Habitat naturali e paesaggio
Obiettivo generale:
valorizzazione e tutela degli habitat naturali e del paesaggio
Obiettivo specifico:
promuovere e incrementare la biodiversità, mantenendo al meglio ed estendendo riserve naturali e spazi verdi
Per la sua collocazione geografica, tra pianura e collina, e lo sviluppo di un ampio e complesso tessuto urbano e periurbano a tratti continuo a quello dei comuni limitrofi, il territorio comunale di Bologna rappresenta una realtà particolare. La localizzazione dell'area urbana bolognese al piede dell'Appennino ha favorito lo sviluppo di un territorio molto vario dal punto di vista ambientale, a differenza di territori più omogenei e definiti come la pianura, la collina e la montagna.
A questa condizione di "passaggio o margine" propria del territorio comunale di Bologna, e alla conseguente maggiore ricchezza ambientale e biodiversità, si contrappone la presenza dell'area urbana e delle numerose infrastrutture ad essa collegate, che di fatto rappresentano una barriera per lo spostamento di animali e piante e, pertanto, un ostacolo per i collegamenti ecologici del territorio. Questo rappresenta uno degli aspetti fondamentali con il quale devono confrontarsi la valorizzazione e la tutela degli ambienti naturali di Bologna e uno dei fattori di maggiore criticità e fragilità del territorio, da considerare con la massima attenzione.
D'altra parte, la presenza della città impone una lettura più articolata dell'Ambito urbano per recuperare quegli elementi (parchi e giardini, altri spazi verdi, fasce di vegetazione naturale e seminaturale, verde privato, spazi aperti residuali, lembi rurali interclusi all'urbano) che possono contribuire in qualche misura a portare un grado minimo di naturalità all'interno della città.
Si tratta, in sostanza, di riconoscere anche a questi elementi il ruolo appropriato nell'ambito dello sviluppo della città. La lettura in Ambito urbano e periurbano non deve inoltre trascurare altri elementi che sono di grande importanza per la storia del territorio, come il reticolo idrografico, frutto di un passato nel quale le acque avevano un ruolo di assoluto rilievo per la vita e lo sviluppo economico della città e della campagna bolognese, le persistenze di assetti rurali tradizionali, le tracce sopravvissute della viabilità storica.
La posizione di partenza da cui gli obiettivi generali di salvaguardia e implementazione di habitat naturali e paesaggio è d'altra parte alquanto privilegiata. Oggi, infatti, Bologna può contare su un patrimonio di verde pubblico di quasi 1.200 ettari di estensione, oltre la metà dei quali riconducibili a parchi e giardini: alle ampie zone estensive localizzate nel territorio collinare e lungo i principali corsi d'acqua si aggiungono i parchi e i giardini urbani. Sul territorio comunale, poi, si sviluppano anche parti di alcune aree protette di valenza regionale (il parco dei Gessi Bolognesi e dei Calanchi dell'Abbadessa, i Siti di importanza comunitaria, la Golena San Vitale e la Golena del Lippo, posta all'estremità nordorientale del territorio comunale, lungo la sponda sinistra del fiume Reno e a sud l'estensione in territorio bolognese del Sic dei Boschi di San Luca sul versante destro della valle del fiume Reno) che già oggi contribuiscono a creare la struttura di un complesso sistema naturale.
Nelle zone di pianura, soprattutto nella campagna che si sviluppa a nord est e a nord ovest del centro abitato nei cosiddetti "cunei" e in alcuni lembi della collina, infine, permangono elementi paesaggistici che richiamano gli antichi assetti rurali dei secoli passati, in qualche caso rimandando alla pianificazione territoriale romana (tracce di centuriazione).
Impatto potenziale da Psc
E' chiaro che un simile patrimonio, nella sua complessità, richiede specifiche e ponderate scelte pianificatorie e gestionali rispetto a temi come la tutela della biodiversità, la valorizzazione e il potenziamento delle risorse naturali, lo sviluppo sostenibile del territorio e la sua fruizione. La pianificazione, pertanto, deve essere tesa soprattutto a migliorare la qualità ambientale della città e a favorire un rapporto più diretto tra i cittadini e gli spazi naturali e aperti, nel rispetto della peculiarità e complessità del territorio e in considerazione, oltre che dell'ambiente naturale, delle diverse componenti legate alla storia della città, all'evoluzione del suo territorio, alle moderne esigenze di fruizione degli spazi aperti.
