Nel 1990, dal 24 al 26 di settembre, si è svolto a Perugia un importante "Convegno nazionale di studi su Sandro Penna", i cui Atti sono usciti con il suggestivo titolo "L'Epifania del desiderio", a cura di R. Abbondanza e M. Terzetti, editi dalla Provincia di Perugia nel 1992. In quella circostanza che ebbe rilievo, soprattutto, per tentare di dare autonoma visibilità alla variegata materia letteraria penniana, nel panorama delle opere dei grandi autori del nostro Novecento e più in generale del Novecento europeo ed internazionale, si iniziò anche a tracciare, di fatto, un vero e proprio percorso organico di indagine filologica e critica sul corpus dei testi penniani, sia editi (e quindi già noti), e sia anche inediti: si parlò per la prima volta appunto allora, in termini sufficientemente espliciti, di tutto il vasto complesso, ad esempio, di appunti, diari, racconti e poesie (comprese le loro a volte sostanziali varianti autografe), e inoltre della ricca corrispondenza nonché delle registrazioni sonore lasciate da Penna. Tutto questo materiale è stato custodito, alla morte del poeta, dall'amico Elio Pecora per conto degli Eredi.
E proprio uno dei momenti, o aspetti, di maggior rilievo fu costituito, all'interno del convegno, da quanto Pecora stesso raccontò allora (nel volume degli Atti se ne trova naturalmente giusta traccia) riguardo alla fisionomia del "Fondo Penna", a cui lui per primo aveva cercato di dare un primo ordinamento. Ancora adesso, da quanto possiamo capire, il "Fondo Penna" attende l'attenzione che certo merita, unita alla cura professionale di chi per mestiere conserva e cataloga, da parte delle Istituzioni competenti (gli Archivi contemporanei in primis).
All'interno dunque del volume collettaneo degli Atti di Perugia (Edizione 1992), varrà la pena segnalare un filone di lavori di tipo più strettamente esegetico, all'interno del quale occorre citare come gli articoli più significativi, quelli di relatori insigni ed eterogenei: Giorgio Luti, L'ombra e la luce: Penna e il Novecento , p. 17-27; e poi Gualtiero De Santi, Penna e le immagini della poesia europea , p. 29-46; Oreste Macrì, Poetica e poesia di Sandro Penna , p. 62-83; Piero Bigongiari, Il "cerchio dei frammenti" di Sandro Penna , p. 124-133; Alfredo Giuliani, Rileggere Penna , p. 136-140; Enzo Siciliano, Penna e Pasolini , p. 156-159; Giuseppe Leonelli, Ritmi e metri penniani. Qualche esercizio di interpretazione , p. 170-173; Luigi Tassoni, Eros e tempo nel canzoniere di Penna , p. 180-197. Un altro filone è quello, direi d'impronta biografica, laddove spiccano nel volume i saggi di Nico Naldini, Pifferaio incantatore , p. 141-145; ed ancora di Pecora, Gli anni perugini di Sandro Penna, p. 148-153; viene poi il rimpianto Dario Bellezza, con Il Lager di Sandro Penna , p. 164-168. Un ulteriore aspetto, che coinvolge sì la biografia penniana, ma anche la storia dell'arte contemporanea in Italia, è quello invece indagato da Bruno Corà in Penna, i pittori e l'arte , p. 230-235.
Sarà inoltre utile ricordare che, parallelamente al convegno perugino, fu allestita una mostra di documenti, riprodotti, con buona perizia fotografica, nel volume Sandro Penna, appunti di vita , a cura di Elio Pecora (Perugia, Electa ed. umbri, c1990). L' ampia bibliografia che chiude il libro è a cura di Roberto Deidier, ed è aggiornata sino al 1989 compreso.
