Vi
inviamo questo intervento di Franco Mele, del direttivo di Nuovamente:
"Riflessioni sulla laicità della scuola".
Nuovamente
RIFLESSIONI SULLA LAICITÀ DELLA SCUOLA
Il papa è morto,
un profondo dolore e una sentita commozione ha colpito il mondo intero e tutti
ci siamo sentiti coinvolti, indipendentemente dal credo, dalle posizioni
ideologiche e dallo stato del nostro conto aperto con la religiosità e con la
fede, qualunque fede.
Questa commozione
ha trovato uno sfogo naturale sui mass-media che, neanche a dirlo, si sono
buttati a pesce sulla notizia, sull’evento, e tra una merendina tutta salute e
una lacca dagli effetti vaporosi, abbiamo saputo tutto quello che c’era da
sapere su Giovanni Paolo II, più e più volte, commenti ripetuti e ripetuti a
volte dalle stesse persone su canali diversi o da persone diverse sugli stessi
canali, ce n’è per tutti.
Passato il primo
naturale e sentito turbamento per la morte di cotanto uomo, abbiamo assistito
attoniti alle immagini teletrasmesse che ci riferivano di questo incontenibile
bisogno collettivo di testimonianza, espiazione e penitenza; siamo rimasti
perplessi di fronte alla tele esposizione di una salma tra le più fotografate
di tutti i tempi, e decisamente scandalizzati nell’assistere all’ostentazione,
da parte dei Grandi, piccoli e medi
della Terra, di un lutto artificiale in cui le strette di mano e “i segni di
pace” del giorno prima vengono smentiti con affanno il giorno dopo, quando le
necessità politiche riprendono il loro posto e il loro peso, dopo la farsa
dell’evento a cui non si poteva mancare.
Tutto questo ha
inevitabilmente toccato anche le nostre scuole e in qualche caso pure
pesantemente. Ho raccolto notizie di scuole in cui sono stati allestiti
maxischermi per seguire in diretta le esequie, cioè una cerimonia religiosa in
pompa magna, una delle massime espressioni della liturgia cattolica, visto che
a celebrarla c’era l’insieme dei massimi in grado di questa confessione
religiosa. In altre scuole ci si è accontentati della TV, in altre ancora si è
usciti dalla scuola per recarsi in chiese con schermi appositamente installati
a celebrare un vero e proprio rito religioso, o in cui un sacerdote ha
ricordato la figura del papa defunto.
Nelle scuole
superiori in alcuni casi si è optato per lasciare libera la partecipazione
degli studenti, chi voleva continuava a far lezione con la classe residua; in
altre si è votato e se la maggioranza ha optato per la partecipazione alla
trasmissione, la minoranza è stata costretta a interrompere le lezioni e,
eventualmente, lasciata libera di tenersi lontana dal luogo della proiezione,
spesso senza la custodia dei docenti. In alcuni casi le famiglie non sono state
neanche informate di quanto sarebbe successo.
Nelle scuole medie,
elementari e materne, laddove si è deciso di seguire le esequie, ai bimbi non è
stata concessa l’opportunità della scelta, hanno deciso per loro i docenti.
Io voglio rendere
palese il mio totale disaccordo con tali scelte che mettono in discussione la
laicità del servizio scolastico che va salvaguardata anche in condizioni di
eccezionalità, perché sono convinto che la libertà di molti non può mettere in
discussione il diritto di pochi. Consentire lo svolgimento di una
manifestazione religiosa in orario scolastico, anche se con una partecipazione
facoltativa, è lesivo del principio di pluralismo religioso che la norma
prevede e la costituzione garantisce. Tali scelte hanno di fatto tracciato una
linea di discriminazione tra chi ha aderito e chi non lo ha fatto e inoltre
hanno oggettivamente comportato, per alcuni, la rinuncia ad un servizio che
l’istituzione aveva il dovere di garantire.
Soluzioni diverse
non avrebbero assolutamente messo in discussione la libertà, per chi lo avesse
voluto, di rimanere assente per seguire le esequie nel privato o di organizzare
una partecipazione collettiva presso una parrocchia, insieme ai propri compagni
e a tutti quelli che condividono lo stesso sentimento.
Ma fuori dalla
scuola.
La scuola è il
luogo di altro. Le cose che avvengono in una scuola devono – dovrebbero – avere
un senso ben preciso, il più possibile meditato da chi ha la responsabilità
della progettazione educativa. Allora forse sarebbe stato più opportuno
organizzare un dibattito a più voci sulla figura del papa defunto, così da
consentire una partecipazione costruttiva da parte di tutti e dare a tutti i
punti di vista la possibilità di manifestarsi. Questo sarebbe stato non solo un
modo decisamente più nobile di onorare la figura di Giovanni Paolo II, ma
avrebbe avuto un profilo formativo decisamente più alto del semplice seguire le
esequie, casomai col commento di Bruno Vespa o, peggio ancora, di Emilio Fede.
Chiedo
a tutti coloro che ne hanno responsabilità, diretta e/o indiretta, di
intraprendere un’indagine conoscitiva su quanto accaduto venerdì scorso nelle
scuole della nostra provincia e provvedere con comunicati mirati e pubblici a
che ciò non debba più avvenire in futuro.