Museo Civico del Risorgimento
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Il Museo civico del Risorgimento, in collaborazione con il Settore Marketing Urbano e Turismo, ha curato la pubblicazione del dépliant La Grande Guerra a Bologna. Itinerario della memoria.
Una mappa destinata ai turisti e ai Bolognesi, che grazie ad essa potranno percorrere la città alla scoperta delle memorie del primo conflitto mondiale: dalle lapidi celebrative, ai monumenti collettivi, a quel grande “deposito della memoria cittadina della Grande Guerra” rappresentato dal Museo stesso e dalla sua Biblioteca.
Il , sorto nel 1893, è oggi collocato al piano terra dell’ultima abitazione di Giosue Carducci, che, unitamente al giardino monumentale a lui dedicato, fa parte di un unico complesso museale.
L'esposizione del Museo civico del Risorgimento, ponendo l’accento sulle vicende cittadine, percorre gli eventi che vanno dalla Rivoluzione Francese alla Grande Guerra, non solo dal punto di vista militare, politico ed eroico, ma anche nei suoi aspetti culturali, sociali ed economici.
L'età napoleonica rivive così nelle preziose armi del Re di Napoli Gioacchino Murat, la cui memoria è legata per vincoli parentali alla città felsinea; le cospirazioni della Restaurazione sono viste attraverso i documenti della Carboneria; gli anni cruciali del Risorgimento, sotto il segno di Garibaldi, vengono documentati dalle armi, uniformi, bandiere delle guerre di Indipendenza, dai cimeli di Ugo Bassi e della battaglia dell’8 agosto 1848. Gli anni post-unitari vengono documentati attraverso il racconto dello sviluppo economico e urbano della città, fino alla tragica esperienza della Prima Guerra Mondiale, che anche sulla città lasciò tracce indelebili.
L'area dedicata alla Grande Guerra evoca infatti la novità assoluta costituita da quell'evento grandioso e terribile: le enormi risorse bruciate nella guerra sono testimoniate dai manifesti di propaganda al prestito nazionale, opera dei migliori illustratori del tempo; maschere antigas, mitragliatrici, bombe a mano ricordano l’enorme capacità distruttiva che caratterizzò questo conflitto, nel quale la tecnologia si unì ad una impensabile barbarie, simboleggiata dalle mazze ferrate utilizzate per finire i soldati nemici; i “giornali di trincea” documentano invece lo sforzo propagandistico messo in campo dalle nazioni belligeranti; le fotografie di Bologna in guerra e i giornali bolognesi - con gli articoli cancellati dalla censura - ci parlano infine del “fronte interno”.