Classi ponte, voci di dissenso nella
maggioranza e i no di Anci e Legambiente
Tuttoscuola: Classi ponte, i no del Pd e del
mondo cattolico
16-10-2008
L'approvazione
alla Camera delle classi ponte, nella dizione di classi di inserimento,
per l'integrazione dei bambini stranieri con un livello insufficiente di
conoscenza della lingua italiana, sta suscitando critiche molto vibrate, anche
da settori vicini alla maggioranza.
Per Pina Picierno, ministro ombra per le Politiche Giovanili del
Partito Democratico, "E' una vergogna che un Paese come l'Italia,
ponte sul Mediterraneo, veda votare in Parlamento le classi speciali per
studenti stranieri". In questo modo, prosegue la Picierno, "si
smonta il serio e impegnativo lavoro di tante scuole, di tanti docenti che, in
questi anni, hanno dato vita a un vero modello di
integrazione all'italiana nelle classi. La pedagogia moderna tende a
valorizzare la diversità, perché arricchisce la didattica e rende la mente più
aperta e flessibile in un mondo dai rapidi cambiamenti".
Il commento del segretario del Pd Walter Veltroni si muove sulla stessa
linea: "Da italiano è intollerabile la mozione che è passata ieri in
parlamento sull'istituzioni delle classi
differenziali: avremmo tollerato quando eravamo noi gli emigranti che i nostri
figli finissero in classi differenziali?".
Per la deputata Maria Coscia, responsabile nazionale Scuola del Pd,
"Le classi di inserimento per i ragazzi extracomunitari sono dei nuovi
ghetti da dove sarà difficile uscire".
La mozione approvata ieri, sottolinea la Coscia, è
"l'ennesimo 'granello di sabbia' che la maggioranza cerca di gettare in
un 'meccanismo', quello della integrazione sociale e dell'uguaglianza tra le
persone, che dovrebbe, al contrario, essere perfettamente oliato e funzionante.
Le classi di inserimento della Lega hanno l'unico
scopo di rendere difficile la vita agli immigrati sin dai primi anni di
convivenza. E' un atto di per sé inaccettabile - conclude
- che diventa ancora più spregevole perché lo si fa agendo sulla scuola
pubblica che viene piegata ad una indegna battaglia politica discriminatoria".
Anche per Mimmo Pantaleo, segretario della Cgil Scuola, la
mozione approvata ieri alla Camera che prevede l'introduzione di classi ponte
per studenti stranieri "è un atto inconcepibile che mette in
discussione la civiltà di un Paese". "Con questa norma si
torna indietro", ha aggiunto Pantaleo, secondo cui "è
inquietante e razzista l'idea di creare classi differenziate
per gli alunni stranieri". Su una questione così "grave e
discriminatoria", il segretario della Flc-Cgil auspica che anche la
Chiesa faccia sentire la sua voce.
E, in effetti, il mondo cattolico si sta facendo
sentire. Dopo l'intervista
di Don Sciortino, direttore di Famiglia Cristiana al Corriere
della Sera, anche don Vittorio Nozza, direttore generale della Caritas
Italiana, commenta negativamente la mozione approvata ieri: pensare di
collocare gli studenti stranieri in classi separate da quelle degli italiani
sarebbe fonte di "impoverimento reciproco" e riporta indietro
"ai tempi in cui i ragazzi che avevano alcune disabilità
Sulle classi di
inserimento (o ponte), si registrano i primi ripensamenti di esponenti
della maggioranza. A cercare di ricucire gli strappi, interviene il sindaco
di Roma, Gianni Alemanno, che commenta: "Sono sicuro che da parte
del Parlamento che ha votato questa mozione non c'è alcun intento
discriminatorio. Credo comunque che prima che il
Ministro predisponga il dispositivo, sia necessario un confronto col mondo del
volontariato, l'associazionismo cattolico e con coloro che operano nel campo
dell'istruzione e dell'integrazione per evitare che questa norma venga
applicata in maniera sbagliata e che ci possano essere equivoci"
Anche Alessandra Mussolini, Presidente della Commissione Bicamerale
per l'Infanzia e segretario nazionale di Azione Sociale-Pdl, e la deputata Souad
Sbai del Pdl, chiedono una valutazione più attenta delle
"classi di transizione": "Pur consapevoli della
problematicità dell'inserimento dovuto alla lingua ed alle diversità culturali
degli studenti stranieri, riteniamo però fondamentale per una reale integrazione
la possibilità di scambi di sapere. Chiediamo, quindi, di valutare con la
dovuta attenzione la possibilità di creare 'classi di transizione' che
rischierebbero di dar luogo a diversità tra gli studenti suscettibili di
trasformarli in cittadini socialmente diseguali".
Pure l'Associazione dei Comuni si schiera contro la mozione approvata ieri alla
Camera. Fabio Sturani, Sindaco di Ancona e
Vicepresidente dell'ANCI con delega all'immigrazione, dichiara: "Ci
preoccupa fortemente la mozione, presentata dalla Lega e approvata ieri alla
Camera, che introduce per la prima volta nel nostro Paese elementi di forte
discriminazione nei confronti delle bambine e bambini stranieri". Sono
"690mila gli studenti stranieri presenti nelle nostre scuole che
rappresentano oltre 190 diverse nazionalità. E' pur vero che molti di loro,
purtroppo, soffrono di un ritardo nella conclusione dei percorsi scolastici o
addirittura del loro abbandono, ma questo si aggrava con l'innalzamento delle
fasce d'età dei ragazzi (fenomeno comunque presente
con percentuali analoghe anche per i ragazzi italiani che vivono in condizione
di disagio sociale...) questo a riprova che le motivazione addotte dal Governo
a sostegno del provvedimento, finalizzato a test di primo ingresso non sono
rispondenti alla realtà dei fatti".
Critiche alla mozione anche da Vanessa
Pallucchi, responsabile nazionale Legambiente Scuola e formazione:
"Nel 1977, con la legge 517, l'Italia ha dato
prova di civiltà abolendo le classi differenziali per gli studenti svantaggiati
e da allora le scuole hanno sempre lavorato con successo nell'ottica
dell'integrazione fra i ragazzi e la valorizzazione delle diversità. Tornare
oggi a quella realtà, istituendo classi per soli stranieri, rappresenta un
provvedimento grave, che mina i diritti dell'infanzia, l'integrazione dei
cittadini stranieri e la coesione sociale di tutto il nostro Paese".
La Pallucchi suggerisce anche una soluzione alternativa alle classi ponte:
"Invece di creare nuove classi con costi
aggiuntivi per lo Stato sarebbe molto più opportuno aumentare alle scuole i
fondi necessari all'impiego di mediatori culturali. Negli ultimi 7 anni,
infatti, a fronte di un aumento esponenziale di
bambini stranieri nelle scuole italiane, i finanziamenti per l'integrazione
sono rimasti invariati".