In Santo Stefano cureranno i portici e gestiranno i giardini del Baraccano, al Navile animeranno il Parco della Zucca, al San Donato apriranno una “casa dei beni comuni” in piazza Spadolini. E’ il compito dei cittadini attivi che hanno raccolto la sfida di risvegliare le energie civiche di Bologna, alleandosi con la voglia di innovare dell’Amministrazione pubblica, nel progetto “Le città come beni comuni”.
Il Comune, con il supporto di Labsus e del Centro Antartide e il sostegno della Fondazione del Monte, sta sperimentando una nuova modalità di cura civica di beni comuni quali piazze, giardini, spazi pubblici, fondata sul modello dell’amministrazione condivisa.
“Le attività del progetto – spiega il sindaco Virginio Merola – sono ideate in modo da rendere Bologna una realtà esemplare agendo su due principali ambiti: da un lato un lavoro sul funzionamento dell’amministrazione comunale per rendere procedure e regolamenti orientati alle possibilità dei cittadini di attivarsi per la cura dei beni comuni; dall’altro la sperimentazione operativa di forme di gestione civica di spazi pubblici su tre aree della città, selezionate attraverso il pieno coinvolgimento dei quartieri”.