Grazie al nuovo protocollo di Intenti firmato da Comune di Bologna e Conservatorio G.B. Martini è oggi possibile fruire dello straordinario patrimonio librario di Padre Martini al Museo internazionale e biblioteca della Musica.
Questa nuova allocazione, decisa con reciproca soddisfazione da Comune e Conservatorio nell'ottica di una sempre più concreta collaborazione, rende più facile e immediato l'accesso agli oltre 110.000 volumi che fanno di quella bolognese una delle dieci più importanti biblioteche musicali d'Europa.
Incunaboli, manoscritti autografi di musicisti di ogni tempo, tra i quali spiccano Il Barbiere di Siviglia e lo Stabat Mater di Rossini, una raccolta di oltre 11.000 libretti d'opera e molto altro ancora. Insomma un patrimonio bibliografico famoso a livello internazionale per la rarità e l'importanza dei materiali conservati, a partire appunto dal nucleo originario costituito dall'eredità di Padre Martini, a cui si aggiungono donazioni più recenti quali il Fondo Villa-Feltrinelli con oltre 4000 volumi e la famosa serie di autografi di Ottorino Respighi.
L'assessore alla Cultura Alberto Ronchi ha espresso grande soddisfazione per la nuova disposizione della biblioteca e per l'accordo con il Conservatorio e ha così commentato: ”Questo è un passaggio importante per la città, un altro tassello della riorganizzazione del sistema culturale alla quale questa Amministrazione sta lavorando dall'inizio del mandato. Faremo il possibile per continuare a progettare, insieme al Conservatorio, nuove ipotesi di lavoro relazionandoci in modo concreto alle eccellenze musicali che operano sul territorio”
Per festeggiare la biblioteca il museo propone nell'intera giornata di sabato 29 marzo un Open Day di inaugurazione a orario continuato (dalle 10 alle 20) con la possibilità di partecipare a visite guidate gratuite assieme ai bibliotecari, alla scoperta non solo dei nuovi spazi che ospitano la biblioteca musicale, ma - in via del tutto straordinaria - anche al caveau, altrimenti inaccessibile. Un'opportunità unica per vedere con i propri occhi il sorprendente tesoro di Strada Maggiore.
Foto di Francesca Sara Cauli