Cronaca dalla ' macelleria messicana'
"la Repubblica" - cronaca di Bologna, 26 maggio 2009
"Un libro utile, un libro civile", come lo definisce il cronista giudiziario
e inviato di Repubblica Carlo Bonini nella sua prefazione. È questa
la migliore descrizione di Assalto alla Diaz (pp. 204, euro 14), il libro
che Simona Mammano ha appena pubblicato per i tipi di Stampa Alternativa,
nel quale dà voce ai protagonisti (le vittime, i carnefici, gli
attori) di una delle pagine più terribili e vergognose della nostra
storia recente. Quella della notte del 21 luglio 2001, durante il G8 di
Genova, in cui avvenne l' irruzione di reparti delle forze dell' ordine
nel plesso scolastico della Diaz, rapidamente trasformato in un "mattatoio",
inconcepibile in un Paese democratico e indegno di uno Stato di diritto,
segnalando agli occhi del mondo l' ennesima anomalia (e pericolosità)
italiana. L' autrice riversa nel testo le identità molteplici che
la caratterizzano come poliziotta (è assistente capo della Polizia
di Stato), ex sindacalista, donna e scrittrice, dedicandosi al prezioso
lavoro di raccontare i fatti, di far parlare le cronache, di fare emergere
gli avvenimenti nel loro svolgimento, in maniera "nuda e cruda". E i fatti
parlano, attraverso gli atti giudiziari e le deposizioni. Attraverso i
giovani oggetto di percosse e sevizie feroci, e chi, come il giornalista
Lorenzo Guadagnucci, lavora da allora per testimoniare quanto accaduto.
E attraverso le voci di un gruppo di "servitori dello Stato" (questa è,
o dovrebbe essere, la missione di chi compone le forze dell' ordine), a
diversi livelli della scala gerarchica, che si resero responsabili di quella
orrenda "macelleria messicana" e che si sono trincerati, coperti dai loro
avvocati o dai loro superiori, dietro una cortina fumogena di menzogne
e smemoratezze, di "non so" e "non ricordo". Sono occorsi sette anni per
giungere, il 13 novembre del 2008, alla sentenza di primo grado che regala
un' inspiegabile assoluzionea tanti, troppi, dei responsabili di quanto
accaduto. Assalto alla Diaz è, dunque, il libro utile, forte e di
impegno civile di una funzionaria di polizia che crede profondamente nel
valore democratico delle forze dell' ordine, e mette, perciò, una
delle sue "armi" - la scrittura - al servizio di un' idea di esse ben differente
da quella che la nostra opinione pubblica è stata costretta a vedere
all' opera in quelle tragiche giornate di "contesto di guerra", appositamente
alimentato da alcuni che sedevano e siedono tuttora ai vertici della politica
e degli apparati, infischiandosene del fatto, come hanno scrittoi pubblici
ministeri nella memoria finale, che «nulla è più eversivo
per lo Stato che l' azione del rappresentante delle istituzioni che ne
mina la credibilità».