Le grandi bugie del duo Berlusconi Gelmini.

 

Nella conferenza stampa del 22 ottobre scorso Berlusconi ha sostenuto che la nostra scuola non funziona e che spendiamo troppo rispetto agli altri paesi. Da ciò conseguirebbe la necessità del taglio di 87.000 insegnanti a cui si devono aggiungere 43.000 non docenti, il taglio del tempo pieno e il ritorno ad un solo maestro per classe alle elementari. Per confutare la visione della nostra scuola come un carrozzone fuori controllo basta consultare ricerche e indagini internazionali sulla scuola che sono da anni a disposizione.

 

E’  falso che noi spendiamo più di altri paesi sulla scuola.

I dati recentemente pubblicati dall’OCSE (Education at a Glance 2008), che è la fonte più accreditata di statistiche in campo scolastico da circa 10 anni, mostrano che nel periodo 1995-2005, mentre tutti i paesi, sia quelli più sviluppati che quelli in via di sviluppo, hanno aumentato la spesa per studente di scuola dai 3 ai 18 anni del 30%, il nostro ha investito solo il 4% in più, cioè meno dell’inflazione. Dal 2003 al 2005 la nostra spesa è calata del 5,2 %.

Nel 2005 abbiamo speso per ogni studente dalla primaria all’Università  1000 dollari in meno della media dei paesi OCSE (7540 contro 8553).  

L’unico settore in cui spendiamo di più è quello primario (+ 662 dollari) che non a caso è quello nel quale otteniamo i risultati migliori.

Nel settore universitario spendiamo 8026 dollari per studente contro una media di 15.559.

La nostra percentuale sul P.I.L. di spese per l’istruzione raggiungeva nel 2005 appena il 4,4% contro una media OCSE del 5,4%. La percentuale di spesa per l’istruzione sul totale della spesa pubblica era sempre nel 2005 del 9,3% contro la media OCSE del 13,2%. Occorre notare che Berlusconi in conferenza stampa ha fornito dei dati senza citare le fonti degli stessi.

 

E’ falso che il livello di istruzione fornito dalla nostra scuola sia scarso.

Al quarto anno di scuola (circa 10 anni), secondo i dati forniti da PIRLS 2006, i nostri studenti raggiungono risultati eccellenti (siamo i quinti al mondo) in capacità lettura, totalizzando 551 punti contro una media di 500 lasciando indietro quelli di Svezia, Germania, Inghilterra e Stati Uniti.

Per di più la situazione è migliorata rispetto al 2001.

Anche in matematica, nonostante i nostri ritardi storici, secondo la ricerca TIMSS nel 2003, siamo sopra la media internazionale di 8 punti e superiamo paesi come Australia e Norvegia.

Prendendo in esame i dati della ricerca PISA 2006 i nostri 15enni ottengono in scienze 520 punti al nord est, 501 al nord ovest e 486 al centro contro una media di 491. Gli scarsi risultati degli studenti del sud 448 e isole 432 sono da imputare al contesto socio economico arretrato in cui operano le scuole (meno investimenti locali, titolo di studio dei genitori più basso, strutture inadeguate).Vedi Checchi ed altri, “Da dove vengono le competenze degli studenti ?”, Il Mulino 2007. 

 

E’  falso che la disciplina all’interno delle nostre scuole sia fuori controllo

La ricerca “Education at a glance 2006” pubblicata dall’OECD proprio in questi giorni evidenzia che  l’81% dei genitori degli studenti 15 enni  è soddisfatta o molto soddisfatta dell’atmosfera disciplinare della propria scuola. Inoltre percentuali di genitori che oscillano fra l’86 e il 92% sono soddisfatte o molto soddisfatte del metodo didattico usato e della competenza degli insegnanti. 

 

E’ falso che la considerazione dei genitori verso la scuola italiana sia molto scarsa.

La pubblicazione del sondaggio di Demos pi da parte di Repubblica lo scorso 27 ottobre vedi http://www.comune.bologna.it/iperbole/coscost/No_Gelmini/scuola_27_10.pdf

rivela che oltre il 60% degli italiani ha fiducia nella scuola italiana con punte del 69% per quanto riguarda le elementari. Il 64,4 % ha molta o moltissima fiducia negli insegnanti della scuola pubblica.

 

E’ falso che chi contesta i provvedimenti del governo sulla scuola sia un’esigua minoranza

Lo stesso sondaggio di Demos evidenzia che solo il 21% delle famiglie degli insegnanti e il 34% delle famiglie degli studenti approvano i provvedimenti sulla scuola.

 

E’ falso che nessun insegnante venga cacciato dalla scuola in seguito alla finanziaria 2009.