Un ultimo settore d'indagine nell'ambito del convegno del '90, fondamentale, del resto, ai fini della ricerca condotta con criteri di autentica scientificità, consiste nei saggi di area filologica, linguistica e di storia editoriale. Tra questi si ricordano i lavori di Giuseppe Nava, La lingua di Penna , p. 48-60 (anche in "Paragone", 1991, n. 494, p. 52-69); e poi di Michela Vermicelli, La vicenda testuale di Penna tra rivista e raccolta , p. 86-105; di Antonio M. Girardi, Il gioco delle varianti nella poesia di Sandro Penna , p. 108-121; ed infine di Cesare Garboli, Penna postumo , p. 298-303 (sulla questione dell'autenticità dei testi contenuti nella plaquette Peccato di gola , Milano, Scheiwiller, 1989; anche in "Paragone", 1990, n. 488, p. 3-12 e ristampato poi in altre sedi).
Scorriamo ora molto semplicemente, anno per anno, lo 'schedario' della bibliografia penniana che ho potuto raccogliere nel corso del tempo.
Riprendiamo il discorso dal 1990, per poterne a questo punto completare la bibliografia. Debbo segnalare un mio studio documentario, frutto di una capillare ricognizione svolta sulle riviste letterarie italiane a partire dagli anni Trenta fino ai Settanta: Elena Gurrieri, Prime stampe delle poesie di Penna (in "Studi italiani", n. 4, luglio-dicembre 1990, p. 169-178). Seguono le brevi analisi condotte da M. Rizza, Rileggendo Sandro Penna (in "Il Segnale", IX, 1990, n. 25, p. 26-30); E. Pecora, Il canto, il fanciullo, la morte in Sandro Penna (in "Poesia", III, 1990, n. 32, p. 13-19). È inoltre da segnalare quale studio accurato il lavoro firmato da A. Bonanome, Le "ritrovate" di Sandro Penna: un'analisi (in "Studi novecenteschi", XVI, 1990, n. 40, p. 279-299), che riguarda le poesie, ritrovate, appunto, da Cesare Garboli e da quest'ultimo presentate già nei primissimi anni Ottanta nel ben noto studio The Penna Papers (per l'esattezza in "Paragone", n. 378, agosto 1981), poi inserito in un volumetto autonomo, recante lo stesso titolo, nel 1984. Infine troviamo di S. Ruggeri, Sandro Penna e l'epifania del desiderio (in "Cultura e Scuola", XXIX, 1990, n. 116, p. 333-339) che nel titolo rinvia (come si addice di solito al testo di una recensione) al Convegno perugino del '90.
Ugualmente al 1990 risale l'edizione rinnovata (rispetto alla prima uscita del 1984, dal titolo Sandro Penna: una cheta follia) di E. Pecora, Sandro Penna. Una biografia (Milano, Frassinelli, 1990, 2a ed.).
Per quanto riguarda il 1991, registriamo gli interventi che seguono: D. Bisutti, Penna non fu un poeta minore (in "Millelibri", V, 1991, n. 42, p. 64-67); e ancora R. Pagnanelli, Alcune "stranezze" di Penna, e inoltre Verifiche intertestuali in Penna (in Poesia e poeti italiani del secondo '900 , a cura di D. Marcheschi, Milano, Mursia, 1991, p. 11-32 e 33-40).
A seguire, nel 1991, si riscontra anche la presenza del contributo di P. Tuscano (che aveva partecipato al Convegno di Perugia) Sandro Penna poeta della "strana gioia di vivere" (in "Cultura e Scuola", XXX, 1991, n. 118, p. 16-31); quindi viene il convincente confronto tentato, per via di similarità, nella lirica di due poeti quasi immediatamente coetanei, Penna e Gatto, da V. Paladino, La "circular figura": tra Penna e Gatto (in "Otto-Novecento", XV, 1991, n. 5, p. 127-134); mentre si applica di nuovo con viva attenzione esegetica al tema penniano, un italianista prolifico quanto insigne del nostro Novecento letterario, G. Luti, con il bel saggio Sandro Penna o della felicità contraddetta (in "La Rassegna della Letteratura Italiana", XCV, 1991, s. VIII n. 1-2 , p. 21-30).
