Ipertesti e nostalgia letteraria
Crisi della testualità come intrattenimento formale e come patto sociale. Avventura e spaesamento non del soggetto storico moderno ma di una pluralità singolare.
L'agire ipertestuale come nostalgia, rovina o mutamento, anzi strategia del mutamento. Le nuove frontiere della comunicazione: la corporeità delle reti e la negoziazione del senso dell'innovazione tecnologica.
Alberto ABRUZZESE
Università di Roma - "La Sapienza"
Letture ipertestuali dei testi letterari tradizionali:
una transizione
In attesa che nasca una vera e propria letteratura ipertestuale, concepita per il mezzo elettronico e adattata alle sue caratteristiche, il nostro patrimonio letterario è già costituito da testi che hanno come supporto originale il libro e che accettano difficilmente il passaggio ad un’altra forma. La pubblicazione elettronica di opere letterarie è però in piena evoluzione e questa tendenza ci invita a riflettere sulle possibilità e sui limiti di questa imponente impresa di trascrizione della nostra eredità letteraria. Al di là dei problemi ergonomici, giuridici ed economici, la lettura ipertestuale di un’opera concepita secondo un ordine sequenziale pone dei problemi di tipo psicologico, estetico e pedagogico. Sul modello del passaggio dalla cultura orale alla cultura scritta, l’avvento di un nuovo mezzo minaccia una parte dei dispositivi tradizionali propri del testo letterario, dotandolo nello stesso tempo di funzionalità finora sconosciute. Se si considera che nessun supporto è neutro rispetto all’oggetto che veicola, ci si può chiedere allora quali siano le rivalutazioni, le complementarità, le letture indotte da un’applicazione generalizzata del mezzo elettronico nel settore editoriale.
La diffusione on line di un’edizione critica delle opere di Lautréamont realizzata dal Centre de Recherches Hubert de Phalèse (http://www.cavi.uni-paris3.fr/phalese/hubert1.htm) e gli studi letterari pubblicati da questo gruppo di ricerca forniranno alcuni esempi del passaggio ad una nuova dimensione del testo.
Michel BERNARD
Université de la Sorbonne-Nouvelle (Paris III)
Centre de Recherches Hubert de Phalèse
http://www.cavi.univ-paris3.fr/phalese/hubert1.htm
Elementi di poetica ipertestuale
La letteratura ha sempre dipeso dai suoi supporti. Da molti anni ormai assistiamo allo sviluppo di una letteratura informatica che, superati i suoi limiti iniziali, è oggi in pieno sviluppo sui cd-rom e sul web. Il passaggio dal libro al computer può assumere molteplici forme, che vanno dalla poesia animata alla generazione automatica del testo, passando attraverso l’ipertesto creativo. Per apprezzare nella loro giusta dimensione le innovazioni che apportano in ambito letterario, può essere utile metterle in rapporto agli sforzi compiuti in precedenza dagli autori per liberarsi dai limiti imposti dalla forma stampata. Si vede allora che la maggior parte delle categorie risultano profondamente modificate dal supporto numerico e che è dunque necessario elaborare una nuova poetica di cui intendiamo proporre, in questa sede, alcuni elementi, insistendo sulle trasformazioni che la narrazione subisce: il rapporto con lo spazio e il tempo, il "lavoro" del lettore, lo slittamento del racconto verso la forma poetica o teatrale, ecc.
Per l’autore ormai il computer è una macchina programmabile e il suo ruolo consiste nello stabilire le regole che presiedono alla produzione del testo. Per certi aspetti, la sua estetica è diventata una poetica.
Jean CLÉMENT
Université de Paris VIII (Saint Denis), Département Hypermédia
Ipertesto: profeti ed antenati
Il mondo digitale è in conflitto, come sostengono alcuni, con quello della ricerca storica? La smaterializzazione del documento comporta la messa in discussione delle fonti? E qual è il ruolo della struttura ipertestuale in tutto ciò?
Nel mio intervento tenterò di abbozzare alcune risposte a queste domande ripercorrendo brevemente alcuni dei concetti chiave dell’ipertestualità: le idee di processo, connessione, interattività e apertura. Cercherò poi di rintracciare queste caratteristiche all'interno della storia letteraria e artistica, indicando le basi di una ipertestualità definita storicamente, evoluzione e conseguenza della cultura e della società. Vedremo infine, con l’aiuto di un discusso schema (ridisegnato per l’occasione), come i semi dell’ipertestualità siano diffusi all’interno di varie discipline e come questa tagli trasversalmente (o venga proiettata, a seconda dei gusti) sulla cultura contemporanea. Di questo specifico fenomeno proporrò una interpretazione basata su una analisi della società americana contemporanea. Obiettivo d’insieme delle mie osservazioni sarà contribuire a spiegare il successo teorico dell’ipertesto.