L'obiettivo principale è individuare un articolato disegno adattato alla complessa realtà bolognese, che consenta non solo di condividere le linee guida con i territori dei comuni limitrofi, in coerenza con il progetto di rete ecologica a scala provinciale, ma anche di costituire una sorta di modello ispiratore anche per i comuni contermini.
Sulla scorta di queste premesse, l'impatto potenziale che il Psc dovrebbe apportare a Bologna non può che essere, per le tematiche in oggetto, positivo. La salvaguardia degli ambienti naturali e degli elementi storico-paesaggistici, unitamente alla creazione di una rete di connessione fra le varie aree e all'implementazione del sistema del verde non può infatti che contribuire ad incrementare la biodiversità e, in qualche caso, a migliorare la qualità della vita, mitigando alcuni dei principali impatti imputabili allo sviluppo urbano.
Misure per la sostenibilità
Nella pianificazione urbanistica e nelle successive fasi progettuali va posto come obiettivo la realizzazione di nuovi parchi e giardini pubblici pienamente fruibili, localizzati in aree idonee sotto il profilo igienico-ambientale (suolo, acustica, qualità dell'aria), quantomeno nelle porzioni che ospiteranno le aree attrezzate per la sosta e la ricreazione.
L'assenza di una precisa e consapevole pianificazione degli spazi a verde pubblico ha portato per contro a generare aree verdi di risulta, ottenute al termine di processi di sottrazioni degli spazi costruiti, sui quali si riversano le molteplici e a volte contrapposte esigenze dei cittadini.
In qualche caso, poi, si è assistito ad uno sviluppo del sistema infrastrutturale privo di un'attenta lettura degli elementi di naturalità ancora presenti nel territorio e di un confronto con la necessità di ampliare il sistema del verde e preservare quest'ultimo da ulteriori frammentazioni indotte dalle grandi e medie infrastrutture.
In proposito, per il futuro, è indispensabile attuare maggiori sinergie volte a un dialogo preventivo per individuare interventi a bassi impatti, anche se in qualche caso dovessero risultare più onerosi.
A. Sistema del verde
Gli spazi a verde pubblico devono costituire un'ossatura, lo scheletro che sostiene l'intero sistema del verde territoriale nella sua più ampia connotazione di dotazione ambientale intesa in termini di aree permeabili con copertura vegetale.
Il Psc individua, e in parte riconferma, l'importanza strategica delle aree estensive che si sviluppano lungo i corsi d'acqua che solcano il territorio comunale, con particolare riferimento al fiume Reno e all'esteso reticolo idrografico collinare minore, che vanno a costituire una naturale connessione tra la collina e le aree agricole di pianura. Un ulteriore elemento di forte connessione tra l'urbanizzato e la pianura è rappresentato dal canale Navile, la storica via d'acqua che ancora mutua le componenti di naturalità con le testimonianze del suo trascorso idraulico e che può consentire lungo la sua asta la realizzazione di importanti collegamenti trasversali verso aree verdi cittadine di particolare pregio e importanza.
Per le aree verdi attestate sui corsi d'acqua, che per tratti consistenti determinano il limite territoriale amministrativo (come riscontrabile tra l'altro lungo il torrente Savena), occorre pensare in termini di naturalizzazione e incremento della diversità biologica, in sinergia con i comuni limitrofi, al fine di potenziare le valenze ecologiche dei corsi d'acqua e disporre di più ampi polmoni verdi attrezzati con una attenzione specifica al contesto in cui si collocano.
Occorre estendere anche ai corsi d'acqua secondari una politica attenta di salvaguardia, recupero e valorizzazione, in accordo con gli Enti gestori, sia in termini ambientali sia, con le opportune cautele, come corridoi funzionali alla mobilità pedonale e ciclabile.
Un'importanza strategica, nell'ambito del futuro sistema del verde, è assunta anche dai cunei agricoli e dal territorio collinare. Nel primo caso è indispensabile che si proceda ad una salvaguardia dei lembi residui di paesaggio rurale che conserva gli elementi storico-paesaggistici del passato, gettando le basi per un nuovo tipo di fruizione degli Ambiti rurali, non necessariamente imperniata sulla realizzazione di aree pubbliche. E' in questo contesto che si vanno ad inserire i cosiddetti parchi "città-campagna" immaginabili nei dintorni di Villa Bernaroli (nel territorio del quartiere Borgo Panigale) e dell'ex vivaio comunale, nel cuneo di nord-est. Occorre infatti immaginare una modalità di fruizione del territorio svincolata dal concetto di aree verdi attrezzate e più vicina ad una forma di utilizzo della campagna come zona da riscoprire attraverso percorsi che consentano di toccare le principali emergenze che ancora punteggiano queste zone.
