ALICI MARINATE
Nel mio sguardo immobile e sfuocato compaiono immagini nitidissime. Gesti ripetuti di un passato recente, quando in una cucina superpatinata di acciaio inossidabile toglievo la testa ad alici indifese. Il pollice nell'incavo delle branchie, sfilo le viscere che cadono nel fondo del lavello, rosso porpora che si espande. Apro il corpo in due fino alla coda, tolgo la lisca e la getto via. in fondo al bidone montagne di endoscheletri.
Ed invece della sensazione gelata delle mani fredde, vorrei muovermi per espandere il senso di colpa e metterlo in un piatto, da mangiare ed eliminare per sempre.
Tratto da Studio per un ricettario di Michela Potito
/// Michela Potito
Bologna
michela.potito@gmail.com
segnalata
Sono nata a Como nel 1982. Nel 2001 mi sono trasferita a Bologna per frequentare il DAMS. Mi sono laureata con una tesi sulla socialità del cibo. Ho poi scelto il Master in storia e cultura dell’alimentazione. Fino ad allora avevo scritto per recensire esposizioni d’arte. Ho poi trovato la dimensione di scrittura ideale nella forma del racconto breve. Da allora scrivo racconti, in cui l’introspezione nasce dagli stimoli che un cibo, una pietanza o una bevanda hanno sui miei sensi. Rivelazioni che scavano nella mappa cognitiva, scatenando ricordi di situazioni impregnate di odori, sapori e sensazioni. Il più delle volte il risultato finale è un testo che si costruisce attorno a un alimento, che diventa simbolo di una particolare situazione emozionale fuori dal tempo, in un rimando sospeso tra passato e presente.