La favola

 

Definizione del genere:

La favola è un genere letterario di tipo fantastico che, attraverso una breve narrazione, si propone un intento moralistico-didascalico sulla base del valore universale della saggezza popolare.

Origine ed evoluzione:

L'origine indoeuropea della parola "Favola" (radice "Bha") ci fa capire quanto possa essere antico questo tipo di componimento.

Presente nelle culture primitive in forma orale, la favola è riccamente documentata nelle civiltà orientali (in India, in Mesopotamia e in Egitto).

La favola trova fertile terreno per svilupparsi nella cultura greca, come provano le composizioni di Esiodo e di Archiloco; ma solo con la figura di Esopo, schiavo frigio vissuto nel VI sec. a.C., e di Fedro, liberto del I sec. a.C.-d.C., la favola assume importanza come genere letterario e riceve un'elaborazione stilistica.

Per tutto il Medioevo, la favola, divenuta materiale per esercitazione scolastica, riporterà grande successo con le raccolte del "Romulus" o "Aesopus Latinus" dei vari "Bestiarii", e del "Roman de Renart".

Coltivata con fortuna durante il Rinascimento, la favola troverà nel '600 con Jean de La Fontaine (1621-1695) una freschezza da tempo perduta, grazie all’eleganza stilistica e alla profonda penetrazione psicologica, con cui l’autore supera certe rigidità tipiche dell’allegoria.

Negli ultimi secoli la favola non ha mancato di trovare cultori, che, nel contesto letterario in cui hanno operato, hanno rinverdito la tradizione allegorica di animali parlanti: Trilussa (1871-1950), Gadda (1893-1973).

Struttura:

La favola è un testo narrativo breve dal linguaggio semplice e vivace. La sintassi è caratterizzata da periodi non molto lunghi e complessi, secondo una struttura paratattica, che danno un ritmo rapido alla narrazione. Spesso vengono impiegati molti discorsi diretti nel tentativo di drammatizzare la vicenda. La morale è sempre presente, implicita od esplicita, all’inizio o alla fine del brano.

Personaggi:

Sono in genere rappresentati da animali, che parlano e agiscono come uomini e ne impersonano pregi e difetti in forma stereotipata. Il fatto che gli animali siano i protagonisti rende la favola maggiormente memorizzabile e singolare rispetto ai classici generi narrativi. Ogni animale a seconda delle epoche storiche e delle culture di riferimento rappresenta una virtù o un vizio: il leone il coraggio, la volpe la furbizia, il lupo la prepotenza, il cane la fedeltà, il gatto la superbia, l'oca la purezza, il serpente l'inganno.

Poiché gli animali costituivano una presenza costante e fondamentale per le antiche comunità, non ancora urbanizzate e profondamente immerse nell'ambiente naturale, risultava accettabile il comportamento antropomorfo da parte degli animali.

Elementi di spazio e di tempo:

Le determinazioni di spazio e tempo non sono definite: la favola è in genere ambientata in uno scenario naturale, (boschi presso un ruscello, ai piedi di un albero…) ed è narrata al passato remoto.

Tale vaghezza di riferimenti è funzionale all'intento morale che anima le favole, la quale assume una valenza universale e duratura.


(Laura Casali - Fabio d'Adamo - Simonetta Paccagnini, 4 A)

TESTO NARRATIVO