Progetti di lavoro (n. sedici-diciassette, dicembre 1998)


PROGETTO DI LAVORO: Luciana Carbone
Per uno studio della narrativa ipertestuale come nuova dimensione letteraria


 

Riconoscendo come imprescindibili i rapporti tra l'organizzazione del pensiero e gli strumenti della scrittura, è possibile guardare all'ipertesto come ad un "nuovo strumento cognitivo" e ad una "nuova tecnologia culturale" che comporterà dei cambiamenti non solo nel nostro tradizionale modo di leggere e di scrivere, ma anche in quello di fare letteratura.

Questo progetto di lavoro, fondandosi sull'ipotesi che gli ipertesti narrativi costituiscano una sorta di "potenzialità" letteraria, prevede l'analisi dell'ipertesto elettronico come medium di produzione creativa e l'individuazione di possibili parametri per una valutazione estetico-letteraria di opere narrative ipertestuali.

La specificità propria dell'ipertesto narrativo elettronico, rispetto a tutte le altre forme di narrativa testuale, anche rispetto a quelle non lineari delle avanguardie letterarie e filosofiche, è la nuova modalità di interazione del lettore col testo. Grazie alla tecnologia informatica, il lettore acquisisce la possibilità di scegliere tra più direzioni di lettura e di intervenire sul testo, diventando così il protagonista di una lett(erat)ura interattiva che sembra ridurre finalmente il divario con l'autore.

Per questa ragione alcuni critici statunitensi riconoscono l'ipertesto come l'attuale punto d'arrivo di un percorso che si snoda lungo la letteratura sperimentale mondiale degli ultimi due secoli e segnalano a sostegno di questa loro tesi anche le notevoli convergenze tra le nuove realtà ipertestuali e le più recenti teorie letterarie di Derrida e Barthes, i quali asseriscono l'assoluta necessità di abbandonare i sistemi concettuali basati sulle idee di centro, margine, gerarchia e linearità per sostituirli con i concetti di "tela", "rete", "collegamento" e "percorso" di cui gli ipertesti elettronici forniscono una manifestazione concreta. Ma la scomparsa nell'ipertesto delle caratteristiche principali dei libri a stampa: linearità, unità testuale, immodificabilità, comporta inevitabilmente, una trasformazione delle idee convenzionali di lettura, scrittura e anche di letteratura.

La natura reticolare e la continua modificabilità degli ipertesti costituiscono, infatti, una sfida verso tutte le forme tradizionali di racconto e narrazione, e ciò rende la Poetica aristotelica inadeguata ad una loro analisi e definizione. Può perciò risultare interessante cercare di approfondire l'idea di far rientrare questi nuovi prodotti testuali nella poetica dell'"opera aperta" e dell'opera in movimento, di cui parlava Umberto Eco nei primi anni '60, riferendosi ad alcune opere dell'arte contemporanea, e, inoltre, provare a riconfigurare in questo nuovo ambiente di scrittura e lettura, i tre poli della comunicazione letteraria: testo-autore-lettore.

Tutto ciò richiederà inevitabilmente, infine, la definizione di un nuovo canone letterario che dovrà anche tener conto dell'importante distinzione esistente fra gli ipertesti su dischetto e gli ipertesti in rete, gli unici, questi ultimi, in grado di garantire almeno teoricamente una effettiva scrittura collaborativa e quindi di dare vita probabilmente ad un nuovo vero genere letterario.


n. sedici-diciassette, dicembre 1998



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