Pullé, Francesco
Modena, 17/05/1850 - Erbusco (BS), 22/08/1934
Francesco Lorenzo Pullé fu professore di Filologia Indoeuropea e Sanscrito dell'Università di Bologna tra il 1900 e il 1925. Attivo protagonista della vita culturale cittadina, a lui si deve la creazione del Museo Indiano nel 1907; capace ricercatore, fondò tra l'altro l'Istituto di Glottologia dell'Università, oltre a essere stato maestro di studiosi come Ambrogio Ballini, Luigi Suali e Raffaele Pettazzoni.
Pullé ebbe un ruolo significativo anche nell'ambiente della politica bolognese, dove fu consigliere comunale del partito socialista, eletto per due mandati consecutivi a partire dal 1902. Nel 1913 fu inoltre nominato Senatore del Regno d'Italia, dopo essere stato per dieci anni membro del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione. Benché fosse un sostenitore delle idee socialiste, come stanno a testimoniare tra l'altro le sue lettere a Felice Cavallotti, Pullé aderì al primo conflitto mondiale e si presentò volontario per il fronte; fu dunque esponente della corrente socialista riformista più vicina al governo Giolitti, favorevole tra l'altro al cosiddetto interventismo democratico in campo militare, rappresentata negli stessi anni da politici quali Ivanoe Bonomi, Leonida Bissolati e Angiolo Cabrini. L'alacrità dimostrata da Pullé in ogni sua impresa e l'animo pugnace che ne contraddistinse l'azione durante tutto il corso della sua vita, riportano la figura di un tipico figlio del Risorgimento, intento a promuovere il sentimento di unità nazionale, con tutte le contraddizioni che possono essere derivate dalle vicende che lo videro protagonista.
Pullé diede inizio alla sua carriera di docente come Professore Reggente per le due classi del Ginnasio di Cefalù, nel 1872. Due anni più tardi fu trasferito al Liceo di Ferrara, dove insegnò latino e greco, ma già nel 1875 ottenne l'incarico di professore di Storia comparata di lingue classiche e neolatine presso la Regia Università di Padova. Il 20 febbraio 1882 si eseguì il decreto ministeriale grazie al quale guadagnò la nomina a professore straordinario di Sanscrito e Storia comparata di lingue classiche e neolatine nella stessa Università e quattro anni più tardi, per Decreto Reale emanato in data 3 giugno 1886, fu promosso professore ordinario delle stesse discipline. Ancora per il tramite di un Decreto Reale, dopo aver fatto domanda in tal senso, il 20 giugno 1889 Pullé si trasferì alla Regia Università di Pisa, dove mantenne la cattedra come ordinario di Sanscrito e tornò a insegnare Storia comparata delle lingue classiche e neolatine in qualità di professore incaricato. Condusse i suoi studi a Pisa per i successivi dieci anni, ma nel corso del 1899 accettò il trasferimento alla Regia Università di Bologna richiestogli dal collega Emilio Teza, assegnato a Bologna in seguito alla scomparsa di Giuseppe Turrini, ordinario di Filologia indoeuropea; l'anno successivo si aggiunse anche l'incarico dell'insegnamento di Lingue italiche e dialettologia dell'Italia moderna. Pullé ottenne poi il coronamento dei risultati scientifici e degli studi compiuti durante gli anni precedenti quando, nell'ottobre del 1902, diede vita e divenne conseguentemente direttore del Gabinetto di Glottologia della Regia Università di Bologna. Erano passati vent'anni dalla nomina a professore straordinario di Sanscrito, materia che avrebbe continuato a insegnare fino alla fine della sua carriera anche a Bologna, formando indologi di prim'ordine come Ambrogio Ballini e Luigi Suali, come già era accaduto a Pisa con Ferdinando Belloni Filippi, assistente presso il Gabinetto di Glottologia di Bologna dal 1911 al 1913.
Francesco Lorenzo Pullé raggiunse l'apice della sua carriera universitaria nel primo decennio del novecento e negli stessi anni si avviò definitivamente alla politica, prima come consigliere comunale, poi come senatore del Regno. Ancor oggi è difficile sostenerlo con sicurezza, ma senza dubbio, al rinnovato interesse verso la politica, sorto fin dalla gioventù, concorse il doppio attacco inferto a Pullé da parte di colleghi professori universitari, le cui trame vanificarono l'ottimo lavoro del professore modenese anche in campo museale. Nel 1902, entrato nel Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, Pullé partecipò al Congresso Internazionale degli Orientalisti, che si tenne a Hanoi, nell'attuale Vietnam. Durante il soggiorno e nel viaggio di ritorno compiuto attraverso lo Sri Lanka e il subcontinente indiano, raccolse il primo nucleo della collezione che avrebbe costituito, a partire dal 1907, la raccolta principale del Museo di Indologia o Museo di Etnografia Orientale, annesso al Gabinetto di Glottologia dell'Università e posizionato nel palazzo dell'Archiginnasio. Ancora prima, nel 1906, gli era stato conferito l'incarico di stendere la Carta etnico-linguistica d'Italia, che richiama studi risalenti al 1898, quando Pullé aveva vinto il premio indetto dall'Archivio per l'Antropologia e l'Etnologia di Firenze per il suo Profilo antropologico dell'Italia. Gli studi cartografici, per cui Pullé ebbe fama internazionale proprio nel contesto dei Congressi Internazionali degli Orientalisti, avrebbero caratterizzato l'ultima fase della carriera dello studioso, durante e dopo la Grande Guerra, quando si impegnò principalmente a far valere la propria fama di studioso e a tenere in vita il Museo Indiano.
Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Bologna negli anni accademici 1910-1911 e 1911-1912 si ricordano i discorsi pubblicati sugli annuari della Regia Università di quel biennio. Il primo, un lungo intervento, che possiamo considerare il suo testamento scientifico, dal titolo Le origini dell'Italia contemporanea, è un atto riparatore dopo la controversia in ambito linguistico e glottologico che aveva visti contrapposti Francesco Lorenzo Pullè e Pier Gabriele Goidanich (1868-1953), sostenuto da Carlo Salvioni e Pio Rajna. Goidanich, infatti, ordinario di Storia comparata delle lingue classiche e neolatine, la materia insegnata a lungo da Pullé, e compagno dello stesso docente nell'Istituto di Glottologia dell'Università di Bologna, si era macchiato anche di qualche bassezza nella vicenda relativa alla Carta etnico-linguistica d'Italia del 1909 e la discordia tra i due studiosi segnò in modo netto l'attività scientifica di Pullé in seno all'Università di Bologna. In anni immediatamente precedenti, altre polemiche lo avevano contrapposto a Paolo Emilio Pavolini e alla Società Asiatica Italiana nel contesto degli studi indianistici. L'isolamento che ne conseguì limitò i suoi contributi alla vita accademica nazionale, e il discorso inaugurale pubblicato nell'annuario dell'Università di Bologna del 1911-1912, intitolato Le conquiste scientifiche e civili dell'Italia in Oriente dall'antichità ai tempi nuovi, sostiene l'adesione all'intervento coloniale italiano in Africa e prefigura l'appoggio di Pullé al successivo impegno militare nella Prima Guerra Mondiale, che può essere definito giustamente coerente con il «suo giovanile garibaldinismo, ma in pieno contrasto con ogni principio socialista» [Timpanaro 1980:57].
Il 30 giugno 1913 Francesco Lorenzo Pullé decadde dal Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, dopo esservi stato nominato per due quadrienni consecutivi e aver avuto anche diritto a una proroga, per sorteggio, decretata in data 24 ottobre 1910, come si apprende grazie al fascicolo personale dello studioso modenese consultabile attraverso il portale dell'Archivio Storico del Senato che reca inoltre testimonianza della sua attività parlamentare. Giovanni Giolitti incluse il nome di Pullé nel decreto di nomina di trenta nuovi senatori emanato il 24 novembre 1913; sul quotidiano Il Giornale d'Italia la mattina successiva si leggeva: “Il professor Pullé dice che entrerà a Palazzo Madama a bandiera socialista spiegata”. Troviamo nota del curioso titolo sopra riportato, tra le carte dello studioso di storia delle religioni Raffaele Pettazzoni, che era stato studente alla cattedra di filologia indoeuropea di Pullé e rimase per tutta la vita amico del figlio, Giorgio (Strada Maestra, 1996:127). L'attività parlamentare del docente modenese coincise anche con le terribili vicende della Prima Guerra Mondiale, a cui Pullé partecipò come volontario in trincea sul Podgora, dove si conquistò il grado di tenente e sul Carso, dove fu ferito, fino a divenire, nel 1918, tenente colonnello, decorato per meriti militari. Tuttavia, i riscontri ottenuti dallo spoglio del fascicolo conservato all'Archivio Storico dell'Università di Bologna, dimostrano che nei primi anni del conflitto bellico, Pullé teneva regolarmente tre lezioni a settimana nelle aule dell'ateneo ed è inoltre verosimile ipotizzare che le promozioni ottenute durante la Grande Guerra siano in parte dovute, anche per oggettivi impedimenti dovuti dall'età di Pullé, alle missioni per rilevamenti cartografici che svolse in quel periodo e negli anni successivi insieme a Carlo Errera, ordinario di Geografia nell'Università di Bologna.
L'ultima parte della vita attiva di Francesco Lorenzo Pullé, prima del ritiro a Laveno, sul Lago Maggiore, in un'area del Paese in cui si era dedicato alla politica ancor prima dell'inizio del secolo, fu contraddistinta dall'impegno a mantenere vivo e vitale il Museo Indiano, conosciuto nel tempo come Museo di Etnografia Indiana e Orientale. Nel 1926, ormai già in pensione, Pullé si rivolgeva ancora alle autorità comunali rammentando la presenza nelle sale del suo Museo di «illustri visitatori, fra i quali i più recenti S.A.R. il Principe di Piemonte e i Ministri, Gentile e Fedele». Il Museo Indiano era però allora in procinto di chiudere e la sua collezione sarebbe stata divisa tra le istituzioni che avevano contribuito alla sua esistenza. [Archivio Storico Comunale Bologna, 1912, Titolo XIV, Rub. 6, Sez. 3]
Luca Villa