"Grazie per la visita", "grazie per essere passati", o anche solo "grazie", o anche solo "ciao": per rompere il silenzio e cominciare a costruire un rapporto di fiducia, dal nulla. C'è sempre una parola, uno sguardo, un piccolo gesto d'attenzione verso le persone incontrate che dormono in strada e non accettano l’accoglienza nelle strutture nonostante la disponibilità. Il Piano Freddo 2018-2019 è partito il primo dicembre e quest'anno l’Help Center è diventato itinerante: gli operatori sono in giro per la città a tutte le ore, dal mattino alla notte, per intercettare in modo sempre più efficace chi vive in strada. Abbiamo deciso di accompagnare il servizio mobile in una fredda notte di dicembre per provare a raccontare l'incredibile e difficile lavoro che tutti i giorni le operatrici del Comune portano avanti. Così, in compagnia di Francesca, Luciana e Giulia partiamo per quello che si rivelerà un viaggio umano straordinario.
Dopo una prima scrematura delle segnalazioni ricevute (è attiva infatti l'email: instrada@piazzagrande.it a cui tutti possono segnalare situazioni di disagio in strada) partiamo per verificare una decina di casi per la maggior parte già conosciuti dal servizio: l'inverno è appena iniziato, le giornate cominciano solo ora a diventare fredde e sono diverse le persone che non accettano di andare nelle strutture cittadine e che gli operatori chiamano “irriducibili”. Sono 261 i posti disponibili in grado di coprire le esigenze di tutti coloro che vivono in strada e accettano i servizi di accoglienza. Nei giorni di temperature più rigide i posti vengono aumentati di 35 unità. Luciana, Giulia e Francesca sono instancabili nell'approcciare con una sensibilità e delicatezza tutta femminile le persone meno inclini a essere aiutate: è necessario infatti riuscire a creare una rapporto di fiducia reciproca, ottenere confidenza in modo da riuscire ad accompagnarle nelle strutture più idonee e poi verso l'autonomia.
Nella prima periferia, grazie a una segnalazione, incontriamo due uomini non ancora intercettati dal servizio: dormono dentro sacchi a pelo e rimangono sorpresi dalle voci che li svegliano. Sanno della possibilità di dormire nelle strutture, ma non si fidano ancora: "Quanto costa? Non ci credo che è gratis". L'idea di dormire finalmente al caldo in un letto è comunque invitante, si continua a chiacchierare per un po' e alla fine ci si lascia con un appuntamento per il giorno dopo. Il giro prosegue verificando una segnalazione di alcuni cittadini e rispondendo poi a una richiesta d'intervento di un gruppo di volontari, entrambe però senza esito. Le ore passano e quando ormai sembrano perse le speranze di riuscire a collocare qualcuno al caldo, incontriamo “Tempo”, un signore sui 70 anni che accetta contentissimo il posto letto: così attraversiamo la città, quando ormai il giorno sta per finire, per arrivare a Villa Serena. “Io qui ci voglio morire”, dirà con il sorriso dentro gli occhi. E ci dà la buonanotte con un indovinello: “Chi è che in piedi è basso e seduto è alto?”.