Imbeni, Renzo
Modena, 12/10/1944 - Bologna, 22/02/2005
Renzo Imbeni nasce a Modena il 12 ottobre 1944. La famiglia, originaria di Gargallo di Carpi nella campagna modenese, si trasferisce in città dove il padre Luigi lavora in ferrovia. Frequenta con ottimi risultati l'Istituto tecnico commerciale dove si diploma nel 1964. Grazie ad una borsa di studio per merito scolastico, s'iscrive alla facoltà di economia e commercio dell'Università degli studi di Bologna.
La sua esperienza di trent'anni di impegno politico di dirigente di partito inizia nel 1966, come segretario provinciale di Modena della Federazione dei giovani comunisti italiani (Fgci), di cui assume la carica nazionale dal giugno 1972 al dicembre 1975. Nel 1975 è eletto nel Comitato centrale del Partito comunista italiano. Dopo le elezioni politiche del 20 giugno 1976, è segretario della Federazione provinciale del partito di Bologna, carica che ricopre fino all'aprile 1983. Nel 1980 viene eletto per la prima volta in consiglio comunale.
Dopo le dimissioni di Renato Zangheri, Renzo Imbeni è sindaco di Bologna per due mandati consecutivi, dal 29 aprile 1983 al 27 febbraio 1993, dieci anni al servizio di una città che attraversa con lui il difficile compito di governare, nella diversità municipale, una fase della storia nazionale destinata a sconvolgere la scena politica e il ruolo dei partiti. Renzo Imbeni è protagonista di quella "questione morale" che preserva Bologna dalle distorsioni e dalle denunce del sistema di potere grazie anche alla trasparenza della politica istituzionale storicamente "forte" riconosciuta al comune.
Nella fase del cambiamento del modello che i partiti avevano rappresentato, i rapporti politici diventano conflittuali per ragioni nazionali e il sindaco si trova a dover affrontare una realtà nella quale, per esempio, una sua giunta non ottiene da parte del consiglio neppure la possibilità immediata di operare. Renzo Imbeni è il sindaco che fa della pratica della politica un elemento di apertura e di allargamento delle alleanze all'interno del consiglio comunale; un modello di mediazione che punta alla soluzione dei problemi, alla convergenza sui temi della gestione e dell'amministrazione concreta della città. In questo senso, gli anni Ottanta a Bologna producono una cultura amministrativa che, basandosi sull'esperienza del passato, rinnova l'azione dell'ente locale verso una sempre maggiore limpidezza dei rapporti politici, in diretto contatto con la società civile. In quegli anni si rafforza e si diversifica anche il ruolo degli organi del comune: sindaco, giunta e consiglio in relazione alla distinzione più marcata tra le linee di gestione e quelle di indirizzo che porterà all'elaborazione e all'adozione del primo Statuto nel 1991, immediatamente dopo l'introduzione della legge 142 del 1990.
Nell'ottobre 1991, Maria Teresa, ultima sorella del grande pittore bolognese, dona alla città il lascito testamentario di opere, arredi e oggetti per la realizzazione del Museo dedicato a Giorgio Morandi, ponendo la condizione che la collezione sia ospitata in permanenza all'interno di Palazzo d'Accursio. Il sindaco Imbeni, dopo aver dato formale assicurazione in tal senso, s'impegna per la realizzazione della nuova istituzione che verrà inaugurata nel 1993, dopo soli due anni dalla donazione.
Renzo Imbeni viene eletto al Parlamento europeo per la prima volta, il 18 giugno 1989, dove aderisce al gruppo socialista. Nella prima legislatura (1989-1994) è presidente della delegazione del Parlamento europeo per i rapporti con la Knesset, il Parlamento d'Israele, dal 1989 al 1991. Dal maggio 1991 al febbraio 1993 presiede la commissione delle città europee, come primo sindaco di un grande comune eletto in parlamento, ed il suo impegno si dedica fin da subito a saldare i rapporti tra la città di Bologna e l'Unione europea.
Porta in Europa le battaglie per i diritti civili dei movimenti omosessuali delle lesbiche e dei gay contribuendo alla stesura della risoluzione del Parlamento europeo sulla "Parità dei diritti delle persone omosessuali"; tematica a lui molto vicina fin da quando nel 1982, quando era segretario provinciale della federazione del partito comunista, approva la decisione di Bologna, primo comune in Italia, di assegnare i locali del Cassero di Porta Saragozza al Circolo 28 giugno.
Nel 1990, inaugura il primo monumento italiano alle vittime omosessuali del nazifascismo nei Giardini di Villa Cassarini a Porta Saragozza. Questo a testimonianza del suo impegno, molto forte e sentito, nei confronti del rispetto dei diritti di tutti, contro ogni discriminazione, contro il razzismo e la xenofobia.
Durante la seconda legislatura (1994-1999) è eletto Vicepresidente del Parlamento europeo, incarico che gli viene riconfermato ininterrottamente fino a luglio 2004, quindi anche nella terza legislatura(1999-2001) e nella quarta (2001-2004), con riconferma a metà di ciascun mandato, come previsto dal regolamento del Parlamento europeo. Dieci anni di impegno politico vissuti all'interno dell'istituzione rappresentativa europea dove i suoi incarichi più importanti sono stati: co-presidente della delegazione con il Cosac, Comitato degli organismi specializzati negli affari comunitari; co-presidente del Comitato di conciliazione con il consiglio; incaricato per il Parlamento europero delle relazioni interparlamentari multilaterali.
Nel 1999 è presidente scientifico e di garanzia della Fondazione Alexander Langer, suo collega al parlamento europeo.
Renzo Imbeni muore a Bologna a soli sessant'anni, il 22 febbraio 2005.
Dopo la sua scomparsa, viene dedicata a suo nome una borsa di studio per giovani laureati sui temi dell'integrazione comunitaria e sulla storia del socialismo europeo. Il 23 marzo 2007 è stata intitolata a Renzo Imbeni la piazza monumentale del Fiera District, antistante la sede della Regione Emilia-Romagna. Attualmente sono in preparazione diverse attività per ricordarlo, ma soprattutto per valorizzare la sua eredità politica ed ideale; in particolare, si sta per istituire un centro d'iniziativa politica a lui dedicato sui temi della qualità della vita nelle città.
Il suo ultimo discorso in consiglio comunale, così riassume le linee essenziali dei suoi dieci anni di sindaco:
"Signori consiglieri,
fra le diverse responsabilità pubbliche, quella di Sindaco credo sia irripetibile dal punto di vista umano, per la possibilità che offre di ascoltare e capire lo stato d'animo delle persone.
In particolare penso che proprio l'esperienza di Sindaco di una città così bella e difficile, forte e indifesa, piccola ed internazionale come Bologna non abbia confronti.
Essa è fatta di stimoli, critiche e sostegni quotidiani, in altre parole di aiuti che fanno sì che l'azione di governo non sia mai isolata, non si svolga mai nel chiuso di uno o più palazzi, ma sia il risultato di una relazione permanente fra chi governa e chi è governato.
Per questo io sento il dovere di ringraziare tutti i protagonisti di quest'aula e della città".
Abbiamo lavorato bene, abbiamo lavorato insieme, 18 gennaio 1993.
Come mi è stato insegnato la politica esiste comunque;
se tu non la fai, altri la fanno per te.
E allora se sei convinto di essere portatore
di idee belle e giuste
tanto vale che tu faccia la tua parte,
senza delegarle ad altri.
Renzo Imbeni, Lettera a un ragazzo.
Gentilmente tratto dalle pagine del sito del Circolo "il Cassero", Bologna.
a cura di Paola Furlan