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Anno
scolastico 2007 - 2008
Liceo Ginnasio
Bologna
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S. E. Thomas Gerlach Console Generale Aggiunto della Repubblica Federale di Germania a Milano consegnerà i diplomi a conclusione del corso
della sabato 17
novembre 2007 Biblioteca Zambeccari del
Liceo Galvani |
Programma
Consegna
dei diplomi della Sezione Internazionale Tedesca |
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Benvenuto
del dirigente scolastico
Intervento
del Console Generale aggiunto della Repubblica Federale di Germania
Spiccolo
discorso su una grande esperienza
Saluto
del Coordinatore della Sezione Internazionale Tedesca Consegna dei diplomi
Brindisi augurale
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Elenco dei diplomati anno scolastico 2006/07
Campagnoli Lucia, Colella Alexandra, Conforti Felicia, Falcone Eleonora, Fogli Simone, Franchini Eugenia, Köhler Leo, Marchi Serena, Mazzanti Francesca, Pasquini Elena, Pauletto Veronica, Rimondi Carlotta, Roveri Cristina, Schiralli Isabella, Serotti Elisa, Terni Tania, Vergari Isabella.
La rinnovata Biblioteca Zambeccari, aula magna del Liceo L. Galvani è stata il 17 novembre scorso lo splendido sfondo all’ormai tradizionale consegna dei diplomi della Sezione Internazionale Tedesca. Nel corso della festosa cerimonia i diplomati dell’anno 2006/7, alla presenza numerosa dei loro famigliari, di allievi e insegnanti del Liceo hanno ricevuto dal Console tedesco generale aggiunto, sig. Gerlach i diplomi tedeschi, che consentono loro l’accesso alle università tedesche e dalla preside, prof.ssa Gallo i diplomi italiani. Alla cerimonia sono intervenuti il viceprefetto dott. Volpe e il consigliere provinciale alla cultura, sig. Rebaudengo. Non solo gli studenti hanno ricevuto il meritato diploma, anche il Galvani in quanto scuola ha ricevuto un alto riconoscimento ufficiale da parte della Repubblica Federale Tedesca: per gli sforzi intrapresi nel sostenere le relazioni italo-tedesche e nell’ incrementare la coscienza europea degli studenti e delle loro competenze interculturali il Galvani ha ricevuto il titolo di scuola con sezione bilingue internazionale tedesca sostenuta dalla Repubblica Federale Tedesca.
Illustre Console Generale Aggiunto, signor Gerlach,
Illustre Preside Gallo,
Illustri ospiti
Colleghe e colleghi insegnanti, Signore e signori, cari genitori
Cari diplomati!
Ci avete appena fatto partecipi delle vostre esperienze scolastiche al Galvani, raccolgo questo filo “rosso“ e continuo a riflettere sul tema “Vita da studenti – altalena tra frustrazione e soddisfazioni”.
Lo spunto di queste riflessioni nasce da una situazione scolastica concreta e reale verificatasi alla fine dello scorso anno scolastico:
“Non sapete niente della mia materia” si sentono dire a volte gli studenti della sezione internazionale. Una studentessa colpita da questa osservazione si pone una domanda ed esprime apertamente il suo stato d’animo un po’ confuso: “Dobbiamo essere orgogliosi di appartenere a questa sezione internazionale o dobbiamo vergognarci delle nostre lacune e mancanze di contenuti?”La questione colpisce al cuore tutti coloro (insegnanti, genitori, studenti e responsabili) che ogni giorno sono coinvolti nelle contraddizioni di una sezione internazionale e si confrontano con l’alto livello delle richieste, che questa pone.
Mi cimento in una risposta non obbiettiva, ma naturalmente faziosa.
Se mi guardo intorno sia qui in Italia che in Germania (i due paesi di cui ho esperienza diretta) vedo una società in trasformazione e la vedo con facce nuove molto diverse tra loro, ma ancora senza un’anima, senza un’identità definita, vedo ancora poche figure trainanti già coscienti della necessità di una identità europea. Quando penso al processo di formazione dell’Europa mi viene in mente che anche il processo di formazione degli stati nazionali tedesco e italiano è stato altrettanto difficoltoso. E subito devo ripensare ad una frase ormai strapazzata di un politico italiano del Risorgimento che parafrasata potrebbe suonare così: “L’Europa è fatta, dobbiamo fare gli europei”. La realtà economica ha anticipato quella sociale e culturale e creato una situazione di fatto globalizzata soltanto per alcuni aspetti. La materia “identità europea” non esiste esplicita in nessuna offerta formativa. Eppure della coscienza di un’identità europea non ne potremo fare a meno.
Jean Monnet uno dei padri fondatori dell’Europa unita lo aveva già notato e ammesso: "Se dovessi rifare il processo di unificazione europea non incomincerei più dall’ economia ma dalla cultura”.
E che cosa ci deve essere nello zaino culturale del giovane cittadino d’Europa, che ci auguriamo emancipato e autonomo? Come prima cosa conoscenze linguistiche.
Qui non dico niente di nuovo, ma mi pare necessario richiamare con forza alla coscienza di tutti questo fatto. Perché senza comprensione non c’è tolleranza, senza comunicazione non c’è comprensione, senza linguaggio comune, non c’è comunicazione.
