Capponi, Ester
Granarolo dell'Emilia, 20/07/1890 - Casalecchio di Reno, 31/01/1963
Ester Capponi nacque a Granarolo dell’Emilia il 20 luglio 1890. Di professione maestra elementare, insegnò a Castel San Pietro fino al 1925, quando, per sfuggire alle persecuzioni fasciste, fu costretta a trasferirsi a Milano. Attiva nel Partito Comunista d’Italia fin dalla fondazione, nell’autunno del 1926 fu coinvolta in un tentativo di fare espatriare Antonio Gramsci - dapprima lo accolse a Milano e successivamente si recò a Roma per favorirne la partenza. Nell’estate del 1927 fu arrestata con l’accusa di aver favorito l’espatrio clandestino di Alma Lex, moglie di Umberto Terracini. Nello stesso anno, dopo essere stata rilasciata, assistette Gramsci, all’epoca detenuto nel carcere di Milano, tenendo i contatti fra lui e la cognata Tatiana Schucht, ricoverata in ospedale. Nello stesso periodo era in carcere anche il marito di Ester - Orfeo Zamboni (in seguito processato e condannato dal Tribunale speciale insieme a Gramsci, nel cosiddetto processone).
Nel 1928 Ester riparò in Francia e negli anni successivi visse in diversi paesi europei, per poi raggiungere l’Unione Sovietica, dove, ammalata, trovò la possibilità di curarsi. In quegli anni inviò varie lettere ai famigliari in Italia, copiate dalla polizia fascista e conservate nel suo fascicolo attivo presso il Casellario Politico Centrale. Ester viene infatti schedata come comunista e inserita dalla polizia fascista tra i cosiddetti “sovversivi”.
Nel 1939 si trasferì in Svizzera, dove svolse compiti di assistenza agli antifascisti internati in Germania e funzioni di collegamento con le formazioni partigiane italiane. Nel 1945 rientrò in Italia e si stabilì a Bologna, ricoprendo negli anni del dopoguerra vari incarichi politici e amministrativi. Nel 1946 venne eletta nel Consiglio Comunale di Bologna, dove rimase fino al 1951 per ritornarvi dal dicembre 1955 al maggio 1956 a seguito della scomparsa di Francesco Kolletzek. Dal 1947 al 1954 fece inoltre parte del Comitato federale della Federazione del PCI di Bologna, sul cui settimanale “La lotta” pubblicò vari articoli sui temi dell’emancipazione femminile.
Il suo impegno a favore dei diritti delle donne la portò fin dall’immediato dopoguerra ad entrare a far parte dell’UDI di Bologna, divendone dapprima dirigente e in seguito Segretaria provinciale, incarico che ricoprì fino al 1950. Negli anni Cinquanta partecipò a numerose iniziative a favore della pace, tra cui il primo Congresso bolognese dei partigiani della pace (1950), di cui restano suoi ritratti a fianco di Miriam Mafai e dell’allora sindaco di Bologna Giuseppe Dozza. Dopo essere stata segretaria dell’UDI, diresse l’istituto “Villa Neyroz”, creato nel 1949 per iniziativa dell’Unione Nazionale per la Salvezza dell’Infanzia e dell’UDI con lo scopo di assistere bambini e ragazzi che si trovavano in condizioni di forte disagio.
Si spense a Casalecchio di Reno il 31 gennaio 1963
Eloisa Betti e Nerio Naldi
Fonti e bibliografia:
Archivio Centrale dello Stato, Casellario Politico Centrale, busta 1048, fascicolo 1095; busta 5501, fascicolo 1096.
Archivio fotografico UDI di Bologna
Archivio PCI di Bologna – Fondazione Gramsci Emilia-Romagna
L’Unità, Cronaca di Bologna, 1 febbraio 1963.
La Lotta, 18 novembre, 1949
La Lotta, 3 giugno 1950
La Lotta, 10 novembre 1950
Sito “Storia amministrativa” del Comune di Bologna - http://www.comune.bologna.it/storiaamministrativa/people/detail/36236
Antonio Gramsci e Tatiana Schucht, Lettere, 1926-1935, a cura di A.Natoli e C. Daniele, Einaudi, Torino, 1997.
Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese, 1919-1945, a cura di A.Albertazzi, L.Arbizzani, N.S.Onofri, vol.II, Istituto per la storia di Bologna, 1985.
Gramsci vivo nelle testimonianze dei suoi contemporanei, a cura di M.Paulesu Quercioli, Feltrinelli, Milano, 1977.
Il P.C.I. a Bologna. Congressi e dirigenti dalla Liberazione al XVII congresso, a cura di M.Murotti, Tipografia Moderna, Bologna, 1986.