Giunto alla maggiore età, Gender Bender, il festival dedicato alle mutazioni dei generi e alla loro rappresentazione multidisciplinare, raccoglie la sfida dell'emergenza sanitaria e sceglie di uscire all'aperto. Il programma prevede dodici giorni di danza, cinema, incontri e laboratori nel verde urbano del parco del Cavaticcio, dal 7 al 18 settembre.
A questa sfida lanciata dal virus a tutto il mondo della cultura e al suo esito innovativo, allude anche il titolo dell'edizione: aut out, che esce dai teatri e dai cinema, si concentra sulla danza e ritorna nel luogo da cui tutto è partito: la sede del Cassero LGBTI Center di Bologna, che da sempre produce il festival. Non a caso: “Uscire all'aperto può e vuole essere un atto liberatorio. Fare coming out - per la galassia LGBTQI+ così come per i femminismi – comporta una visibilità che è assunzione di una responsabilità personale, sociale e politica”.
Gender Bender si ricolloca nell'estate, nell'ambito di Bologna Estate 2020, il cartellone di attività promosso e coordinato dal Comune di Bologna e dalla Città metropolitana di Bologna - Destinazione Turistica e si allea con altri festival regionali, Danza Urbana e Ammutinamenti, per articolare nel mese di settembre una panoramica sulla danza contemporanea locale e nazionale.
Undici le compagnie confermate per la sezione danza: tra queste Silvia Gribaudi, che torna a Gender Bender con il suo spettacolo, Graces, in una versione totalmente rinnovata a causa delle norme sul Covid-19; il debutto in prima assoluta di Corpi Elettrici, il progetto che il festival ha messo in campo, assieme al Conservatorio G.B. Martini di Bologna durante il lockdown: cinque coreografi e coreografe del Collettivo MINE rivisitano il progetto interpretando sul palco i brani creati appositamente da venti studenti della Scuola di musica elettronica del Conservatorio; Andrea Costanzo Martini con What happened in Torino?, partitura che il coreografo – attualmente a Tel Aviv, perciò impossibilitato ad accogliere l’invito del festival – ha trasmesso a Francesca Foscarini attraverso un percorso di webinar.
Nel rispetto delle disposizioni di sicurezza sanitaria vigenti, ogni appuntamento avrà un numero limitato di posti ed è necessario l'acquisto in prevendita dei biglietti per gli spettacoli di danza e le proiezioni di film, così come la prenotazione dei posti per la partecipazione a presentazioni di libri e laboratori. Le modalità di prenotazione sono online.
Nelle sezione cinema debutta in prima nazionale My name is Baghdad, film della regista brasiliana Caru Alves de Souza che racconta la vita quotidiana di una diciassettenne skateboarder a San Paolo e della sua esplorazione di una femminilità fuori dagli schemi; altra prima nazionale per Breaking Fast, film statunitense di Mike Mosallam, che racconta la relazione tra un medico gay musulmano e il tipico trentenne bianco americano, nel loro progressivo avvicinarsi e andare oltre le proprie differenze etniche, religiose e sociali.
Tra gli incontri con le autrici, da segnalare: Vera Gheno, sociolinguista ed esperta di comunicazione sui social media, autrice per Effequ del libro Femminili Singolari, sul dibattito in corso nella lingua per superare il maschile universale; e Fumettibrutti curatrice di Sporchi e Subito, una raccolta di fumetti underground che dà spazio alle matite emergenti.
Nuova formula anche per i laboratori: Just among us, ciclo di incontri in presenza di pensatori, pensatrici, artisti ed artiste organizzato in sezioni e con quattro partecipanti alla volta e che partono dalla necessità di mettere in discussione le abitudini diffuse di un pensiero etnocentrico bianco, etero e patriarcale.
Infine, sarà presentato in anteprima La discoteca, il progetto filmico di Jacopo Milani, promosso da Nosadella.due e vincitore dell'ottava edizione di Italian Council: un racconto orale e visivo su balli e corpi che animano la scena del clubbing italiano degli anni '80 e '90, quali contesti di contaminazione, trasformismo, relazioni amorose, dal forte potenziale politico e sociale.