Parliamo di Francesco (opuscolo su Francesco Lorusso a cura dei compagni di Lotta continua)
Si è concluso con il feroce assassinio di Moro il disegno delle
Br, di chi le comanda, e di chi le utilizza, che voleva rendere impossibile
l'opposizione di massa, creare consenso alla repressione antipopolare,
spostare a destra l'asse politico in Italia e nel Mediterraneo.
L'apparato repressivo dello Stato, mentre ha dimostrato una "strana"
incapacità a trovare i terroristi, ha scatenato invece un violento
attacco contro gli stessi spazi democratici conquistati dal proletariato
in anni di lotte: perquisizioni e arresti indiscriminati di compagni che
non hanno nulla a che fare con il terrorismo, "caccia alle streghe" contro
chi dissente, divieto di manifestare e aggressioni poliziesche contro chi
era pacificamente in piazza (come è accaduto proprio qui a San Giovanni
il 25 aprile).
Intanto i partiti della sinistra, senza neanche discuterle, hanno sostenuto
nuove "leggi speciali" che rendono tutti meno liberi.
Non a caso in questo clima si è potuto verificare l'assassinio
da parte della Mafia del compagno Giuseppe Impastato, capolista di Dp a
Cinisi in Sicilia, che la Digos e la stampa hanno l'ignobile coraggio di
presentare come un suicidio…mediante tritolo!
Il movimento di Roma che quest'anno ha visto cadere uccisi, per mano
dei carabinieri, della Polizia e dei fascisti i compagni Francesco Lo russo,
Giorgiana Masi, Walter Rossi, Roberto Scialabba, Fausto e Iaio, oltre ai
tanti compagni spinti al suicidio, conosce bene il valore enorme della
vita umana; per questo abbiamo compreso la lotta della famiglia Moro che
non è riuscita a rompere la ferrea logica che ha voluto questa morte,
e apprezziamo la dignità e la fermezza con cui ha risposto no al
tentativo di strumentalizzare anche i funerali di Moro per il rafforzamento
dello Stato.
Compagni,
questo movimento si è battuto da sempre contro l'infame ricatto
di chi ci voleva schierati o con lo Stato della repressione antipopolare
oppure con il terrorismo e la lotta armata clandestina.
Siamo consapevoli che oggi si tenta di togliere ogni spazio alla lotta
di massa, ma anche del fatto che essa è oggi più che mai
necessaria.
Solo la lotta delle masse contro lo Stato dell'oppressione e dello
sfruttamento, per il comunismo, può spezzare la logica di repressione
e di morte che il terrorismo dello Stato e quello dei gruppi armati clandestini,
sostenendosi a vicenda, vorrebbero imporci.
CONTRO LO STATO DELLA REPRESSIONE E IL TERRORISMO DELLE BR, LOTTA DI
MASSA PER IL COMUNISMO!
Il Movimento di Roma (assemblea di Lettere)
Cip 10-05-1978
Piazzale delle Scienze 1
COMPAGNI STUDENTI
La lotta che avete ingaggiato contro i disegni reazionari della borghesia
e la determinazione con la quale vi siete opposti ai tentativi di riportare
indietro le conquiste che il Movimento degli studenti, a partire dal '68,
aveva imposto, sono un grande contributo alla lotta che tutti i lavoratori
conducono contro le misure che il governo e il Pci stanno adottando per
far ricadere il peso della crisi sulle spalle delle classi lavoratrici.
Al tentativo di ristabilire nell'università il vecchio ordine
si è sviluppato un grande movimento di massa che ha posto al centro
del dibattito i grandi temi che investono il nostro paese, riuscendo ad
individuare e a smascherare gli aspetti reazionari contenuti sia nella
riforma Malfatti che nle progetto del Pci.
La grande vittoria che avete ottenuto mettendo in fuga il caporione
del Pci Lama, che, facendosi schermo dei lavoratori, pretendeva, con prepotenza
e arroganza, di imporre un modello dis viluppo basato sulla disoccupazione
e l'intensificazione dello sfruttamento, è un chiaro segno di come
anche il Movimento degli studenti sia riuscito ad individuare da che parte
viene l'attacco più feroce alle condizioni di vita dei lavoratori
e alle loro conquiste politiche.
