Comitato bolognese Scuola e Costituzione

 

1991-2002: 11 anni di attività del Comitato bolognese Scuola e Costituzione

Il 6 marzo 2002 si svolgerà l'undicesima assemblea annuale del Comitato. Nato ufficialmente nel 1991 il Comitato era operativo già dal 1986. Esso fu costituito da un gruppo di cittadini con l'adesione di Chiesa evangelica metodista, Comunità ebraica, Chiesa cristiana avventista, CGIL, CGIL e UIL scuola, F.N.I.S.M., U.D.S.
1) Insegnamento della religione cattolica e attività per chi non se ne avvale
Fin dall'inizio l'attività si concentrò sulla questione dell'applicazione del Concordato senza discriminazioni per i non avvalentisi. In questi anni siamo stati l'unica associazione ad occuparci della situazione spesso pesante che devono affrontare i bambini che si trovano in condizioni di discriminazione a causa della mancanza di sensibilità degli operatori scolastici. Dopo una fase iniziale di presa di coscienza del problema, che portò nel 1993 alla vittoriosa sentenza del TAR Emilia Romagna contro lo svolgimento di atti di culto in orario scolastico, la situazione è andata peggiorando negli ultimi anni.
Ogni anno sono numerose le segnalazioni di genitori e gli interventi del Comitato. A novembre 2001 siamo dovuti intervenire nei confronti del Provveditore agli studi, che ha trasmesso a tutte le scuole una specie di circolare della Curia di Bologna, che si è assunta il compito di regolare sia le attività di chi segue l'insegnamento della religione cattolica, sia quelle di chi non si avvale, dando disposizioni ai Dirigenti scolastici. Siamo riusciti ad imporre due rettifiche e abbiamo inoltrato a nostra volta ai Dirigenti un documento sulle questioni sollevate dalla Curia (scelta all'atto delle iscrizioni, ruolo degli insegnanti di R.C., attività per i non avvlentisi,….).
Abbiamo aperto un confronto con il Dirigente scolastico regionale per giungere ad una indagine sulla qualità dell'offerta didattica a chi non si avvale.
Abbiamo investito della questione della nuova circolare ministeriale sulle iscrizioni, che prevede che la scelta di avvalersi o meno valga per un intero ciclo di studi, parlamentari bolognesi di DS e Rifondazione, che hanno prodotto interpellanze parlamentari.
2) Finanziamento regionale alle scuole private
Nel 1994 il Comune di Bologna deliberò l'istituzione del sistema integrato pubblico-privato nelle scuole materne con i conseguenti finanziamenti. Il ricorso presentato fu poi unificato davanti al TAR con quello contro la Legge regionale del 1995, che aveva esteso questo modello a tutta la regione. Il TAR per ben due volte ha sollevato la questione di legittimità della legge davanti alla Corte Costituzionale, che però per due volte è stata respinta per problemi procedurali. Dopo l'ultima sentenza di ottobre 2001 la questione è ritornata per la terza volta al TAR, che deve decidere come procedere.
Nel 1998 la Regione ha tentato di estendere il sistema integrato e i relativi finanziamenti a tutte le scuole private promovendo la Legge "Rivola", la Legge "apripista" della legge di parità nazionale. Dopo la prima approvazione della legge nel gennaio 1999 abbiamo promosso insieme con altre associazioni scolastiche regionali la grande manifestazione nazionale dei 50.000 del 27 febbraio 1999.
Dopo la riapprovazione della legge dovuta alle osservazioni del Consiglio dei Ministri ci facemmo promotori della raccolta di firme per abrogare le parti della legge che producevano finanziamenti ai privati e il buono scuola a favore di chi frequenta le scuole private. Il Comitato promotore, composto da 500 cittadini, ha basato la sua attività sulla presenza organizzata dei vari Comitati Scuola e Costituzione e per la difesa e riqualificazione della scuola pubblica, di Rifondazione comunista e della UIL.
