Il libro: è fatto di parole. Oltre al sangue agli abusi alla
paura ed ai misteri, a Genova, sono state pronunciate parole.
Parole scomode, parole importanti, parole che, come ci spiega Anais
Ginori nella prefazione del libro, non è stato facile recuperare.
Nessuno dimenticherà la violenza dei giorni di Genova. Ma le
parole? Chi ricorderà le parole di questo movimento di massa che
nulla chiede per se stesso, ma giustizia per il mondo intero? Chi ricorderà
le parole di coloro che hanno cercato di spiegare a quegli "otto" che si
sono autodefiniti "grandi" che questo mondo non è in vendita?
Il pomeriggio del 16 Luglio 2001 nella palestra della scuola Diaz,
sotto ai canestri da basket ed accanto ai lettini dello stretching, sono
iniziate le "lezioni di anti-globalizzazione". Sempre ginnastica dunque,
ma ginnastica per la mente.
Ginnastica politica ed intellettuale. Per una settimana persone come
Susan George, Hebe de Bonafini, don Ciotti, Marina dos Santos, Vittorio
Agnoletto e molti altri, hanno pronunciato parole. Le otto parole chiave
di quei giorni di Luglio sono state: Globalità, Diritti, Pace, Povertà,
Terra, Democrazia, Popoli e Lotta.
"Le parole di Genova" è un libro che va letto! Tutte le parole
vanno lette lentamente, ad una ad una. Riassumerle è impossibile.
Riduttivo. Queste parole arrivano dal Brasile, dalla Nigeria, dall'Uruguay,
dall'India e da tante altre parti del mondo. Sono cariche di denunce, di
testimonianze e sono ricche di proposte. Parole da leggere e sulle quali
soffermarsi prima di partire per costruire un altro mondo possibile.
Le fotografie di Tano D'Amico sono anch'esse parole. Parole bellissime
che arrivano al cuore passando dagli occhi. Il CD audio ci riporta indietro
a quei giorni. Tutto è lì registrato, così com'è
accaduto!
Il CD si apre con le parole di Antonio Bruno (Vicepresidente del Consiglio
Comunale di Genova) che spiega come la città cerca di mantenersi
in equilibrio fra allarmi bomba e zone rosse e si chiude con l'irruzione
da parte della polizia alla scuola Diaz. In mezzo c'è tutto:
il corteo dei migranti, le cariche della polizia, piazza Alimonda subito
dopo le 17,27. Ci sono anche le parole di chi, come Sandro Curzi ha l'impressione
di essere giunto, non nel Capoluogo ligure, ma a Beirut. Quelle di Francis
Wurtz (Presidente della Gauche Unie Européenne), al quale l'immagine
di Genova evoca immediatamente il ricordo di parole scritte da un grande
scrittore francese: «Gli uomini edificano troppi muri e non abbastanza
ponti». Il governo italiano ha edificato muri, il "movimento dei
movimenti" è a Genova per costruire ponti. Le fondamenta dei ponti
sono "le parole di Genova" pronunciate nella penisola italica in quei giorni
di Luglio di un anno che non è mai stato di alcun Signore...
Credo che per tutti noi che, un anno dopo siamo tornati a Genova, sia
indispensabile conoscere queste parole, per poterle urlare in faccia a
chi ancora crede che contestiamo soltanto per il gusto di contestare e
che, come passatempo, spacchiamo le
vetrine!