La vostra lotta ci è di grande aiuto e rappresenta un contributo
notevole alla lotta che gli insegnanti romani, organizzati nel Comitato
di lotta, stanno portando avanti per lo smascheramento di quelle tesi che
il sindacato e il Pci al primo posto, sbandierano come innovatrici ma che
in effetti sono gli strumenti principali di applicazione del blocco della
spesa pubblica di cui il Pci è acceso sostenitore.
E' sotto l'obiettivo dichiarato del blocco della spesa pubblica e della
"riconversione produttiva" che il governo e il Pci, spalleggiati dal sindacato,
cercano di imporre una riforma della scuola che è un attacco al
diritto allo studio e alle condizioni di vita dei suoi lavoratori.
Nella scuola media, dove noi svolgiamo la nostra azione, questo attacco
si concretizza:
-nell'attacco al salario e all'occupazione;
-nella volontà di legare le spese di gestione delle scuole ai
bilanci degli enti locali (peraltro fallimentari);
-aumento dei ritmi di lavoro, della disoccupazione e peggioramento
del servizio scolastico attraverso l'aumento del numero degli alunni per
classe;
aumento della pendolarità dei lavoratori della scuola e degli
studenti attraverso l'eliminazione degli istituti secondari superiori nei
piccoli centri dove questi non abbiano un minimo di 500 alunni iscritti.
Gli insegnanti romani, organizzati nel comitato di lotta, appoggiano
la lotta deglis tudenti contro ‘attacco al diritto allo studio e respingono
le infamie lanciate contro il Movimentod eglis tudenti da parte della stampa
borghese e revisionista tendenti a ricondurre ad una matrice fascista qualsiasi
opposizione al governo e al Pci.
Comitato di lotta degli insegnanti romani
Roma, 26.2.77
Un nuovo omicidio, un omicidio premeditato su commissione governativa
è stata la risposta che Andreotti ha dato al movimento di lotta
degli studenti, dei disoccupati, dei giovani emarginati, delle donne. La
polizia di Cossiga battuta dall'autodifesa militante che a Roma il movimento
ha opposto al divieto di manifestare contro la mostruosa condanna inflitta
al compagno Panieri, ha voluto rifarsi a Bologna assassinando a freddo
vigliaccamente il compagno Francesco Lo russo, militante del movimento
e di Lc. Ciò che è avvenuto a Bologna dove fin dall'inizio
del movimento il Pci si è messo dalla parte delle "forze dell'ordine"
propugnando e sollecitando la criminalizzazione del movimento è
in linea con ciò che è avvenuto in tutta l'Italia. Già
a Roma il Pci ha aperto le porte o si è mosso in sintonia con l'intervento
poliziesco, così la provocazione di Lama è servita a giustificare
l'intervento delle bande armate di Cossiga nell'università, come
alla vigliacca aggressione della polizia al corteo di sabato ha fatto seguito
la decisione del Senato accademico (dei baroni rossi o neri) di serrare
l'università. Le responsabilità di questo omicidio sono da
un lato del governo monocolore democristiano che esegue materialmente una
politica di feroce repressione delle masse popolari e diq qualunque opposizione
al regime dei sacrifici, dall'altro del Pci che non solo sostiene questo
governo ma anzi lo incita alla intensificazione della persecuzione nei
confronti di quelli che il Pci stesso chiama vigliaccamente "covi" o "bande
di squadristi".
Più di 40 compagni del movimento arrestati solo a Roma nell'ultimo
mese, più di 200 assassiii di polizia dopo l'approvazione della
legge Reale, milioni di disoccupati, un attacco feroce a tutte le conquiste
operaie, studentesche, delle donne, dei proletari.
QUESTO GOVERNO E' PEGGIO DEL GOVERNO TAMBRONI
Il nostro movimento ha già dimostrato, con l'antifascismo militante di piazza indipendenza, con la giusta cacciata di Lama venuto a ripristinare l'ordine all'università, con l'autodifesa militante di sabato 5 per Panieri, di saper rispondere con la mobilitazione di massa alla provocazione di stato e revisionista. Con la manifestazione di oggi dimostriamo concretamente che il movimento è in grado di scendere in piazza come e quando vuole per difendere la propria autonomia politica e il processo della propria crescita. Oggi più che mai è necessario che si rinsaldino i legami del movimento degli studenti, dei giovani, delle donne con la lotta della classe operaia nella comune opposizione al governo delle astensioni e dell'omicidio di stato.