“La lingua è il bagaglio più leggero ma anche un carico pesante, quando si va in un paese straniero”, scrive H. Böll in un saggio degli anni settanta del ventesimo secolo. E continua: “Possiamo portare con noi quasi soltanto quello che abbiamo nella mente e nel cuore: i miti, le fiabe, i ricordi, i propri e quelli degli altri, di coloro con i quali condividiamo la lingua”.
Avere una lingua comune, e non soltanto una lingua madre, è regalo stupendo per pochi allievi particolarmente dotati, per tutti gli altri, quelli diligenti e disciplinati è una grande chance! Molti sono spaventati dalla fatica, non riescono a superare la frustrazione dei tentativi mal riusciti e perdono lo stimolo a voler capire il proprio vicino direttamente, senza l’aiuto del traduttore.
Cari diplomati, Voi “internazionalisti” (permettetemi questa definizione poco ortodossa ma secondo me efficace) invece vi siete fatti carico della fatica di avviare il processo del vostro dialogo interculturale, ben sapendo o soltanto intuendo che il passaggio da una società multiculturale ad una interculturale può avvenire soltanto tramite l’acquisizione della lingua. Ringrazio voi e i vostri genitori per questo impegno! Sono sicuro che il vostro bagaglio di lingua è di più che saper ordinare una birra in tedesco. Poichè voi avete sperimentato e praticato esattamente il contrario di quanto dice L. Wittgestein quando formula: “I confini della mia lingua, sono i confini del mio mondo”. Nel vostro pensiero e nella vostra azione voi avete un piede di qua e uno di la dei confini. Questo è accaduto e accade a volte a scapito di conoscenze tecniche, di contenuti di altre discipline, ne sono cosciente. Ma non ho ancora trovato la formula magica della soluzione. Stiamo europeizzando gli studenti, dobbiamo trovare la via di europeizzare anche i programmi.
Qual è allora la risposta alla domanda della studentessa? Per me non ci sono dubbi. Già per questo sforzo mi sento di dire all’allieva e a voi diplomati: L’orgoglio deve prevalere sulla frustrazione!
Ma anche in questo momento di euforia non dimenticate l’equazione matematica: Lessico più Grammatica più Impegno umile e continuo uguale la conquista di una lingua.
Saluti e auguri a tutti voi
Karsten Hoffmann
ch hätte diese kleine Ansprache begonnen mit dem Satz: „Es ist schön, hier zu sein und sich zu Hause zu fühlen“, aber als ich die Treppe hinaufging und nicht mehr das vertraute Grau der Wände und die geliebten „beweglichen Fliesen“ am Boden sah, war ich so erschüttert, dass ich diese Absicht verlassen musste...
Ich erinnere mich sehr gut an meinem ersten Tag im Galvani: für uns Anfänger begann der propädeutische Deutschkurs, und die Tatsache, dass wir die Schule früher als die anderen anfangen mussten, verdarb mir die gute Laune...
Ich betrat die Klasse, schüchtern und angstvoll, und ich erschrak noch mehr als ich bemerkte, als einer der wenigen Vertreter des männlichen Geschlechts, mich in überwältigender Minderheit zu befinden...
Ich setzte mich in die letzte Reihe. Als der Unterricht anfing, begann die Lehrerin (die Italienisch gar nicht verstand – oder mindestens so tat, als ob sie es nicht verstünde) sofort, auf Deutsch zu reden und zu schreiben, in dieser Sprache, die mir noch so fern war, obwohl sie eine gewisse Faszination verbarg.
Von jener Unterrichtsstunde verstand ich sehr wenig, und am Ende jenes Tages dachte ich: [wenn das der Anfang ist..] Das fängt ja gut an…
Und jedoch, trotz jenes schweren Anfangs bin ich heute überzeugt, dass ich an dem Tag, als ich das Blatt meiner Anmeldung bei der deutschen Abteilung in dem Sekretariat abgab, eine gute Wahl machte.
In diesen fünf Jahren habe ich die Gelegenheit gehabt, eine andere Kultur zu treffen, was eine der bedeutendsten Reichtümer dieser Abteilung ist: es war sehr interessant, sich mit einer unterschiedlichen Perspektive und mit einer anderen Unterrichtsweise zu konfrontieren, weil die Anstrengungen, die man macht, um eine andere Kultur zu verstehen (und ich kann Ihnen versichern, dass viele Anstrengungen notwendig sind, um eine Kultur wie die deutsche zu verstehen...), sehr wichtig sind, um die eigene Kultur zu verstehen.
Deswegen möchte ich mich bei der Schule und bei den Lehrern bedanken, vor allem weil ich jetzt weiß, welches Bier am besten zu einer Pizza passt!
Simone Fogli
Alla fine della cerimonia ci si prepara per la foto di gruppo con l’ex-insegnante, la ex_preside e le autorità. (Da sinistra) il viceprefetto dott. Volpe, al centro tra gli studenti il coordinatore della sezione tedesca prof. Hoffmann, a destra di spalle il consigliere provinciale sig Rebaudengo e la preside prof.ssa Gallo.