Passando ora al 1992, vi risalgono la breve lettura critica di A. Berardinelli, Sandro Penna o l'altrove (in "Linea d'ombra", X, 1992, n. 71, p. 15-17) ed uno sguardo sulla traducibilità della poesia penniana in lingua inglese, di W. Rivière (anch'egli già presente al convegno di Perugia ), Quasi una recensione. Una nota su Sandro Penna in lingua inglese (in "Testo a fronte", 1992, n. 6, p. 185-186); terminiamo con la presentazione, ad opera mia (di necessità cito me stessa), del racconto disperso Dal taccuino di un viaggio , apparso in prima stampa sulla "Rassegna d'Italia" nel 1946, e mai più ristampato: E. Gurrieri, Una prosa lirica di Sandro Penna non compresa in "Un po' di febbre" (in "Il Vieusseux",V, 1992, n. 14, p. 76-83).
Entrando nell'anno 1993 si dovrà guardare intanto ad una ristampa datata a tale anno della celebre monografia debenedettiana, che comprende un saggio "storico" sulla poesia di Penna: Poesia italiana del Novecento (Milano, Garzanti, "saggi blu" in 1a ed. 1980, mentre la più recente ristampa è appunto datata 1993). Si procede con i due buoni contributi, di taglio linguistico e stilistico, che sono presenti nell'opera collettiva Omaggio a Gianfranco Folena (Padova, Studio Editoriale Programma, 1993); il primo è di C. Garboli, Penna postumo (alle p. 2161-2168), ma si tratta della recensione che abbiamo già sin qui citato.
L'altro è firmato da A. Turolo, Su alcuni aspetti dello stile di Penna (p. 2147-2159).
Ampio spazio a Penna dedica nel '93 la nota rivista d'Italianistica "Studi novecenteschi" di Padova: oltre al mio saggio: E. Gurrieri, Sul primo Penna (XVIII, anno nominale 1991- ma 1993 - n. 42, p. 395-433), che si occupa in modo approfondito della prima raccolta penniana: Poesie del 1939 (Firenze, Parenti, nella collana di "Letteratura"), si segnala anche la recensione alle poesie postume ben articolata in un vero e proprio saggio di A. Bonanome, Peccato di gola (in "Studi novecenteschi", XVIII, 1991 - ma 1993 - n. 42, p. 435-445). Si aggiungerà quindi, a completamento della bibliografia critica del '93, l'ampia lettura condotta con occhio sempre acuto, di O. Macrì, Il "Folle desio" di Sandro Penna (in Nevrosi e follia nella letteratura moderna, Roma, Bulzoni, 1993, p. 527-546), cui segue la breve analisi presente in Alvariana e altro Novecento (Milano, Mursia, 1993) ad opera di V. Paladino; da ultimo, non manchiamo di registrare la paginetta di G. Spagnoletti, Sandro Penna e la signora Sciolette (in "Concertino", II, 1993, n. 6, p. 12-13). Ma occorre ricordare pure una buona monografia compilativa, esauriente ed onesta: di A. Vaglio, Invito alla lettura di Sandro Penna (Milano, Mursia, 1993).
Veniamo adesso al 1994: anzitutto si dovrà segnalare la fine indagine procurata da S. Ramat, La poesia italiana 1900-1945 per titoli esemplari. Trentunesima parte: "Poesie" di Sandro Penna ( in "Poesia", VII, 1994, n. 70, p. 20-29); e poi un contributo di grande valore dato da un poeta che, possiamo dire, da sempre fa egregiamente anche critica della poesia (con la perizia che è propria, naturalmente, solo agli autori di poesia): Andrea Zanzotto, Per Sandro Penna (in Aure e disincanti, Milano, Mondadori, 1994, p. 135-138).
Per concludere la sequenza dei lavori penniani risalenti al '94, si fa riferimento allo studio d'impronta teorica di M. Del Serra, Penna, la fisiologia della visione (in "Il lettore di provincia", XXV, agosto 1994, n. 90, p. 79-92). Il lavoro della Del Serra individua, tra l'altro, ne La battaglia e ne La rinuncia (entrambe le poesie sono leggibili all'interno della I sezione di "Stranezze" e le troviamo ampiamente commentate da Garboli, al loro primo apparire su rivista, in Penna inedito , "Paragone", n, 288, febbraio 1974), "due bei testi cardinali della visionarietà fisiologica penniana"; Del Serra definisce in sostanza Penna il poeta più "fisico e metafisico" del '900, l'unico per il quale sembra possibile parlare, con cognizione di causa, di una effettiva "escatologia fisiologica".
