La storia di Rudolf Jacobs, capitano della Kriegsmarine in stanza a Lerici, nello Spezzino, che nel '44 decise di "tradire" la Germania nazista per combattere al fianco della Resistenza ligure.
Il 3 novembre 1944, appena scesa l'oscurità, una pattuglia di
soldati tedeschi si avvicinò al portone d¹ingresso di un albergo
di Sarzana, nel quale erano acquartierate le "brigate nere". La comandava
un giovane ufficiale, alto, ossuto, biondo, che chiese, in un italiano
stentato, di parlare con il responsabile della caserma, che non c¹era,
trattenuto a Spezia da ordini superiori. Nell¹albergo c¹erano
solo i settanta militi, riuniti per la cena. L'ufficiale tedesco spianò
la machinenpistole uccidendo il piantone. Si gettò oltre la soglia,
penetrando nell¹albergo, ma al secondo colpo la sua arma si inceppò.
Innumerevoli colpi delle "brigate nere" lo raggiunsero, senza che le sventagliate
di mitra del soldato che lo affiancava potessero nulla.
Che storia era quella? Tedeschi che assaltavano fascisti! Niente di
tutto ciò. L'ufficiale tedesco, di nome Rudolf Jacobs, era un giovane
di trent¹anni che pochi mesi prima era passato alla Resistenza. "Voglio
combattere", aveva detto, presentandosi. "Sono pronto a dare la mia vita
purché abbia termine questa guerra insensata". Nell'azione spettacolare
e rischiosa di quel 3 novembre aveva coinvolto dieci membri della formazione
sarzanese Muccini, i più alti e chiari di pelle, fra i quali cinque
tra jugoslavi e russi. Le "brigate nere" spadroneggiavano in città,
arrestando, torturando, bisognava far cessare quella persecuzione insopportabile.
Chi era Rudolf Jacobs? Giunto in Italia nell'autunno 1943, dopo aver
partecipato alla campagna d'Africa, destinato a fortificare le coste del
Levante ligure, si segnalò agli occhi della Resistenza per le requisizioni
di derrate che operava nei confronti degli accaparratori, e per la distribuzione
gratuita che ne faceva alla popolazione. Perfezionato il rapporto con le
forze di Liberazione, entrò nella brigata Muccini il 3 settembre
1944.
Figlio di un noto architetto di Brema, Rudolf Jacobs era un borghese,
un democratico. Considerato "disperso" dai tedeschi fino a pochi anni fa,
in Italia è insignito di medaglia d¹argento al valore ed è
sepolto a Sarzana, città della quale è cittadino onorario.
Oggi, fatta luce sulla sua condizione di "disertore", è figura di
spicco nella campagna per il riscatto dei soldati tedeschi che, tantissimi,
in Italia, Francia, Russia, disobbedirono agli ordini di Hitler.
Rudolf Jacobs è, a pieno titolo, "un maestro dell¹Europa
a venire".
Il libro narra la sua vicenda, e quelle dei partigiani disarmati
(le sap, i comitati di fabbrica, gli scioperanti le staffette, gli addetti
alla stampa clandestina, uomini, donne e bambini del Levante ligure).
Alcuni giudizi:
"Libro prezioso, intriso di passione civile, replica formidabile alla memorialistica revisionista che vorrebbe pareggiare i conti fra l¹antifascismo e il suo contrario", Bruno Gravagnuolo, l'Unità
"Libro di lampante obiettività, scritto con la testa e con il cuore. L'ho letto d¹un fiato", Gino Ambrosino, il manifesto
"Faccini si conferma narratore di gran classe, versatissimo in storia",
Mario Lunetta, scrittore