Dal giugno 1999 il Comitato è stato impegnato nella raccolta delle firme necessarie per lo svolgimento della consultazione. Consegnate 60.000 firme il 9 marzo 2000 si è aperto in contenzioso con il Presidente della Regione sulla data.
Errani e la sua maggioranza si sono inventati di tutto pur di non convocare gli elettori prima delle elezioni politiche del 2001.
Dopo che Errani aveva rifiutato la convocazione per la data prevista dalla normativa, cioè novembre 2000, abbiamo raccolto altre 6.000 firme per presentare una proposta di legge popolare allo scopo di votare in febbraio. Nonostante ciò Errani ha indetto il referendum per la data "truffa" del 20 maggio, sapendo che in tal modo tutto sarebbe slittato a novembre 2001, a causa della concomitanza con le elezioni politiche.
L'indizione del referendum nazionale confermativo della modifica del Titolo V della Costituzione per il 7 ottobre 2001 e la conseguente necessità per il Presidente di accorpare lo svolgimento dei due referendum produsse la nuova legge sul diritto allo studio approvata il 25 luglio 2001, con lo scopo di evitare la consultazione. Dopo il parere (4 a 3) della Commissione regionale per i referendum il Presidente Errani annullò la consultazione.
Il coordinamento regionale dei Comitati Scuola e Costituzione dichiarò la propria insoddisfazione e diede mandato ai legali di ricorrere al Giudice per lesione dei diritti civili, visto che la legge manteneva parte dei finanziamenti alle scuole private, in particolare materne. Il ricorso,che chiede al Giudice di intimare ad Errani l'indizione della consultazione, è ormai pronto e sarà presentato in tempi brevi.
Uil e Rifondazione si dichiararono invece soddisfatti della nuova legge.
Occorre comunque evidenziare che la nuova legge regionale segna un forte arretramento dell'idea di sistema integrato regionale ed abolisce i finanziamenti diretti alle scuole private, mantenendoli solo per i progetti.
La nuova legge parifica l'entità dei contributi agli alunni meritevoli e bisognosi slegandoli in larga parte dal rimborso delle spese sostenute.
Resta aperta la questione della vigilanza sui Comuni per evitare che il modello delle convenzioni continui ad esistere anche senza la copertura legislativa.
3) Referendum comunale
Nel marzo 2001 abbiamo promosso, insieme alla Camera del lavoro di Bologna, il referendum consultivo contro il buono scuola introdotto a favore delle famiglie che scelgono le scuole materne private. La maggioranza Guazzaloca ha utilizzato le proprie inadempienze relative alla funzionalità del Comitato dei garanti per ostacolare la consultazione. Dopo la consegna il 31 agosto di circa 11.000 firme autenticate abbiamo diffidato il Sindaco ad indire il referendum. Di fronte alla sua risposta negativa il Comitato promotore ha deciso di ricorrere al Giudice per lesione dei diritti civili onde ottenere da questi l'intimazione di indire il referendum.
4) Questioni nazionali
In aprile 2000 abbiamo promosso, insieme con altre associazioni locali, il Comitato nazionale Per la Scuola della Repubblica, che ha lo scopo di affrontare le tematiche scolastiche in senso complessivo.
Tale Comitato ha recentemente promosso il ricorso contro i decreti applicativi, promulgati dal Ministro Moratti in applicazione della Legge n. 30 /2000 (Legge di Parità), che finanziano le scuole materne e medie private.
Il Comitato è impegnato a costruire con altre associazioni e sindacati un coordinamento nazionale.
I Comitati del Veneto hanno appena concluso la raccolta di firme per chiedere lo svolgimento del referendum abrogativo della legge regionale di parità.

6 marzo 2002, ore 18, c/o Sala del Circolo Dozza, via Romita 7, 11° assemblea del Comitato, ore 20,30 1° cena sociale, con menù latino americano.

Bologna 25 febbraio 2002