Tre sono le pubblicazioni di maggior rilievo storico e critico, uscite tra il 1995 ed il '96, per l'aggiornamento della bibliografia "di" e "su" Sandro Penna. Iniziamo con il carteggio Penna-Montale (e viceversa), riproposto a stampa da Roberto Deidier per Rosellina Archinto Editrice in Milano, nel settembre del 1995: "sono trenta i biglietti e le lettere di Eugenio-Eusebio, ventotto le minute di Sandro" nell'arco degli anni Trenta: il rapporto fra i due poeti, che poco si videro e si parlarono 'a viva voce', come ricorda Elio Pecora nell'Introduzione al volume, pare invece efficacemente ricrearsi, con un suo vivido, variegato mosaico, entro il modularsi del rapporto epistolare, che viene ricostruito con valido apparato critico e buone annotazioni esegetiche da Roberto Deidier.
Eccoci dunque al 1996, anno che sta per chiudersi e, perciò, ottima occasione disponibile, per fare una riflessione nuova. Se possibile, anche, per rinnovare l'augurio che si arricchiscano sempre più tutti quegli interventi tesi a mettere in luce, con onestà d'intenti, i contenuti di carattere testuale, ovvero seriamente scientifico e filologico, che pertengono ai materiali della scrittura penniana.
Nel '96 giungono in libreria due monografie penniane di Cesare Garboli; si tratta di lavori, ampliati e diremmo aggiornati, già noti al lettore di Penna: lo storico volumetto dei Penna Papers (in 1a ed. Milano, Garzanti, 1984), si presenta ora in una "nuova edizione ampliata" comprendente tutto quanto è uscito dalla penna del critico versiliese intorno al poeta perugino, negli ultimi dodici anni. A due soli mesi di distanza nell'aprile '96 è uscito, a ruota, un "passepartout" Mondadori dal titolo Penna, Montale e il desiderio: una "lunghissima glossa ", come la qualifica l'autore, che intende, con la consueta ars incantatoria di colui che in Italia e da tempo immemorabile, è universalmente riconosciuto quale massimo esperto e cultore di cose penniane, intende dicevo, il più a fondo possibile, sviscerare le connessioni esistenti, sia in affinità che in differenza, fra due poeti che possiamo, in effetti, percepire come "simili a due costellazioni che si fronteggiano". Segnati da una "diversità speculare", Penna e Montale hanno, così, consentito a Garboli di compiere un'esplorazione brillante e ben fondata. La relazione Penna-Montale è infatti verificata anche sul piano formale, mentre l'intero discorso si muove agilmente tra filologia e critica allo scopo, come dice di nuovo Garboli stesso, di "toccare un punto nevralgico, un nervo che aspettava solo di farsi riconoscere".
Ed ora, per venire all'oggi, che resta da fare alla filologia ed alla critica "onesta" per Sandro Penna?
Poche, ma capitali operazioni (e certo sono, questi che indico qui, impegni di lunga durata e preparazione), non ancora attuate: 1) un'edizione delle poesie e delle diverse prose, condotta con criteri d'indagine filologica, cioè basata sull'attento impiego dei materiali compresi nell'Archivio Penna. 2) una bibliografia "di" e "su" Sandro Penna completa ed aggiornata, sin dai primi anni Trenta fino ai nostri giorni.
Mi giunge proprio adesso la gradita notizia che Roberto Deidier abbia iniziato ad approntare l'edizione critica delle Poesie del '39.
La storia della poesia di Penna sta (forse faticosamente, ma l'importante è che abbia cominciato a farlo), inventandosi un percorso, che permetta a chi legge, a chi soprattutto leggerà Penna, a scuola e non, di vederne finalmente restituita la dignità e la grande qualità della scrittura. Il restauro, necessario e crediamo improcrastinabile, pare già avviato.