Il piano programmatico prevede la cancellazione di 87.000 cattedre in tre anni alle quali bisogna aggiungere le 25.000 previste dalla finanziaria 2008 del governo Prodi e di 43.000 posti di ausiliario. Tenendo conto del turn over ovvero del numero di pensionamenti annuali (circa 27.000 all’anno ) il numero di posti in meno nel 2009/10 è previsto in 27.000 docenti e 9.000 non docenti. Pertanto 36.000 unità di personale precario, che lavora da anni nella scuola con contratti annuali fino al 30 giugno non verrà riassunto all’inizio del prossimo anno.

 

E’ falso sostenere che il tempo pieno non verrà ridimensionato pesantemente.

Basta fare un semplice calcolo. Oggi le maestre del tempo pieno (2 per classe) fanno 22 ore di lezione. I bambini fanno 40 ore. Le due maestre fanno 44 ore con 4 ore di compresenza per seguire i bambini in difficoltà e le ore di mensa. Con le 24 ore di lezione previste dal decreto sul maestro unico spariscono le ore di compresenza e solo una maestra sarà titolare nella classe. L’altra perderà la titolarità e dovrà svolgere le proprie 24 ore in diverse classi. Quando tutto andrà a regime i pomeriggi saranno appaltati a cooperative o altro.

 

Conclusioni

I cittadini italiani stanno comprendendo sempre di più che i provvedimenti governativi intendono eliminare le esperienze più avanzate, dal tempo pieno alle sperimentazioni, per ridurre la scuola ad un servizio minimo, nel quale l’offerta didattica aggiuntiva diventi a pagamento.

Viene posto in atto coscientemente un attacco frontale alla visione della scuola della nostra Costituzione, alla scuola di tutti e per tutti, all’Istituzione che ha il compito di formare il cittadino della Repubblica sulla base dei principi di uguaglianza e libertà. La ventilata trasformazione delle scuole in fondazioni, l’utilizzo del principio di sussidiarietà del privato,  la proposta di eliminazione del valore legale del titolo di studio, svelano l’obiettivo ideologico del governo: distruggere l’esperienza che negli anni dal 1968 al 1974 ha prodotto la scuola democratica e partecipata dei decreti delegati , la media unica, la scuola dell’infanzia di stato.

La politica di questo governo sulla scuola ci allontanerà sempre più dal resto del mondo sviluppato, che sta investendo pesantemente sull’istruzione. Se non sapremo investire sulla nostra risorsa primaria, cioè la persona, il declino del nostro paese diventerà inarrestabile.

 

Bruno Moretto, Comitato bolognese Scuola e Costituzione

Bologna 26/10/08

 

Dati P.I.RL.S. 2006 (progress in international reading literacy study),

Paesi

Punti 2006

Punti 2001

Differenza

Italia

551

541

+10

Germania

548

539

+9

Svezia

549

561

-12

Stati Uniti

540

542

-2

Inghilterra

539

553

-14

Francia

522

525

-3

Totale

500

500

 

 

 

Percentuale di genitori dei 15enni italiani che sono d’accordo o fortemente d’accordo con le seguenti affermazioni. Fonte OECD PISA 2006.:

1)      Il livello di apprendimento è alto

2)      Sono soddisfatto dell’atmosfera disciplinare della scuola

3)      La scuola da buoni risultati nell’educazione degli studenti

4)      La maggioranza degli insegnanti è competente e impegnata

5)      Sono contento del metodo didattico usato.

 

1

2

3

4

5

80,1

80,9

92,1

91,2

85,8

 

 

 

Spese per studente in dollari per livello di  istruzione, fonte OECD Education at a glance 2008. 

 

Livello/paese

1997

2003

2005

 

 

 

 

Italia primaria

5073

7366

6835

OECD primaria

3769

5055

6173

 

 

 

 

Italia secondaria

6284

7938

7648

OECD secondaria

5507

6936

7736

 

 

 

 

Italia università

5972

8764

8026

OECD università

10893

14598

15559

 

 

 

 

Italia totale

 

7953

7540

OECD totale

 

7471

8553

 

 

Indice di variazione nella spesa per studente fra il 1995 e il 2005 (2000=100) Fonte OECD 2008

 

Paese

1995

2005

Italia 3-18 anni

101

105

OECD 3-18

89

119

Brasile 3-18

96

139

Italia >18

79

100

OECD >18

99

111

 

 

Tutte le tabelle complete sono disponibili su www.scuolaecostituzione.it nella rubrica “i numeri della scuola”. L’indirizzo diretto è http://www.comune.bologna.it/iperbole/coscost/numeri_scuola/index.htm