La posta del cuore (3)

Recuperiamo il filo del discorso, tornando a quanto si diceva la volta scorsa, per chiarire alcuni dubbi che ancora continuano a ripresentarsi: domina infatti ancora l'idea che parlare di "rete" e di "globalizzazione del sapere" equivalga a buttare tutto in un calderone e, in genere, a fare una gran confusione, a mescolare il "sacro" col profano, a concedersi inutili e pericolose "distrazioni". Anni di iperspecialismi ci hanno resi estremamente diffidenti nei confronti di quanto non cresce nell'hortus conclusus della propria disciplina, e anzi, quanto più incerti sulla propria coltura, tanto più timorosi dei frutti dell'orto del vicino, i quali invece dovrebbero ogni tanto essere assaggiati, specie quando saporiti, e per di più utili ad evitare carenze di elementi indispensabili all'organismo. Uscendo di metafora, pensiamo che sia importante, proprio per restituire centralità al letterario, non rinchiuderlo più in quell'isolamento anemico che ne ha compromesso oltretutto talune specificità, ma sfruttare l'opportunità di luoghi di contatto come la rete per reimmetterlo in un circuito di scambi e confronti utili: non, come si diceva, con l'illusione scientista che anni fa ha snaturato gli studi critico-letterari, accelerando anzi la loro riduzione a trastullo per una cerchia di nobili spiriti, ma concentrando l'attenzione su quei territori che più si presentano affini secondo le coordinate del linguaggio. Convogliare l'attenzione di altri studi sull'Italianistica, confrontare le riflessioni parallele di campi contigui del sapere non significa abbandono all'indifferenziato, e può anzi aiutare a maturare, se si operi correttamente, una maggiore accortezza critica. Le scelleratezze combinatorie da molti paventate non sono state rese possibili oggi dal computer, ma sono già esistite in talune aberrazioni critiche, soprattutto là dove la macchina di un "metodo" ferreo acquisiva il primo piano: in fondo bastava una biblioteca ben fornita e molto tempo libero. Oggi i testi saranno solo più accessibili, più maneggevoli, e per sbagliare in maniera macroscopica non occorrerà essere un genio... Lasciando da parte lo humour, la sfida consiste nel prepararsi al nuovo e saper esserne all'altezza, mentre è inutile nascondere la testa sotto la sabbia e piangere un'altra, un'ennesima apocalisse sperando che la storia torni indietro.

Viene poi spontaneo chiedersi quando e quanto si realizzerà questa fantasticata accessibilità, visti gli effettivi problemi che per ora la rendono più che mai ipotetica. Mancano ancora in primo luogo gli "oggetti": infatti, le banche dati sono poche, e per ogni lodevolisima iniziativa si potrebbero ancora lamentare infinite lacune. Inoltre i costi abbastanza elevati che, specie in Italia, bisogna sostenere, sommati alla scarsa qualità del servizio (dovuti a una serie di problemi strutturali della rete, ma anche ad alcune deficienze specifiche del nostro Paese), fanno ritenere che l'intervento delle istituzioni sarà decisivo per realizzare una piena funzionalità di tale strumento: ben vengano allora proposte come quella di Umberto Eco, che vorrebbe punti di accesso pubblico a basso costo, anche se crediamo che ciò non basti. Non serve creare luoghi materiali in cui far confluire le persone, riproducendo in sostanza tradizionali biblioteche con un video in luogo dei fogli di carta, quanto l'esatto opposto: ci si dovrebbe insomma preoccupare anzitutto di far sì che Internet possa raggiungere tutti, o quanto meno che sia accessibile da più persone, attraverso costi più bassi; ed in secondo luogo di concretizzarne le potenzialità finanziando progetti di trascrizione elettronica, di catalogazione, di riorganizzazione del patrimonio culturale.

Ci si lamenta da anni, da decenni ormai, che la cultura va naufragando nel mare di disinteresse indotto dai mass-media, i quali per loro natura non possono che peggiorare questa situazione: si cerchi allora di non perdere questa impareggiabile occasione per dare possibilità alla fatidica montagna di andare a Maometto.

Vincenzo Bagnoli


n° sei-sette, gennaio 1997


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