Nettuno d'Oro a Luigi Lepri, uno dei più noti cultori e studiosi della lingua bolognese

Cerimonia conferimento Nettuno d'Oro a Luigi Lepri

Venerdì 15 marzo la vicesindaco Marilena Pillati ha conferito nella Sala del Consiglio Comunale di Palazzo d'Accursio, il Nettuno d'Oro a Luigi Lepri, uno dei più noti cultori e studiosi della lingua bolognese.

Di seguito l'intervento della vicesindaco Marilena Pillati in apertura della cerimonia. L'assessore alla Cultura Matteo Lepore ha letto le motivazioni ufficiali del conferimento. Dopo l'intervento di Luigi Lepri, la cerimonia si è conclusa con l'esibizione canora di Fausto Carpani e il Gruppo Emiliano.

"Buona sera e benvenuti a tutti, è davvero per me una grande emozione vedere la sala del Consiglio comunale così piena di persone che insieme a noi vogliono celebrare un momento particolare nella vita della nostra città e di un nostro concittadino. Porgo a tutti voi il benvenuto, anche a nome del Sindaco Virginio Merola, che purtroppo oggi non potrà essere con noi, perché impegnato in questi giorni a Bucarest dove ha partecipato al Summit del Comitato Europeo delle Regioni, nel corso del quale i rappresentanti degli enti locali hanno discusso sullo stato e il futuro dell’Europa e dunque non può partecipare a questo momento a cui comunque, vi assicuro, teneva molto.
Permettetemi di rivolgere un saluto affettuoso e un particolare benvenuto a Luigi Lepri, o forse dovrei dire a Gigén Lîvra e alla sua famiglia, in questa che amo definire la casa di tutti i bolognesi, ma che quando si parla di Gigén Lîvra è una casa davvero particolare, perché qui è stato per tanti di casa, quando ha servito la nostra comunità cittadina lavorando al fianco di Sindaci come Renato Zangheri, Renzo Imbeni.

È per me un onore, ma anche un piacere rappresentare il Sindaco per conferire il Nettuno d’Oro a un bolognese che da oltre 30 anni racconta la città di Bologna e la sua cultura. Un Nettuno d’Oro, questo, davvero un po' speciale, perché è nato su sollecitazione di un gruppo di amici ed estimatori di Luigi, una proposta sostenuta dalla Giunta, una proposta che ha trovato un'accoglienza davvero molto convinta da parte del Sindaco, che ha colto l'importanza che la città riconoscesse a Luigi Lepri l’impegno di una vita dedicata alla salvaguardia del dialetto bolognese sottolineando anche attraverso il riconoscimento a Luigi Lepri, il valore che questo rappresenta nella vita della nostra comunità.

Il dialetto è stata la lingua dell'infanzia dei padri di molti di noi, ma già nel primo dopoguerra, soprattutto in città, si è diffusa l'esigenza di usare l'italiano nel parlato e con il tempo la consuetudine con il dialetto è andata via via perdendosi. Al contrario di quanto comunemente si immagina, dunque, l'uso del dialetto non è stato disincentivato dai processi migratori in ingresso nella nostra città, prima come sappiamo dal sud del Paese e poi da tante parti del mondo. Già negli anni ‘60, infatti, l'uso del dialetto in città era piuttosto raro e oggi solo in certe fasce di età è possibile sentire ancora qualcuno che parla il dialetto. Il dialetto però non è scomparso. Ha in un certo senso contaminato la lingua che si parla quotidianamente e sono tanti i termini derivati dal dialetto, che ancora oggi sopravvivono, e aiutano anche l’inclusione delle persone che arrivano da lontano. Acquisire dimestichezza con i termini dialettali parlando con le persone nella quotidianità fa sentire chi viene da altri Paesi e altre culture, più facilmente parte della comunità e crea nei bolognesi una minore diffidenza. Dunque possiamo dire che il dialetto può rappresentare uno strumento di coesione e di inclusione nella nostra comunità.

Come amministratore, ma anche come bolognese da diverse generazioni, voglio dire grazie a Luigi Lepri per aver dedicato anni di impegno, dedizione e passione allo studio e alla divulgazione del dialetto bolognese. Con le numerose pubblicazioni, di carattere sia scientifico che divulgativo, le zirudèle e le tante iniziative pubbliche a cui ha partecipato, penso ad esempio al corso di dialetto bolognese frequentato davvero da tante persone, non solo italiane, ha contribuito a fare conoscere e a valorizzare la cultura popolare bolognese. Una cultura che la nostra comunità - fatta di bolognesi per nascita e bolognesi per scelta - ha bisogno di riscoprire e di farne strumento di identità e di inclusione. Il dialetto è un patrimonio che può anche diventare un efficace motore di promozione della città.

Il Nettuno d'Oro a Luigi Lepri è certamente anche il segno di una rinnovata attenzione da parte di questa Amministrazione nei confronti della cultura e di quelle radici culturali che non vogliamo vadano disperse, ma che vogliamo diventino patrimonio di tutta la comunità bolognese.
Oggi è davvero l’occasione per festeggiare tutti insieme un figlio orgoglioso di questa straordinaria città, un uomo a cui va la nostra gratitudine, ma a cui deve andare anche il nostro impegno a preservare e a valorizzare il patrimonio culturale e artistico di Bologna, perché, come dicono i versi di una famosa canzone: "Bulåggna l'é dal månnd la pió bèla zitè".

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