Politica, educazione e scuola nella giunta Zanardi, Mirella D'Ascenzo
15 luglio 1914, insediamento della Giunta Zanardi. 'Pane e alfabeto' era lo slogan del Partito socialista e 'pane ed alfabeto' era una delle promesse elettorali di una Giunta che è rimasta alla memoria dei bolognesi come periodo epico, quasi leggendario. Per la kermesse elettorale il programma relativo al settore 'istruzione' venne preparato da Mario Longhena, futuro assessore della Giunta, uomo di scuola ed esponente di punta del socialismo locale. All'indomani della vittoria la Giunta di Zanardi rivolse il suo impegno su più fronti. Da un lato verso l'istruzione elementare, di netta competenza comunale, e da poco innalzata nell'obbligo scolastico a 12 anni. Qui si provvide alla crescita di offerta del corso popolare specie nelle zone periferiche, con la preferenza per un insegnamento professionalizzante al suo interno, da raccordare attentamente con le scuole professionali vecchie e nuove -come la Scuola professionale tipografica avviata da Cesare Ratta- e con l'Istituto professionale maschile 'Aldini Valeriani' e quello femminile 'Regina Margherita', affermando con decisione la prospettiva del socialismo salveminiano, favorevole ad una pluralità di scuole adeguate all'estrazione socioeconomica di provenienza. Da un altro lato la Giunta investì notevolmente nel settore dell'assistenza scolastica, con un incremento progressivo e direttamente comunale nei confronti delle istituzioni integrative della scuola, nel quadro della lotta complessiva all'analfabetismo, tesa però a fornire l'eguaglianza delle opportunità per tutti
"tutta un'opera grandiosa si impone a noi, opera che mira a togliere disuguaglianze in quell'alba di vita che non dovrebbe conoscere differenze, opera che mira a rendere uguali di fronte alle bellezze dell'apprendere, a proteggere il debole d'intelletto dalla crudeltà inconscia del forte, ad attenuare con adatti provvedimenti, tutte le varietà che la natura ha voluto affermare e rendere visibili..."
Ecco così crescere il numero degli educatori gestiti direttamente dal Comune con personale ad hoc, istituzioni dette anche poi 'doposcuola', che oggi appaiono superati, ma che allora offrivano un servizio di assistenza nei compiti ed attività ricreative a quegli alunni le cui famiglie non potevano provvedere direttamente per impegni di lavoro. Essi non dovevano essere solo 'case di custodia' ma luoghi di ricreazione ed insieme apprendimento sereno, da estendere anche nel periodo estivo ben oltre la già attiva Villa Aldini, e cioè nelle zone più popolari della città come Pescarola, Arcoveggio, Otto Colonne, S. Viola giacché
"promettemmo ai nostri elettori pane e alfabeto: il pane l'abbiamo dato e vogliamo dare anche l'alfabeto. Raccogliamo, quindi, i bambini dalla strada, li accompagniamo all'educatorio e alla scuola, offriamo loro una completa assistenza scolastica, e questo costituisce un titolo d'onore per la nostra amministrazione...".
Accanto agli educatori la Giunta Zanardi investì nel settore, neppur di sua stretta pertinenza, degli asili infantili, moltiplicandone il numero e cercando, pur nelle ristrettezze della Grande Guerra, di elevarne la qualità, con l'introduzione del metodo Montessori, allora discusso in Italia. Accanto a Villa Aldini, la Giunta promosse le colonie scolastiche comunali montane a Casaglia, Gaibola, Monte Donato e Barbiano, quella fluviale a Casalecchio e quelle in pianura a Roveretolo e Calamosco per gli alunni affetti da scrofola, malattia assai devastante per l'epoca. Un'attenzione particolare venne espressa dalla Giunta Zanardi, che condusse in porto ed ampliò i progetti già deliberati dalla Giunta Tanari, relativivamente alle scuole all'aperto per scolari gracili e malaticci, come la celebre scuola 'Fortuzzi' nei Giardini Margherita. Altrettanta cura fu rivolta dalla Giunta, specie da Longhena, alle preparazione delle scuole 'speciali' per bambini tardivi, sebbene inaugurate poi nella successiva Giunta Puppini nel 1923, con la celebre maestra Jolanda Cervellati e l'ausilio dell'Ufficio d'Igiene scolastica comunale.
Nel pacchetto dell'assistenza scolastica era inclusa la distribuzione massiccia di vestiario e materiale librario per gli allievi e soprattutto la refezione, deliberata nella giunta Golinelli ma estesa su larga scala agli alunni delle scuole comunali ed a quelli delle colonie scolastiche e degli asili, in un progetto di riqualificazione talmente costoso che il successivo Regime ridurrà drasticamente. La Giunta sostenne la pubblica lettura con l'incremento della biblioteca popolare del Sorbelli e l'istituzione di cinque piccole biblioteche rionali per la narrativa e la divulgazione tecnico-scientifica. Continuò ad appoggiare la mutualità scolastica nelle scuole e promosse direttamente le cooperative scolastiche sul modello del panificio comunale, dirette cioè ad abbassare i costi per l'acquisto di materiale scolastico a prezzi più contenuti delle cartolerie private, guadagnandosi, anche qui, le ire funeste dei commercianti del settore. Le esigenze belliche, con la requisizione dei locali scolastici in alcuni periodi, posero in evidenza la carenza e la scarsa qualità dell'edilizia e dell'arredo scolastico comunale, ma su questo la Giunta, a causa delle ristrettezze economiche, poté solo proseguire nell'opera di costruzione delle scuole già deliberate in precedenza, progettando tuttavia il 'villaggio scolastico' della Bolognina, secondo i migliori canoni dell'edilizia scolastica dell'epoca, con palestre, bagni, locali ad hoc per la scolaresca. La realizzazione di queste opere non sempre fu facile ed immune da contestazioni. Dopo la Guerra l'acuirsi della crisi economica e politica generale rese sempre più difficile il mantenimento degli impegni assunti, che s'intrecciava anche alle richieste di adeguato trattamento degli insegnanti coinvolti. Di qui i sempre maggiori contrasti con la base magistrale, a sua volta spaccata nelle diverse anime politico-culturali dell'epoca, che condussero alla crisi dell'idillio con l'assessorato ed alla frantumazione di un sogno, nel quadro della progressivo ascesa dell'idealismo di Croce e Gentile e del fascismo.
Riferimenti bibliografici
N. S. Onofri, La Grande Guerra nella città rossa. Socialismo e reazione a Bologna fa il 1914 e il 1918, Milano, Edizioni del Gallo,1966.
M. D'Ascenzo, Tra centro e periferia. La scuola elementare a Bologna dalla Daneo-Credaro all'avocazione statale (1911-1933), Bologna, Clueb, 2006, specie pp. 159-248.
M. D'Ascenzo, Le scuole dell'infanzia a Bologna in età giolittiana e l'avvio delle prime esperienze montessoriane, in "Infanzia", n, 7-8, luglio-agosto 2007, pp.330-335.