Museo Civico del Risorgimento
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anni '50 del XIX sec.
La bardatura inviata da Torino e conservata oggi al Museo era completata da diversi finimenti con funzioni diverse.
Il pettorale, al cui centro è posto un rosone metallico decorativo, serviva per controllare la posizione della testa del cavallo; le cinghie - due legate alla sella e una al sottopancia - contribuivano a tenere ferma la sella, evitando scivolamenti all'indietro.
Il sottocoda passava sotto la coda del cavallo e serviva ad evitare lo scivolamento in avanti della sella.
Il sottopancia, formato da 3 strisce in tela con imboccatura in cuoio, serviva a fissare la sella sul cavallo. Circondava il torace dell'animale, e si collegava ai riscontri della sella.
Due staffili, attaccati alla sella, servivano per tenere e regolare le staffe.
La testiera, composta da strisce di cuoio che giravano attorno alla nuca, alla fronte, al muso, serviva per controllare il cavallo, sostenendo l'imboccatura con il morso o il filetto.
Il filetto, piazzato nella bocca del cavallo, serviva per comunicare e controllare il cavallo.
Le redini sono strisce di cuoio che venivano impugnate per guidare il cavallo.
Nella bardatura non sono presenti il morso (di solito associato al filetto) e le staffe: con ogni probabilità, nemmeno le Regie Scuderie li avevano inviati.