Riparte il Progetto del Comune di Bologna “Narrare le mafie. Sguardi sul contemporaneo tra azioni di contrasto e valorizzazione della cultura della legalità”, realizzato nell'ambito di un Accordo di programma con la Regione Emilia-Romagna sostenuto dalla Legge regionale n. 18/2016, con il patrocinio dell'Associazione Avviso Pubblico.
Ormai giunto alla sua terza edizione, il progetto ha come obiettivo principale quello di porre al centro dell’azione di contrasto ai fenomeni criminali la formazione trasversale, nonché la condivisione delle buone pratiche. “Nel territorio emiliano-romagnolo la presenza delle organizzazioni mafiose è sempre stata silente e poco percepita. Nonostante i processi tenuti nella nostra città, come ad esempio Black Monkey e Aemilia ancora in corso, la cittadinanza a tutti i livelli ha, con fatica, avvertito il pericolo della sempre più crescente infiltrazione mafiosa e, negli anni, il suo progressivo radicamento – spiega Giulia Di Girolamo, consigliera di fiducia del Sindaco per la legalità - ciò che emerge anche dalla maxi inchiesta Aemilia è proprio il massiccio coinvolgimento di professionisti e mondo politico, che in particolare la ‘ndrangheta ha saputo sfruttare a proprio vantaggio, arricchendosi e facendo affari, inquinando la nostra economia e la nostra democrazia. In questo scenario, già fortemente compromesso, l'ingerenza e la pericolosità delle organizzazioni mafiose si è acuita, su tutto il territorio nazionale, con la crisi innescata dalla pandemia da Covid-19. Tale evento ha determinato una crisi economica e sociale molto forte, causando la perdita del lavoro per molte categorie di persone e acutizzando situazioni di disagio e di povertà che ha generato un aumento del potere mafioso, soprattutto in termini di capacità di far fronte nell'immediato ai bisogni primari delle fasce più deboli della popolazione”. Dall'altra parte, “la crisi subita da interi settori produttivi ed economici cruciali per la nostra economia ha innescato meccanismi molto pericolosi di distorsioni economiche attraverso il ricorso, da parte di imprenditori in difficoltà, del prestito ad usura – continua Di Girolamo - in questo panorama, le organizzazioni criminali, disponendo di ingenti quantitativi di denaro, derivanti da affari illeciti, hanno la capacità di infiltrarsi nell'economia legale ponendosi come “benefattori” e di rilevare a prezzi stracciati aziende e attività produttive che oggi fanno fatica a uscire dalla crisi, riuscendo così a riciclare i proventi delle loro attività illegali”.
In questo scenario, e sempre con uno sguardo attento al territorio e alla continua evoluzione delle organizzazioni mafiose, Il Comune di Bologna ha scelto di investire ancora una volta su giovani e professionisti attraverso questo progetto, che dà forza a quei percorsi di conoscenza e approfondimento dei fenomeni criminali, necessari per acquisire sia maggiore consapevolezza delle dinamiche messe in atto dalle mafie, sia gli strumenti necessari per difendersi da chi ogni giorno impone regole distorte e mette a rischio la tenuta della nostra economia e della nostra democrazia.
Il progetto Narrare le Mafie è articolato in due azioni formative fondamentali.
Nell'ambito dell'osservatorio e in collaborazione con Avviso Pubblico, verranno organizzati incontri di formazione per professionisti e amministratori, con il riconoscimento di crediti formativi, con il percorso "Narrare le mafie". Anche questa parte del progetto, che nelle edizioni precedenti ha coinvolto circa 400 persone tra professionisti, dipendenti pubblici e cittadini, in linea con la normativa anti-Covid, si svolgerà online per permettere una maggiore fruizione degli incontri da parte di tutti e tutte le giornate di formazione realizzate verranno inserite sul sito web dell'Osservatorio permanente per la leglaità e il contrasto alla criminalità organizzata del Comune di Bologna nella sezione dedicata.
Di seguito il calendario degli incontri:
- 5 novembre – ore 17 – 18
“Sicurezza urbana e criminalità organizzata. il ruolo della Polizia Locale nel contrasto alle mafie”
Docente: Stefania Crocitti
Professore a contratto e Assegnista di ricerca in Criminologia ha svolto e svolge le sue ricerche nell'ambito della devianza giovanile, dei processi di criminalizzazione dei migranti, della sicurezza urbana, del crimine organizzato, della radicalizzazione islamica e della violenza di genere.
- 12 novembre – ore 17 – 18
“Mafie ed economia: come prevenire le infiltrazioni e tutelare le imprese a livello locale”
Docente: Rocco Sciarrone
Professore associato di Sociologia generale all'Università di Torino, dove insegna «Istituzioni di sociologia» e «Processi di regolazione e reti criminali». Tra le sue pub- blicazioni: “Mafie del Nord. Strategie criminali e contesti locali”, Donzelli, 2014; “Le mafie nell'economia legale. Scambi, collusioni, azioni di contrasto”, il Mulino, 2019.
