In che modo la bicicletta ha sostenuto e può sostenere il lento ma inesorabile processo di emancipazione della donna? La bicicletta può contribuire alla capacità di autodeterminarsi e può essere un mezzo per la libertà? L’edizione zero del festival Visioni a Catena nasce per rispondere in maniera affermativa a queste domande e per porre la bicicletta al centro di un dibattito nuovo sul suo significato che questo mezzo può avere per le donne.
La bicicletta rappresenta un modo ecologico di muoversi e attraversare la città, ma è anche un modo per stringere relazioni, per integrarsi in un’ambiente, per vivere da vicino la realtà ed è questo il messaggio che il festival vuole veicolare ai soggetti più vulnerabili della società.
Proiezioni, illustrazioni, viaggio: saranno tante le prospettive artistiche ed esperienziali da cui affrontare dal 18 al 20 luglio il tema e che avranno come relatrici e protagoniste tutti volti al femminile, artiste nazionali ed internazionali, ognuna delle quali racconterà una storia o un progetto legato al riscatto che la bicicletta rappresenta.
All’evento di apertura, giovedì alle ore 18, interverranno: Roberta Li Calzi, presidente della commissione consigliare Pari opportunità del Comune di Bologna; Giusella Finocchiaro, presidente della Fondazione del Monte; Fabiola Naldi, Dottore di Ricerca in Storia dell'Arte Contemporanea, critica e curatrice; Rassmea Salah, vicepresidente della Comunità Islamica di Bologna; Simona Larghetti, presidente Salvaiciclisti-Bologna e Consulta comunale della Bicicletta; Chiara Aliverti, progetto Biciliberatutte.
Tra i corti che saranno presentati in anteprima nazionale al Festival, giovedì 18 alle 21.30, il film documentario "Afghan Cycles"( 2018, 90 min) di Sarah Menzies, che parla di una nuova generazione di donne afghane che ha scelto la bicicletta per rivendicare i propri diritti e per combattere la battaglia quaotidiana contro le discriminazione, le minacce, gli abusi.
A concludere la tre giorni, sabato 20, la pedalata Clito Ride una grande festa a pedali, a cui sono invitate le donne e soggettività LGBT*QI+ di tutte le culture e comunità, e tutti coloro che le sostengono, per riaffermare la perfetta coerenza tra tutela dei diritti delle donne e soggettività LGBT*QI+ e il diritto di muoversi in strada in modo sicuro, sostenibile, accessibile ed ecologico.