Bartolotti, Mirella
Alfonsine (RA), 02/04/1931 - Bologna, 27/04/2015
Paola Furlan – Luisa Lama
Mirella Bartolotti, una «femminista equilibrata» in consiglio comunale, 1956-1964.
Mirella Bartolotti nasce ad Alfonsine, in provincia di Ravenna, da una famiglia molto politicizzata, in seguito si trasferisce a Bologna dove s'iscrive alla facoltà di lettere dell'università. I fatti di Modena - l'uccisione di sei operai avvenuta il 9 gennaio 1950 durante una manifestazione sindacale di protesta davanti alle Fonderie riunite – contribuiscono ad accrescere la sua consapevolezza: «bisognava dichiararsi; quindi credo che in quei giorni o poco dopo decisi di iscrivermi al Partito comunista italiano». Svolge attività politica nella cellula universitaria che si costituisce nel 1951. In quegli anni inizia a lavorare a metà giornata per la Federazione braccianti che ha la sede nazionale a Bologna. Suo segretario è Luciano Romagnoli, partigiano, organizzatore di scioperi e lotte sindacali dei lavoratori della terra durante la Resistenza nella Bassa Bolognese, che le affida una ricerca, una raccolta di notizie, di spoglio di giornali e documentazione, in previsione della pubblicazione degli atti dei congressi e della storia dell'organizzazione del movimento contadino in Italia. L'11 marzo 1954 è nominata segretaria, ruolo che di fatto le affida la direzione del Circolo di cultura di Bologna, fondato nei primi mesi del 1953. Prima di lei l'incarico era stato svolto da Renato Zangheri, «con cui in quegli anni nacque una duratura amicizia». Non a caso saranno entrambi protagonisti di due innovazioni istituzionali e culturali nella politica amministrativa di ente locale nazionale. Nel 1956 Mirella Bartolotti è la prima donna assessore in una giunta municipale e analogamente Renato Zangheri nel 1959 è il primo assessore alla cultura di un comune italiano.«Che cosa era questo Circolo di cultura? Era una associazione, una organizzazione, un punto di ritrovo di intellettuali di sinistra, democratici e di vario orientamento, naturalmente veniva fuori dal bisogno che era avvertito da molti intellettuali di muovere la vita culturale bolognese dopo la guerra e le sue conseguenze alla diffusione della cultura». Politicamente, Mirella Bartolotti intensifica la militanza nel partito come «quadro», anche se lei è sempre riluttante a definirsi tale; nel 1955 diventa membro della commissione culturale della federazione. Alla fine di ottobre del 1955, a 24 anni, partecipa come relatrice alla Seconda conferenza nazionale delle donne del Pci alla presenza di Palmiro Togliatti che, «come mi fu detto in seguito, aveva apprezzato il mio discorso». Dal 1955 al 1962 è eletta nel Comitato federale della Federazione comunista di Bologna. Nel 1956 è delegata all'VIII congresso del Pci e lo sarà nuovamente nel 1960 al IX congresso, «che allora non era cosa da poco». Nel 1958 il partito la vuole candidare nelle elezioni politiche per la Camera dei deputati, ma lei rifiuta «perché non mi attraeva e poi non me la sentivo proprio». Probabilmente sta già riflettendo su quelle che saranno le sue scelte future, verso un lento avvicinamento al mondo della scuola che sente più vicino a lei, intimamente connesso alle sue qualità e alla sua indole. Negli stessi anni prosegue l'attività di ricerca storica pubblicando su «Emilia», rivista della Regione Emilia-Romagna, nel numero di novembre 1954, il saggio, Il Sindaco del pane, sulla figura di Francesco Zanardi, primo sindaco socialista di Bologna negli anni della Grande guerra e convinto sostenitore del riformismo municipale nella politica amministrativa del comune. La campagna elettorale del 1956 è caratterizzata dal duro scontro tra il il comunista Giuseppe Dozza, sindaco uscente, e il democristiano Giuseppe Dossetti che con il Libro bianco su Bologna avanza nuove idee per governare la città. I risultati confermano la maggioranza comunista e socialista, ma entra in consiglio un gruppo di cattolici di sinistra, impegnati a costruire una nuova forma di impegno politico, costruttivo, di minoranza programmatica di cui fanno parte tra gli altri, Angiola Sbaiz, Luigi Pedrazzi, Achille Ardigò. La giunta che si forma dopo le elezioni amministrative del 27 maggio 1956 è composta da una maggioranza comunista - 29 consiglieri e socialista con 4 consiglieri - e da una minoranza, non di opposizione pregiudiziale, come spesso è ricordato, rappresentata dal gruppo della Democrazia cristiana con17 consiglieri, guidato da Giuseppe Dossetti. Il 20 giugno 1956, nel suo discorso di insediamento a sindaco, Giuseppe Dozza propone l'istituzione di nuovi assessorati «per il Lavoro, delle Belle Arti, Spettacolo e Turismo, dei giovani e lo sport e delle donne» che «testimoniano di un particolare interessamento per problemi meritevoli della maggiore attenzione». Ben chiara è la consapevolezza che un assessorato non avrebbe potuto risolvere i veri problemi, ma la particolare attenzione che l'amministrazione riserva alle donne sta a testimoniare l'interesse sociale e politico di intervenire nella specificità dei problemi femminili. Mirella Bartolotti è la prima donna nominata assessore del Comune di Bologna, e forse d'Italia; è anche l'unica e la più giovane componente della giunta. A lei sono affidate le deleghe più innovative, quelle dedicate ai problemi delle donne. La scelta di nominare Mirella Bartolotti non è per nulla casuale. A venticinque anni ha già alle spalle esperienze culturali e politiche di rilievo che la collocano esattamente nel ruolo prefigurato dal sindaco Giuseppe Dozza nella sua visione ampia e articolata delle modificazioni che stanno trasformando il tessuto sociale urbano della città. Nuovamente rieletta nelle successive elezioni amministrative del 6 e 7 dicembre 1960, rimane in consiglio come componente del gruppo della lista Due Torri, senza assessorato, fra l'altro la nuova giunta risulta composta da soli uomini.
Mirella Bartolotti è stata la prima a confrontarsi con un ruolo istituzionale fortemente innovativo come quello della politica delle donne per le donne e lo fa in totale coerenza con la sua visione della vita e dei suoi principi, con grazia e sensibilità.
Tratto da, Mirella Bartolotti. Discorsi, scritti, testimonianze. La prima assessora italiana ai problemi delle donne, a cura di Paola Furlan, Bologna, Pendragon, 2016.