ROVESCIAMO IL GOVERNO DELL'ASSASSINIO E DEI SACRIFICI
BATTIAMO CON LA LOTTA DI MASSA LA LINEA DI TRADIMENTO DI CLASSE DEL PCI E DEI VERTICI SINDACALI E LA POLITICA DEL PATTO SOCIALE SANCITA DALL'ACCORDO CONFINDUSTRIA-SINDACATI
LIBERTA' PER TUTTI I MILITANTI RIVOLUZIONARI ARRESTATI
TUTTI A PIAZZA ESEDRA SABATO 12 ORE 16
IL MOVIMENTO DI LOTTA DELL'UNIVERSITA'
Cip Casa dello Studente
Roma 12/3/1977
L'UNIVERSITA' E' OCCUPATA
L'assemblea degli studenti dell'Università di Roma in risposta
alle provocazioni della polizia, che per vietare il corteo indetto dagli
studenti contro i progetti di Malfatti, e di contro-riforma del Pci, ha
messo in stato di assedio Roma,
HA DECISO
L'occupazione a tempo indeterminato dell'Università.
DENUNCIA che questa è la conseguenza di un attacco forsennato
che la stampa cittadina, l'Unità in testa, ha scatenato contro il
movimento degli studenti, pericoloso per i precari equilibri del governo
delle astensioni e dei sacrifici.
DENUNCIA che la riforma Malfatti, come d'altra parte quella proposta
dal Pci, è un attacco violento alla scuola di massa attraverso il
ristabilimento del numero chiuso, la divisione degli studenti in serie
A B e C, l'aumento della selezione volta a colpire l'occupazione giovanile.
DENUNCIA il tentativo di consolidare attraverso le proposte di efficienza
e serietà degli studenti, la divisione tra lavoro manuale e lavoro
intellettuale che è alla base dell'attuale università (e
dell'intera società) come struttura produttrice della cultura.
E' chiaro ora come il Pci, che sostiene la riduzione del costo del
lavoro, che si astiene di fronte agli attacchi di Andreotti alla scala
mobile, che si astiene di fronte ai pazzeschi progetti di occupazione giovanile
e conversione industriale, non possa invece astenersi da scatenare contro
gli studenti in lotta una campagna diffamatoria e poliziesca.
Occorre anche criticare duramente l'atteggiamento di vertice del Pdup
e di Ao che nell'indecisione tra non rompere con il Pci e la necessità
di cavalcare la tigre hanno finito per boicottare la manifestazione di
sabato: la presenza di più di 5.000 compagni (tra cui molti compagni
di base di Ao e Pdup) hanno battuto l'opportunismo dei dirigenti.
La nostra lotta non è solo interna all'università ma
si colloca nell'ambito di un movimento di lotta che si oppone alla politica
dei sacrifici, che va a colpire i lavoratori e che è indispensabile
per la riconversione industriale.
Contro la riforma Malfatti, contro la legge sull'occupazione giovanile
RILANCIAMO LA LOTTA
Il Governo Andreotti ha dato la sua risposta al movimento di lotta che in questi mesi ha visto manifestare per le piazze migliaia di studenti, di donne, di disoccupati, di giovani proletari.
Da un lato il ministro Malfatti ripresenta la famigerata riforma per
selezionare gli studenti e limitare la scolarizzazione di massa adeguandola
alla domanda di lavoro; dall'altro sta passando la legge sull'occupazione
giovanile che distribuisce ulteriori incentivi ai padroni per lo sfruttamento
della forza lavoro e rende istituzionale il lavoro precario e il sottosalario.
I disegni di legge passati con l'appoggio aperto del PCI e dei sindacati
non risolvono il problema della disoccupazione giovanile e introducono
pericolosi elementi di divisione fra occupati e disoccupati -
Di fronte alla portata di questo attacco, che si inserisce nella manovra
più generale volta a comprimere il salario e a colpire le condizioni
di lavoro e di vita della classe operaia e delle masse proletarie, il movimento
deve ricostruire una sua capacità di mobilitazione e di lotta:
-CONTRO LA NUOVA SELEZIONE E L'ATTACCO ALLA SCOLARIZZAZIONE Dl MASSA, PER UN'UNIVERSITA' APERTA Al BISOGNI DEGLI STUDENTI E DEGLI OPERAI.
-CONTRO LA DISOCCUPAZIONE E L'EMARGINAZIONE, PER IL SALARIO, PER UN LAVORO STABILE, SICURO E SOCIALMENTE UTILE.
