Al via la discussione sulla riforma dei Quartieri cittadini. Il sindaco Virginio Merola e l'assessore al Coordinamento e riforma dei Quartieri, Luca Rizzo Nervo, hanno presentato ai Presidenti di Quartiere l'atto di indirizzo che propone un passaggio da 9 a 6 quartieri e ne definisce le nuove funzioni.
San Donato e San Vitale diventeranno un unico Quartiere, ma senza la zona Irnerio, che passerà con Santo Stefano. Porto e Saragozza verranno unificati, così come Reno e Borgo Panigale. Il centro storico sarà dunque diviso secondo l'asse est-ovest in soli due quartieri, rispetto agli attuali quattro. Rimangono invariati i confini amministrativi di Navile e Savena. Il numero dei consiglieri di quartiere da 152 potrebbe passare a 90 - nell'ipotesi di un Consiglio di Quartiere formato da 15 elementi in maniera omogenea a tutti i territori - o a 78 nell'ipotesi di Consigli da 13 membri. Il risparmio di risorse che ne conseguirà sarà reimpiegato nei Quartieri stessi.
Gli accorpamenti mirano ad ottimizzare l'erogazione dei servizi e agevolare consiglieri e presidenti di Quartiere nello svolgimento delle nuove funzioni: la cura della comunità e del territorio. I consiglieri di Quartiere sono infatti immaginati sempre più come agenti della collaborazione, della partecipazione alle scelte e i Consigli di Quartiere non come replica delle dinamiche e prerogative del Consiglio comunale.
“Con questa riforma i nostri Quartieri saranno più adeguati ai tempi e rispondenti ai bisogni dei cittadini. La loro nuova mission sarà quella della cura della comunità e del territorio. Per applicare la sussidiarietà dobbiamo infatti passare da una Amministrazione di impianto ottocentesco, che risponde su domanda, a una Amministrazione che sostiene i processi di auto-organizzazione dei cittadini, e il loro protagonismo – spiega il Sindaco - E' un radicale ripensamento, perché siamo tutti abituati ad un rapporto domanda-risposta, che certo dovrà continuare ad esserci, ma al quale si privilegia una nuova idea di partecipazione, quella attiva per condividere progetti di comunità, dalla panchina fino al nuovo servizio sociale. Il futuro della vita cittadina è nella capacità di sostenere questo tipo di partecipazione”.
In questa ipotesi i Quartieri diventano dunque i garanti della partecipazione e i promotori della cittadinanza attiva e dell'amministrazione condivisa (attualmente sono già stati sottoscritti 59 patti di collaborazione tra Amministrazione e cittadini per la cura dei beni comuni). “Il Consiglio di Quartiere sarà affiancato da cittadini attivi che vogliono condividere processi decisionali comuni per dare vita e scegliere le priorità di progetti di comunità, sui quali impiegare il proprio protagonismo e la propria partecipazione civica volontaria”, aggiunge il Sindaco.
“Cambiamo mestiere ai Quartieri. Aggiornandolo alla città che cambia. Non più erogatori di servizi e gestori (cosa che faranno ASP sul lato sociale e Istituzione Scuola su quello educativo), ma soggetti di indirizzo, controllo e committenza sulla qualità dei servizi da un lato e moltiplicatori di cittadinanza dall'altro, lavorando sui contesti, sulla comunità e non solo sui singoli casi - commenta l'assessore Rizzo Nervo - Un ruolo da svolgere con un atteggiamento proattivo, uscendo dagli sportelli e sostenendo il protagonismo dei cittadini portatori di competenze e soluzioni e non solo portatori di problemi. Bologna città collaborativa, in questa riforma, crediamo trovi una sua veste istituzionale adeguata.”
Si propone anche di ridefinire il processo decisionale che interessa gli atti dell'Amministrazione. I Quartieri non esprimeranno più pareri a valle di scelte già operate dalla Giunta, ma avranno un ruolo nella formazione dei documenti di indirizzo, anche attraverso una consultazione con i cittadini.
La proposta avanzata dalla Giunta verrà discussa nei Quartieri e in Consiglio comunale. Spetterà al voto dell'Aula di Palazzo d'Accursio modificare Regolamento e Statuto del Comune per arrivare alla riforma del decentramento.