Contestualmente alla scoperta della pianura di Bologna, deve essere avviato un piano per una rinnovata valorizzazione della collina che, a quasi trent'anni dalla istituzione dei parchi estensivi, consenta di rivitalizzare il territorio a sud della città. In questo contesto, oltre alla riqualificazione delle aree pubbliche, devono essere intrapresi progetti di connessione e di implementazione delle aree sottoposte a salvaguardia.
B. Piano del verde
Come già indicato nella Valsat preliminare, occorre che l'Amministrazione si doti di uno strumento specifico di settore, indispensabile per individuare e salvaguardare i tasselli del territorio strategici per il verde con funzione pubblica e per un effettivo coordinamento degli interventi di quanti operano per lo sviluppo del territorio nel tempo. Il Piano del verde avrà a riferimento e si confronterà con le realtà e potenzialità del territorio dei comuni contermini.
Compito del Piano del verde sarà inoltre quello di individuare la rete ecologica che consenta di connettere tra loro le tante aree verdi, definendo quelle escluse o fortemente limitate alla fruizione pubblica che possono, per questo motivo, avere una connotazione più naturale e andare in futuro a costituire importanti riserve biogenetiche non solamente per il territorio comunale di Bologna.
Il Piano del verde individuerà e distinguerà differenti tipologie di aree verdi sulla base delle prevalenti utilizzazioni e vocazioni.
I nuovi ed estesi parchi pubblici a valenza extraurbana (oltre ai Lungo Fiume, i parchi collinari, i Prati di Caprara, il futuro parco interno al Lazzaretto), i percorsi collinari e gli itinerari all'interno dei cunei agricoli, rappresentano i luoghi della lunga permanenza e dello svago. Dovrebbero in futuro costituire una valida alternativa alla fuga di massa verso le località di villeggiatura, divenendo spazi da vivere e quindi da attrezzare con la chiara consapevolezza del valore paesaggistico e ambientale del territorio, preservandone tutti gli elementi afferenti le reti ecologiche. Per ciascuno di questi parchi occorre individuare un disegno unitario, una cornice in cui localizzare al meglio gli interventi nel tempo, distribuendo le attrezzature più impattanti in luoghi idonei ad ospitare i servizi all'area verde.
Il Piano del verde avrà inoltre il compito di individuare le connessioni e i collegamenti con le aree a valenza ambientale: siti naturalistici in quanto tali da tutelare e valorizzare, ma anche aree che per localizzazione o contesto consentono unicamente l'incremento della massa vegetale (formazioni boschive), come ad esempio le aree di cintura tra la linea ferroviaria e l'autostrada.
C. Reti ecologiche
I corridoi e i nodi che compongono le reti ecologiche esistenti, sia acquatiche sia terrestri, riportate su base planimetrica nella tavola “Dotazioni ecologiche e ambientali”, possono essere oggetto di una perimetrazione di dettaglio a seguito di attente e puntuali ricognizioni sul territorio che possono, insieme a dati e conoscenze di settore, come ad esempio le aree di piena dei corsi d'acqua o le distanze di impianti delle alberature dai binari ferroviari, quantificare l'ampiezza di queste particolari dotazioni.
La rete ecologica acquatica, oltre a coincidere con l'idrografia del territorio, ha come presupposto la salvaguardia e il ripristino della funzionalità del reticolo dei fossi e canali superficiali esistenti, è funzionale a preservare i bacini derivati da pregresse attività estrattive, i maceri ancora esistenti e il sistema delle canalizzazioni che ancora garantiscono l'apporto idrico di derivazione.
Al miglioramento degli spazi verdi dovrà contribuire anche un'attenta elaborazione dei Poc, che dovranno garantire una progettazione delle aree permeabili interessate da infrastrutture, quali fasce di mitigazione, fasce coincidenti con elettrodotti, gasdotti o le stesse vasche di laminazione, tale da non creare aree verdi estremamente frammentate e che presentino difficoltà ad accogliere anche i soli elementi arborei e arbustivi, riducendone drasticamente il potenziale apporto positivo in termini di copertura vegetale.
Anche eventuali fasce di mitigazione, da realizzare in prossimità delle principali fonti di inquinamento, allestite con ampie e dense fasce boschive pluristratificate, potranno contribuire al presente obiettivo specifico.