“1966 - 2016 Così lontane, così vicine. Il rapporto fra la diocesi e la città di Bologna”, il convegno in Cappella Farnese

Sabato 19 novembre alle ore 10, in Cappella Farnese a Palazzo d'Accursio, si terrà il convegno “1966-2016 Così lontane, così vicine. Il rapporto fra la diocesi e la città di Bologna”, per ricordare il 50° anniversario del conferimento della cittadinanza onoraria al cardinale Giacomo Lercaro. L'incontro intende ricordare non solo il fatto in sé, che all’epoca ebbe un'eco a livello nazionale e internazionale, ma soprattutto continuare la riflessione sulla rinnovata attualità di temi quali la pace, la povertà e porre l'attenzione sul rapporto tra centro e periferie.

L'introduzione e le conclusioni del convegno saranno tenute da Alberto Melloni. Seguiranno gli interventi di: Enrico Galavotti, “Giacomo Lercaro vescovo e pastore”; Giuseppe Ruggieri, “La pace e i poveri nelle parole e nelle opere di Giacomo Lercaro”; Umberto Mazzone, “L’amministrazione della città, il PCI e la chiesa cattolica (1965-1968)”. S.E. Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e Luca Rizzo Nervo, assessore Sanità, Welfare del Comune di Bologna, dialogheranno sul tema “Città e diocesi su poveri, pace, accoglienza e periferie: il presente e il futuro”.

Cinquant’anni fa, il 26 novembre 1966, il sindaco Guido Fanti conferiva la cittadinanza onoraria della città a Giacomo Lercaro, arcivescovo di Bologna, con le seguenti motivazioni:

“Bologna, medaglia d’oro del Risorgimento e della Resistenza, con atto libero e consapevole della propria civica rappresentanza, conferisce a S. Em. il cardinale Giacomo Lercaro, capo e pastore dell’Archidiocesi, la cittadinanza onoraria, a riconoscimento solenne dell’alto magistero espresso in seno al Concilio Vaticano II a sostegno delle aspirazioni universali alla pace, alla cooperazione fraterna tra i popoli e al civile progresso; del nobile impegno a contribuire solidalmente, alla guida della chiesa bolognese, alla costruzione di un più avanzato modello di civiltà negli spiriti, nel pensiero, nella vita e nel costume cittadini, in una società più giusta e più umana; dei sentimenti di responsabilità e d’affetto per i quali egli ha voluto collegate alla città di Bologna, sino alla fine, l’opera sua e la vita stessa".