Domenico FIORMONTE
University of Edinburgh, Department of Italian
http://www.ed.ac.uk/~esit04/italian.htm
La traduzione: per un potenziamento delle inferenze creative attraverso i programmi di traduzione on line
I programmi di traduzione automatica non tradiranno il testo a condizione di avere come obiettivi l’interpretazione del testo e lo sviluppo delle capacità creative grazie alle potenzialità combinatorie della macchina, considerando quindi il computer come una sorta di traduttore narratore ipertestuale. D’altronde ogni traduzione rappresenta un passaggio di senso dalla cultura della lingua di partenza alla cultura della lingua di arrivo attraverso le parole, facendo scattare le competenze linguistiche ed enciclopediche del lettore. Questi problemi semantici emergono utilizzando un traduttore automatico per il trattamento dei testi liberati da un contesto lessicale a predominanza tecnica. Ma nemmeno i più sofisticati programmi di traduzione on line sono in grado per ora di sostituire gli operatori-traduttori umani.
In compenso essi consentono un’interazione inedita tra uomo e macchina, in particolare nel caso delle traduzioni letterarie per le quali un margine di creatività è lasciato dagli esercizi di stile combinatorio e lessicale, vissuti come una "scoperta ipertestuale" dei mondi possibili (intesi come costruzioni narrative), per stimolare le capacità inferenziali dell’operatore-traduttore-lettore. Se le traduzioni sono geneticamente ipertestuali, a maggior ragione lo saranno quelle automatiche con i loro algoritmi, una sorta di lingua intermediaria che opera meccanicamente, tra le opzioni possibili, una scelta lessicale e sintattica, spesso ambigua, elaborando così un programma didattico per meglio gestire l’architettura del testo di arrivo, a livello linguistico ma anche sul piano delle componenti intertestuali e ipertestuali del testo narrativo.
Gius GARGIULO
Université de Paris X - Nanterre, U. F. R. de Langues
http://www.u-paris10.fr/gargiulo
Nuove sensibilità in rete verso la creatività connettiva
La connettività, l’attitudine propria del libero scambio di comunicazione telematica e della partecipazione collaborativa o human networking apre ad un nuovo approccio con le pratiche del linguaggio. Il dato più forte da rilevare è nella capacità di mettere in relazione le diverse specificità dei linguaggi grazie a una tecnologia di comunicazione, qual è Internet, che si sta rivelando come un medium vettore di nuova cultura e nuovi comportamenti. Si parla di intelligenza connettiva, ovvero di un’evoluzione psicologica e cognitiva che attraverso la telematica crea condizioni inedite di scambio sociale che vanno anche oltre lo stesso principio "collettivo" sul quale anni fa si erano fondate molte buone utopie di nuova socialità creativa. Si stanno insomma già delineando fattori che caratterizzeranno l’espressione creativa, diffondendola negli ambiti sociali ed educativi, contribuendo di fatto ad una generalizzata espansione della coscienza percettiva. In un processo che sta vedendo gli ambiti, dicotomici per alcuni , della cultura e della comunicazione avvicinarsi sempre di più. La creatività giovanile nel contesto multimediale tende già a svolgere un ruolo decisivo nell’affermazione di un linguaggio che nonostante sia estraneo alle discipline culturali tradizionali sta creando in tempi velocissimi nuove piattaforme epistemologiche. E’ infatti evidente che l’intero assetto umanistico non potrà più prescindere dalla rivoluzione che l’ipertesto ha creato all’interno delle pratiche della scrittura; come anche il concetto stesso di Sapere sarà sempre più determinato dalla dinamica reticolare della connettività telematica. Entrando nel particolare delle mutazioni generazionali è emblematico individuare come certe radicalità di fenomeni che potremmo definire cyber stiano trasformando strutturalmente i modi di comunicare e di sentire.
In questo quadro la telematica permette di liberare energie creative, offrendo opportunità aggregative come le comunità virtuali e rendendo possibile la produzione di web d’autore che esprimono una forte spinta di autodeterminazione culturale. La frequentazione telematica sta avviando importanti occasioni di comunicazione "orizzontale" (opposte a quella "verticale" del broadcasting televisivo) creando non solo nuovi linguaggi ma nuovi ambienti di condivisione. E’ forse il caso di parlare di nuove sensibilità: altri modi di concepire l’esperienza creativa in relazione ad una domanda culturale in trasformazione. Le nuove sensibilità comportano però una mutazione della stessa definizione di arte, resa sempre più ibrida nella contaminazione tra i diversi specifici artistici, sempre più multiculturale nella complessità dello scambio sociale interetnico, sempre più multimediale nell’interazione con i diversi linguaggi di comunicazione, inscritta nella progressiva convergenza dei media.
