Nell'ambito delle iniziative dedicate al Giorno della memoria, venerdì 31 gennaio si è tenuta la cerimonia di commemorazione di Arpad Weisz, allenatore ebreo del Bologna dal 1935 al 1938, a settant'anni dalla sua morte, avvenuta nel campo di concentramento di Auschwitz.
Alle 10, d'intesa con il Bologna FC 1909, la presidente del Consiglio comunale Simona Lembi ha deposto una corona alla lapide in memoria di Arpad Weisz presso alla torre di Maratona dello Stadio comunale Dall’Ara.
La storia di Arpad Weisz è stata ricostruita in "Dallo scudetto ad Auschwitz", un libro scritto da Matteo Marani: l'arrivo in Italia dal suo Paese natale, l'Ungheria, la permanenza a Bologna, i successi sportivi, la fuga dal nostro Paese, con la moglie Elena e i due figli Roberto e Clara, dopo la promulgazione delle leggi razzaili e la loro morte nel campo di sterminio di Auschwitz.
Prendendo spunto da questo libro, Matteo Mattucci ha voluto disegnare gli episodi più significativi della sua vita, che sono diventati anche una mostra: l'"Allenatore ebreo. La sotoria di Arpad Weisz" che resterà in sala d'Ercole dal 27 gennaio al 5 febbraio.
Sempre venerdì 31 gennaio alle 11, la presidente del Consiglio comunale Simona Lembi ha voluto visitare la mostra in Sala d'Ercole con il presidente dell'associazione "W il Calcio", Fausto Viviani grazie al quale è stata possibile la realizzazione della mostra stessa, con alcuni rappresentanti del Bologna FC 1909 ed esponenti della comunità ebraica.
Era presente anche Giovanni Savigni, compagno di scuola di Roberto Weisz. "E' commovente pensare che è stato grazie all'amicizia fra due bambini - ha affermato la presidente Lembi - che è stato possibile ricorstruire la storia di Arpad Weisz che era andata perduta nella memoria di molti e che il giornalista Marani è riuscito a ricostruire proprio riguardando gli archivi scolastici delle scuole Bombicci frequentate da Roberto Weisz e Giovanni Savigni. Noi abbiamo ancora molto bisogno di conoscere e ricordare quei fatti - conclude la presidente Lembi - di restituirli anche alle nuove generazioni, di trasmettere la memoria di quello che è portuto accadere in Europa durante la Seconda Guerra Mondiale"