Una descrizione viva, ricca di pulsioni, di umanità, di ideali,
di errori piccoli e grandi, di sacrifici, densa di fatti rilevanti o inediti,
di episodi decisivi e aneddoti familiari, è il risultato della lunga
e minuziosa ricerca storica di Mario Pio Patruno, tutta fedelmente poggiata
su centinaia di carte d’archivio.
Nella Storia del P.C.I. di Capitanata (1944-1964), infatti, non ci
sono solo atti, dati, notizie – anche se essi sono per la prima volta snocciolati
come mai prima, tanto da essere prezioso materiale per ulteriori approfondimenti
delle problematiche e del periodo – ma c’è la straordinaria trama
di un vissuto politico e sociale collettivo che si riannoda a storie d’impegno
personali, con qualche tuffo talvolta anche in quel privato che la “morale
collettiva” del Partito condizionava e indagava.
Partendo dalla miseria e dalle macerie della guerra e giungendo fino
all’intreccio con gli anni del “miracolo economico”, l’investigazione sui
comunisti di Capitanata si snoda attraverso avvenimenti politici e organizzativi,
istituzionali e sociali, personali e collettivi, che sono diventati tutt’uno
con la storia della provincia di Foggia, e non solo.
Ne viene fuori non solo la storia di un’organizzazione politica o di
un gruppo di uomini – da Di Vittorio a Grieco, da Allegato a Conte, da
Cannelonga a Magno a Pistillo, ai meno noti ma non meno importanti per
le sorti del PCI di Capitanata – bensì la ricostruzione di un contesto
storico e, soprattutto, di un legame tra una moltitudine di uomini e donne
che con il loro attaccamento, le loro convinzioni, la loro partecipazione
hanno contribuito all’emancipazione politica e sociale della loro terra.
Tutto scrutato e descritto da Patruno senza gli occhiali di un’impensabile
nostalgia, ma con gli strumenti del ricercatore scrupoloso che offre
al lettore ciò che ha raccolto in anni di indagine, inquadrandolo
e interpretandolo con acume e rigore.