Carlo INFANTE
Progetto "Cyberia"
A G I R E N E L L A V I S I O N E
http://www.bgart.net
http://www.gruppoentasis.com
http://www.idra.it/iperbestiario
http://www.comune.torino.it/~infocntr/futuro/index.html
http://idra.idra.it/theatron
http://www4.iol.it/agave
Offline: ancora alla ricerca del nuovo lettore modello
Cronache dal satellite di Lorenzo Miglioli abstractante all’istante
da lassù le cose si vedono
come Un Tutto
e non dimentichiamo
che
è con il Tutto
che
l’irrazionale prende Forma
LA METAFORINA
Le Avventure Di Un Cacciatore
di
Idee Malvagie...
(e Pioniere Memetico)
Tirando le somme: è che qualcosa dovrà pur corrispondere all’agglomerato fonetico di tre lettere che corrisponde grossomodo a D.I.O. (quante parole sono acronimi segreti di cui la memoria di chiave é andata perduta? La mia teoria è che qualcuno ha tolto i puntini e ci ha fatto credere di essere al cospetto di una entità complessa, non invece acronimica, ma ad un essere nominale, fregatura senza ritorno... un po’ come il pubblico italiano di fronte al film Batman di Tim Burton, proprio nel momento in cui Egli riceve la domanda fondamentale da un bandito tenuto sul filo della morte dal vendicatore mascherato: chi sei?, ora, in inglese la risposta è I’m Batman, ossia Sono l’Uomo Pipistrello, dando così l'informazione regina sulla propria situazione borderline tra il regno umano e quello animale, sintomo di irruzione dell'inumano nell'umano eccetera. L’utente italiano invece sentiva il vendicatore rispondere: Sono Batman. Ergo un nome qualunque, non una condizione evolutiva differente, l’alieno per eccellenza. Poteva allora anche dire Sono Ugo, Antonio, Giovanni eccetera, la cosa non cambiava. A noi non il senso criptico, artistico, filosofico, ma quello del prodotto in quanto tale, marchio registrato, brevetto sull'immaginario, sul pensabile, il famoso, alla domanda chi sei?, doveva apparire una bella nuvoletta comix like con la risposta: Io sono Batman. Ecco che tra l'alienità di una lingua e un’altra si creano i mostri del confine, tutte quelle creature potenziali che vivono tra le righe e che tra i vari passaggi linguistici escono allo scoperto, come le immonde creature di Lovecraft che al solo vederle, dunque concepirle, toglievano la ragione a colui, il malcapitato utente osservatore) con tutti i corollari del caso, come il fallo-pene e sostituti palliativi vari, maschili e femminili, il triangolare occhio tutto tutto tutto tutto ogni tutto cosa vedente, tutto registrante, esattamente onnisciente. Il Grande Altro Guardante. Dunque, dovendo fare qualcosa per arginare quella parola strabordante, invadente, eccedente, qualcosa si è fatto: pensato pregato rituato sacrificato mangiato bevuto amato fecondato e ancora e ancora e ancora e poi ecco, della serie le protesi senzienti ci provano, il satellite. Prodotto di emergenza praticamente perfetto, pane e cioccolata della descrizione definitoria. Quella macchina circolante attorno alla palla planetaria, tutto registrante, tutto vedente ma purtroppo almeno per ora non proprio onnisciente, intesa ed usata e mandata su come suo e non ci sono balle di sorta, sostituto artificiale, ossia robofatto, totalmente costruito dagli umani. Con futuro da onniscienza acritica alle spalle, cioè progettato per quello. C’è poi chi dice che lo stesso concetto di Dio sia totalmente costruito dagli umani, ossia robopensato. Circolante attorno alla nostra palla cerebrale come se fosse il sostituto di............................................................?
VAPORWARE O L’EPICA DEL CHIACCHERICCIO COME SOSTITUZIONE DEL PENE
Lorenzo MIGLIOLI
Autore
www.sincretech.it/more/lmig
Ipertestualità à Creatività ß Interattività
L’idea di uno sviluppo creativo degli ipertesti non sembra attualmente avere grandi possibilità di sviluppo, nonostante i tentativi in corso. Il link, forse l’elemento più caratterizzante l’ipertesto va rianalizzato e rivisto nelle sue diverse possibilità di utilizzo. Esso può essere portatore di un alto o basso tasso di informazione e con un alta o bassa funzione cognitiva. Ma può avere una funzione creativa? In contrapposizione all’ipertestualità può essere vista l’interattività come elemento di attivazione e coinvolgimento dell'utente specialmente all’interno dei giochi.
Da qui uno spunto di riflessione sull’utilità di mutuare proprio dai giochi - specialmente quelli di ruolo - alcune regole che possano dare impulso creativo all’attività letteraria creativa in rete.
Gian Paolo RENELLO
(Università di Lovanio)
http://bestia.org/
http://www.italynet.com/cultura/baldus/
http://www.italynet.com/cultura/alterego/home_gr.html