- 26 novembre – ore 17 – 18
“Il gioco d'azzardo patologico e le infiltrazioni mafiose”
Docente: Claudio Forleo.
Giornalista professionista dal 2010, dal 2015 fa parte dello staff di Avviso Pubblico,
per il quale è oggi responsabile dell'Osservatorio parlamentare che monitora le attività di Camera e Senato in materia di prevenzione e contrasto alle mafie e alla corruzione e diffusione della trasparenza nella Pubblica amministrazione. È autore assieme a Giulia Migneco di Lose for life. Come salvare un Paese in overdose da gioco d'azzardo
- 10 dicembre – ore 17 – 18
“Segnalazioni e Controlli. Il ruolo della Pubblica Amministrazione nel contrasto ad elusione, evasione e riciclaggio”
Docente: Roberto Gerardi
Segretario e Direttore generale presso la Provincia di Lucca ed il Comune di Capanno- ri. Già Direttore Generale e Segretario presso il Comune di Piacenza, il Comune e la Provincia di Prato.
- 17 dicembre – ore 17 – 18
- “le infiltrazioni mafiose e la corruzione nel welfare”
- Docente: Nicoletta Preti
- Opera presso l’Azienda Casa Emilia Romagna della provincia di Bologna (Acer) dove si occupa di gestione e assegnazione alloggi di edilizia residenziale pubblica, di edili- zia agevolata convenzionata e a canone calmierato e del. Fondo Nazionale Locazioni.
La seconda azione formativa è quella rivolta agli studenti e alle loro famiglie con il percorso Educalè.
Nelle tre edizioni precedenti il progetto Educalè ha ottenuto risultati importanti: oltre 3.000 adolescenti bolognesi hanno partecipato ai percorsi di educazione alla legalità e alla cittadinanza attiva e responsabile, organizzati dal Comune di Bologna e cofinanziati dalla Regione Emilia-Romagna, in diverse scuole di ogni ordine e grado della città, centri di aggregazione giovanili e un ente di formazione professionale. Risultati ottenuti grazie alla professionalità e alla dedizione delle realtà selezionate dal Comune stesso attraverso un bando pubblico, che hanno coinvolto i ragazzi in attività informative e formative di qualità e capaci di far sentire loro l'importanza del tema, e grazie all'impegno degli insegnanti coinvolti, che hanno ancora una volta dimostrato la volontà e l'esigenza di affrontare tematiche complesse. Attraverso la discussione e il confronto ragazze e ragazzi hanno assunto maggiore consapevolezza e conoscenza dei fenomeni criminali che ribaltano le regole e le leggi e che possono intaccare e distruggere la loro quotidianità. I lavori portati durante la giornata dedicata alla restituzione del progetto hanno dimostrato che i ragazzi, ancora una volta, sono la testimonianza reale e concreta che la cultura è la risposta più forte contro l'illegalità.
Questi risultati hanno spinto il Comune a proseguire il percorso avviato negli anni scorsi e molto richiesto dalle scuole. Il progetto quest'anno si svolgerà online con l'ausilio delle tecnologie per permettere alle scuole una maggiore fruizione dei prodotti didattici, nel rispetto della normativa anti Covid. In un contesto come quello odierno, il progetto ha lo scopo di favorire la coprogettazione tra realtà associative e lo sviluppo di modalità didattiche nuove, utilizzando al meglio tutti gli strumenti alternativi alla didattica in presenza. Relativamente ai contenuti, l'obiettivo principale è ancora una volta aumentare nei giovani la conoscenza e la consapevolezza del fenomeno mafioso, con un approfondimento specifico, laddove richiesto e di interesse, delle dinamiche criminali emerse durante questo complesso periodo. Anche quest'anno il percorso formativo sarà articolato in diversi moduli, toccando argomenti fondamentali come la Costituzione quale strumento primario di rispetto delle regole della convivenza democratica e del principio di legalità, l'approfondimento della conoscenza delle mafie italiane e straniere e il ruolo della criminalità mafiosa nei grandi settori di impresa, con un focus sul riutilizzo dei beni confiscati alla criminalità organizzata come buona prassi di riscatto sociale.
“ È importante che gli studenti e le studentesse non vivano i fenomeni mafiosi come troppo distanti, da 20 anni sappiamo che non è così. La diffusione di una cultura della legalità è il primo antidoto al proliferare della criminalità organizzata – spiega l’assessora alla Scuola Susanna Zaccaria - sono orgogliosa che il progetto Narrare le mafie, in particolare con Educalè nelle scuole, in questi anni sia cresciuto, è il segno che docenti e studenti hanno a cuore queste tematiche: il terreno è dunque fertile per costruire una società migliore, libera dal sopruso e dalla prevaricazione mafiosa".