-CONTRO LA RISTRUTTURAZIONE E L'AUMENTO DELLO SFRUTTAMENTO, I LICENZIAMENTI E L'ABOLIZIONE DELLE FESTIVITA', PER L'ELIMINAZIONE DEGLI STRAORDINARI E LA RIDUZIONE DELL'ORARIO DI LAVORO.
Su questi temi apriamo un dibattito nel movimento che veda la partecipazione dei Comitati di lotta delle Facoltà e degli Istituti medi e delle realtà di fabbrica, dei servizi e dei quartieri.
Tutti all'assemblea di lotta
Sabato 23 aprile alle ore 16,30
Aula magna della facoltà di economia e commercio
IL MOVIMENTO DI LOTTA DEGLI STUDENTI E DEI DISOCCUPATI DELL'ATENEO DI ROMA
APPELLO DEL MOVIMENTO AGLI OPERAI, AI DISOCCUPATI, ALLE DONNE, AI GIOVANI, A TUTTI I COMPAGNI RIVOLUZIONARI, ANTIFASCISTI, DEMOCRATICI
La DC, lo Stato, il Governo, vogliono colpire tutta la classe operaia e ogni spazio di opposizione sociale e politica, e il PCI avalla tutto ciò credendo di poter utilizzare la distruzione dell'opposizione di sinistra a proprio vantaggio.
— Per terrorizzare le masse e costringerle all'obbedienza, Cossiga, che è peggio di Scelba, ha abolito la ‘Costituzione a Roma con la proibizione di manifestare, ha fatto sparare sui cortei uccidendo la compagna Giorgiana Masi di l9anni, impiega le squadre speciali di poliziotti armati in borghese, mentre si arrestano per reati d'opinione compagni intellettuali e perfino gli avvocati del Soccorso Rosso
— Il Governo attacca le condizioni di vita delle masse popolari, taglieggiando i salari con l'inflazione, con l'aumento delle tariffe (ATAC, ENEL, SIP) e la rapina degli affitti
— I padroni indeboliscono la forza operaia grazie ai continui cedimenti del Sindacato sulla scala mobile ", le • festività ~, il piano di riconversione industriale ~, il preavviamento al lavoro ".
— Cercano di far passare per criminali, agli occhi delle masse, tutti quelli che si oppongono a questo stato di cose, costruendo una vergognosa campagna di calunnie e di menzogne portata avanti senza contraddizioni dai giornali fascisti all'Espresso, dalla RAI TV all'Unità.
Di fronte a questa situazione il nostro movimento ha avuto finora un ruolo, sproporzionato alle proprie forze, di unica opposizione intransigente alla " pace sociale ~, alla politica dei sacrifici, all'attacco reazionario agli spazi democratici. ‘Ma il movimento non può sostenere a lungo tale peso da solo: è assolutamente necessario allargare il fronte di opposizione.
Per questo nei giorni scorsi abbiamo criticato con tanta forza i gravi errori commessi in alcune occasioni a Roma e ripetutisi sabato a Milano con l'uccisione di un agente.
‘La Dc e il Governo stanno puntando a distruggerci proponendoci il terreno ora a noi più sfavorevole: quello dello scontro diretto con l'apparato militare dello Stato. Ma negli ultimi giorni, con i 4 cortei contemporanei del 13 maggio e con il presidio di massa di Ponte Garibaldi del 14 maggio abbiamo dimostrato di saper assumere una posizione capace di allargare e rafforzare dl fronte di lotta.
Su questa strada dobbiamo continuare in questi giorni. Siamo convinti che oggi non si debba rinunciare a manifestare e che però va buttata con forza la logica di chi (Cossiga in primo luogo) vuole farci scendere in Piazza con armi da fuoco, e affrontare così lo Stato con pochi nuclei di disperati destinati al suicidio politico, se non anche fisico, e la stragrande maggioranza dei compagni costretti a non scendere in Piazza.
Per questo manteniamo la proposta di un comizio a Porta S. Paolo, precisando a tutti i compagni che non intendiamo fare cortei, che il movimento si darà solo strumenti di elementare autodifesa, che nessun militante del movimento ritiene che per difendere i compagni si debba ricorrere alle armi da fuoco e quindi ci si comporterà di conseguenza, e che, infine, chi non è disposto ad accettare una disciplina di movimento a questo proposito è bene che non venga a Porta S. Paolo, in quanto verrebbe trattato alla stregua di un agente provocatore.
