considerare la Costituzione carta straccia, pur di
canalizzare fondi pubblici verso il privato amico. Da parte
nostra, valuteremo ovviamente tutti i passi formali possibili, sebbene
l’assenza di un Governo nella pienezza dei suoi poteri e la prospettiva di un
nuovo esecutivo nazionale che include Formigoni
rendono persino il rispetto della legalità una missione quasi impossibile.
qui puoi scaricare l’analisi completa dei beneficiari
del buono scuola 2006-2007, nonché la delibera n. 6114
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