Coordinamento regionale dei Comitati Scuola e Costituzione

Il Coordinamento dei Comitati, venuto a conoscenza oggi della decisione della Commissione regionale per i procedimenti referendari che esprime a stretta maggioranza ( 4 a 3) il parere di non procedibilità del referendum contro il finanziamento diretto ed indiretto alle scuole private, esprime la sua profonda insoddisfazione.
Il Coordinamento si riserva di dare un parere compiuto sulla posizione di detta Commissione, una volta rese note le motivazioni della stessa e i verbali della discussione e di decidere conseguentemente eventuali successive iniziative giuridiche per tutelare il diritto costituzionale dei cittadini di manifestare tramite il voto il loro dissenso verso la legge di parità scolastica regionale.

Una prima lettura del documento finale consente di affermare che:
· la maggioranza della Commissione non è stata in grado di dimostrare la rispondenza della legge 41 al quesito referendario, tanto è vero che "ritiene che il referendum non debba avere più luogo" perché il nuovo testo sarebbe innovativo rispetto al precedente, non in base alla sua congruità con il quesito;
· la maggioranza afferma in modo apodittico che il nuovo testo non prevede finanziamenti alle scuole private. Verificheremo se le norme attuative della Legge saranno congrue con tale parere.

Protestiamo con forza contro tale decisione che contrasta con la Giurisprudenza dell'Ufficio Centrale per i Referendum presso la Suprema Corte di Cassazione, la quale ha sempre posto come criterio fondamentale di decisione quello del "favor" verso l'esercizio della sovranità popolare.
Non a caso la decisione ha visto schierato a favore della procedibilità del referendum il Prof. Giuseppe Ugo Rescigno, ordinario di Diritto Costituzionale all'Università La Sapienza di Roma.
Desta stupore il comportamento del Difensore civico, che dovrebbe avere la funzione di difensore dei cittadini, il quale non solo ha votato contro il loro diritto di espressione, ma ha ritenuto di dover informare del parere della Commissione prima il Presidente della Regione e solo dopo i promotori del referendum.

Tutta la storia di questo referendum, che aveva visto una larghissima adesione popolare nel 1999, è stata segnata dalla volontà della maggioranza regionale di ostacolare il pronunciamento diretto dei cittadini.
Sono state allo scopo modificate le regole del gioco nel corso della partita, cioè nel corso della raccolta delle firme, approvando a novembre 1999 una nuova legge sui referendum.
Ciò ha permesso di rinviare di oltre un anno la convocazione elettorale e di modificare la composizione della Commissione, i cui componenti, mentre in base alla legge del 1997 venivano sorteggiati fra Professori di materie giuridiche, designati dai Rettori delle Università della Regione, ai sensi della legge approvata a novembre 1999 sono stati nominati direttamente dal Consiglio.

Tutte le ragioni che hanno portato 60.000 elettori della nostra regione a sottoscrivere il Referendum sono ancora valide: i Comitati si impegnano a continuare la battaglia per la scuola pubblica e contro ogni finanziamento alle scuole private certi del consenso della maggioranza dei cittadini.

Bologna 11 settembre 2001