Sotto questo titolo sono stati pubblicati i materiali prodotti
per il ciclo d’incontri sul ‘68 tenutosi a Cagliari nell’autunno del 1998.
Il tema centrale e periodizzante è, evidentemente, il ’68 declinato
nei vari interventi come fenomeno spaziale globale (Marco Revelli), diventato
uno spartiacque tra il prima e il dopo, un evento da leggersi anche come
rivolta giovanile generalizzata nei vari paesi del mondo (Marcello Flores),
che coinvolse anche il nostro paese e le culture della sua sinistra (socialista,
comunista, giellista) portandolo a due incontri significativi e determinanti
per la nostra storia, quello fra operai e studenti nel 1969 (analizzato
da Vittorio Rieser) e la strage di Piazza Fontana del 12 dicembre di quall’anno
a Milano, tema quest’ultimo considerato da Giorgio Boatti e Giuseppe de
Lutiis. Accanto a questi temi di carattere generale, il libro dedica
molte pagine ad argomenti che non sempre trovano la giusta e dovuta collocazione
storica nell’ambito di altre indagini su quel fenomeno storico, attorno
al quale il dibattito e i rigurgiti di nostalgia non sono affatto sopiti,
basti pensare a cosa ha scatenato in film di Marco Tullio Giordana La meglio
gioventù. Nel corso degli incontri cagliaritani, invece, ampio spazio
è stato dedicato al ’68 delle donne e alle origini del movimento
femminista.
Se la rivolta giovanile e studentesca non può essere considerata
come il momento d’inizio del movimento delle donne –in tal senso il ’68
non fu femminista- è però innegabile che essa abbia rappresentato
la condizione necessaria alla rottura della rigidità dell’organizzazione
sociale dei rapporti interpersonali, attraverso cui, poi, si è sviluppata
la ribellione contro la forma e i contenuti della funzione, del ruolo e
del posto delle donne nella società degli uomini. Altrettanto interessanti
e utili sono le relazioni sulla ricaduta che ebbe quel movimento di contestazione
sull’arte cinematografica e teatrale. Come importantissime sono le pagine
dedicate al ’68 sardo, che consentono di misurare, al di là delle
ricorrenti e solite citazione relative alla Statale di Milano, a Palazzo
campana di Torino e all’Università di Trento, l’estensione geografica
e la dimensione quantitativa del fenomeno nel nostro paese, capace di coinvolgere
non solo le grandi città, ma anche cittadine a volte periferiche
e le province vicine.
Diego Giachetti