Ma fin d'ora diciamo anche che qualora il nostro appello - rivolto a tutte le strutture organizzate e a tutti i compagni rivoluzionari, antifascisti e democratici- non porterà alla revoca del divieto di manifestare entro le 12 di giovedì: verificata la totale non volontà dei democratici a svolgere almeno il loro ruolo nel modo conseguente, ed il pieno avallo dato dai " partiti dell'astensione » (PCI prima di tutti) all'attacco reazionario, non possiamo esporre il movimento alla distruzione politica e fisica (che è certo nelle intenzioni del governo) e sceglieremo dunque di non accettare lo scontro sul terreno voluto da Cossiga e di rinviare la manifestazione in piazza, tenendo giovedì pomeriggio un'assemblea popolare all'università.
PER LA REVOCA DEL DIVIETO DI MANIFESTARE
CONTRO LA PACE SOCIALE E IL «COMPROMESSO STORICO»
CONTRO IL REGALO DELLE FESTIVITA' AI PADRONI
SOSTENERE L'APPELLO DEL MOVIMENTO FACENDO PERVENIRE LE ADESIONI
ALLA FACOLTA' DI LETTERE OPPURE A RADIO CITTA' FUTURA tel. 733204
PARTECIPATE TUTTI ALLE INIZIATIVE DI LOTTA DEL MOVIMENTO
IL MOVIMENTO
Noi, indiani metropolitani e gli emarginati, denunciamo e rifiutiamo
l’allucinante clima di violenza e prevaricazione creatosi in questa assemblea
in cui tutta la forza, la fantasia e la creatività del movimento
è stata soffocata, violentata e distrutta da un modo di fare politica
che non ha niente di diverso, se non negli slogans contrapposti, cioè
rumore contro rumore, dalla politica praticata da chi odiamo e vogliamo
distruggere.
La penetrazione degli altoparlanti, la prevaricazione di chi è
più tozzo e maschio, la violenza contro gli emarginati, che rifiutano
di esserlo anche nel movimento, sono gli ultimi e violenti sussulti di
un mostro che sta morendo e speriamo lo faccia in fretta e saremo noi a
praticargli l’eutanasia.
Denunciamo con tristezza ma soprattutto con rabbia il tentativo di
ridurre le espressioni di creatività del movimento a semplici fatti
di folklore e abbellimento per nascondere quanto di vecchio marcisca ancora
fra di noi.
Denunciamo con tristezza ma soprattutto con rabbia il tentativo di
ridurre le espressioni di creatività del movimento a semplici fatti
di folklore e abbellimento per nascondere quanto di vecchio marcisca ancora
fra di noi.
In questo senso va il modo con cui la presidenza e parte dell’assemblea
(per non parlare poi di una sedicente riunione di studenti medi che in
realtà era uno squallido raduno di baffoni stalinisti che volevano
negarci la parola!) ha accolto gli interventi degli indiani metropolitani
e delle compagne femministe (che non vogliamo difendere perché le
compagne hanno la forza e l’autonomia per farlo da sole e molto meglio!).
Abbiamo l’impressione, che sta diventando sempre più certezza,
che il Nuovo faccia paura a molti; faccia paura soprattutto a chi tenta
di cavalcare il movimento, con le solite vecchie armi della prevaricazione
organizzata, con le mani a corna o a pistola, disponendosi nell’aula come
se fossimo nel parlamento borghese.
Noi chiediamo che i gruppi parlamentari prevaricatori vengano sciolti,
in caso contrario noi dichiariamo sciolto questo parlamento il cui fine
non è altro che offrire uno splendido materiale di calunnia ai pennivendoli
della borghesia.
Ci dissociamo perciò da qualsiasi conclusione di questa assemblea,
dalle migliaia di mozioni e contromozioni presentate dai professionisti
della politica. Facciamo appello a tutti quanti si riconoscono nella autonomia
vera del movimento di ritrovarsi martedì a Lettere liberata alle
ore 17 per una assemblea dell’area creativa del movimento in preparazione
della giornata di lotta di mercoledì a Campo de’ Fiori. Diffidiamo
ad intervenire all’assemblea di martedì chiunque voglia riproporre
il clima di violenza di questa corrida nazionale.