Il rapporto di ciascuno di noi con la vita e la morte è strettamente
personale. Uno Stato laico, come il nostro, deve rispettare i valori e i principi
a cui fanno riferimento i cittadini, senza alcuna discriminazione.
Pertanto se il Comune riconosce il diritto al matrimonio e al funerale civile,
perché non dovrebbe riconoscere ai nuovi cittadini una cerimonia di accoglienza
laica da parte della Comunità ?.
In ogni caso non si capisce perché tale accoglienza dovrebbe essere irrispettosa
del sentimento religioso. E poi di chi ?
Non vedo alcuna contrapposizione con il battesimo dei cattolici, che ha ben
altro significato e il cui rispetto dovrebbe impedire paragoni “scandalosi”.
Ci sono persone che celebrano il matrimonio sia in forma civile che religiosa,
senza che ciò crei alcun turbamento.
E le dichiarazioni dei genitori di Blu vanno proprio in questa direzione.
Il punto di vista con cui affrontare la questione è quello del rispetto
dei cittadini e delle loro idee, senza intromissioni da parte dell’istituzione,
che deve riconoscere a tutti la possibilità di esprimere la propria appartenenza
alla comunità civile e anzi deve incoraggiarla.
La società multiculturale in cui viviamo, nella quale sono sempre più
numerosi i nuovi cittadini con le più diverse appartenenze religiose,
se non vuole cadere nella logica delle appartenenze separate e contrapposte,
ha bisogno di principi e valori riconosciuti e condivisi da tutti e di luoghi
e spazi pubblici, nei quali sviluppare il confronto.
In ogni caso ha ragione Rudi Lewanski: parliamone, così come bisognerebbe
parlare pubblicamente del nuovo Statuto regionale. In una democrazia le regole
di convivenza civile vengono definite dalle comunità, non imposte dall’alto.
Bruno Moretto, segretario del Comitato bolognese Scuola e Costituzione